Negli
ultimi anni si sono moltiplicati gli sforzi e le azioni per togliere valore ed essenza a questa festa, da troppi considerata solo come una festa “rossa”, “comunista”, dunque non degna
di essere festeggiata, ma al contrario volgarizzata e limitata, colpevolmente,
a misero raduno di partito, oppure a mega-concerto con musiche usurate e qualche grottesco gruppo musicale. Le opere di “distrazione” sono tante e varie. Le
mettono in atto gli industriali, molti politici, i comici, le persone di
spettacolo, persino la Chiesa che
due anni fa ha beatificato Giovanni
Paolo II proprio in questo giorno (che curiosa coincidenza!).
La Festa del Primo maggio,
la Festa del Lavoro non è questo,
non deve essere questo.
È l’occasione principale per riflettere sul Lavoro, su quello che ci hanno fatto, sulla dignità che ogni giorno
vogliono toglierci, sulle miriadi di contratti
che prevedono tutto, fuorché il diritto di essere degnamente retribuiti per
il nostro impegno, per il nostro lavoro.
Ben venga un giorno di festa, siano gradite e gradevoli le ore di
riposo, da passare con la famiglia, gli amici, i colleghi, i compagni, ma
ricordiamo l’essenza di questa ricorrenza. Ricordiamo il valore del sacrificio di chi ci ha preceduto. Ricordiamo
e facciamo evidente la mancanza di lavoro
e di salari giusti, facciamo
risaltare l’arroganza e la protervia di chi calpesta i nostri diritti e i nostri valori!
Riaffermiamo il nostro
diritto a lavorare ed essere adeguatamente pagati. Non contro qualcuno o qualcosa, anche se
i nemici dei lavoratori sono tanti e ben riconoscibili, ma per noi, i nostri
figli, le nostre vite di uomini e donne che hanno il dovere, il diritto di
ricercare la propria realizzazione e
la propria felicità, anche
attraverso il lavoro, il nostro quotidiano impegno, fisico e mentale, con il
corretto utilizzo delle nostre intelligenze e delle nostre forze.
Per il lavoro, per i
diritti, per la dignità!
Per la libertà, per la pace,
per la giustizia sociale!
In piazza o in famiglia, sul luogo di lavoro e nelle scuole, tutti
noi abbiamo il dovere anche e soprattutto ora, in questi tempi bui, di far vibrare
le corde dell’appartenenza e del comune intento a rendere il mondo un posto migliore dove vivere, lavorare,
studiare, amare, lottare…
immagine di Andrea Rivola |
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