lunedì 19 novembre 2012

Educazione e Cartoni Animati

Valori e funzioni educative delle serie animate.

Non mi ritengo un nostalgico dei cartoni animati che guardavo quando ero più piccolo (e che ogni tanto riguardo su Anime Tv…), ma una riflessione l’ho fatta. Intendo condividerla!



I personaggi dei vecchi cartoni, per lo più i buoni, anche quelli più controversi, per raggiungere i loro obiettivi, per realizzare il proprio Sogno, per affermarsi, o anche solo per sfangarla o far passare il tempo, si sottoponevano ad estremi sacrifici, facevano incredibili rinunce, dovevano sopravvivere ad indicibili sofferenze, affrontare schiere di avversari o terribili ed agguerriti nemici dal grande ingegno, sempre mettendo in campo incredibili risorse e qualità.

Mimì Ayuara con gadget d'allenamento

Pensiamo a Mimì Ayuara ed ai suoi massacranti allenamenti, con catene ai polsi e sberle ricevute a ripetizione, contorno di malattia polmonare e fidanzato che muore.


L'Uomo Tigre ed un rimedio naturale contro il mal di gola



A seguire l’Uomo Tigre, che si gioca la vita in ogni incontro che disputa contro gli scagnozzi di Tana delle Tigri e di Mister X.
il fascinoso Rocky Joe



Ricordiamo Rocky Joe, che per riscattare un’infanzia ed adolescenza a dir poco problematiche e redimersi, in qualche modo, dopo l’esperienza del carcere, si getta a capofitto in estenuanti allenamenti di pugilato per poi, “romanticamente”, morire sul ring.


Forza e Volontà in Candy Candy
Le serie più apprezzate dalle bambine proponevano figure femminili con un’etica e dei principi forti e apprezzabili. Candy Candy con il suo carattere e grande forza se la cava sempre e comunque, la pur scanzonata Mila Hazuki si impegna alla grande ed affronta avversarie ed infortuni con indomita fierezza, per tacere di Lady Oscar o di Peline Story, con i loro riferimenti storici ed i rimandi alla letteratura ottocentesca.




Oliver Hutton
il Trio di sorelle "Occhi di Gatto"
Neanche in serie animate, per così dire, più “leggere” mancano sacrifici ed esempi di grande impegno e dedizione alla causa, ad esempio Holly e Benji, dove non solo i protagonisti del titolo, ma tutti i giovani calciatori si impegnano al massimo in allenamenti e partite, offrendo comunque un esempio di serietà e duro lavoro per divenire dei campioni, accettando le sconfitte e godendo delle vittorie senza irridere gli avversari. Oppure Occhi di Gatto, dove conturbanti sorelle-ladre si ingegnano per recuperare opere d’arte in nome di una missione e visione ideale di giustizia. Il giovane Sampei impara a poco a poco i segreti della pesca e gira il mondo, con umiltà, apprezzando anche le doti degli altri e con grande rispetto di chi incontra, come gli ha insegnato il vecchio ed affettuoso nonno.

I tre "cattivi" di Yattaman
Persino nel demenziale Yattaman si possono riscontrare elementi a loro modo pedagogico-ideali, nel farsesco scontro tra i noiosi ed un po’ antipatici “buoni” ed i caricaturali “cattivi”. Tacendo delle serie con protagonisti Robot Giganti (Mazinga, Goldrake, Daitarn,…) sempre e comunque, in modo manicheo, paladini e difensori della razza umana o comunque impegnati a vigilare sulla sorte di amici e parenti meno dotati di forza, poteri superiori, doti aliene e così via.

Insomma, pur con qualche grossolanità e sfumatura discutibile, queste serie animate offrivano esempi da seguire, quantomeno per impegno, capacità di concentrazione, doti virtuose, abilità e sacrificio per crescere, migliorarsi ed emergere. Si ottengono risultati applicandosi rigorosamente e facendo anche qualche sacrificio, sia per vincere una partita, pescare una carpa, avere ciò che si desidera, “farsi una posizione” o anche solo per sopravvivere. Quindi una funzione educativa in senso lato e vasto, anche con confini labili e sfumati, ce l’avevano, diamine!

Ed ora?
Quale accidenti di insegnamento etico o morale, che tipo di esempio può arrivare ad un bambino dai protagonisti di Yu-Gi-Oh! oppure di Bakugan ed altre serie di quella risma: delle mezze tacche senza arte né parte, dei pirletti con discutibili acconciature che spendono le loro giornate lanciando carte, sfere, trottole ed altri oggetti vari, da cui fuoriescono esseri imbarazzanti per quanto sono futili, incoerenti e dalla bruttezza inspiegabile! Peraltro quando questi personaggi sono in difficoltà o con le spalle al muro, nella gran parte delle occasioni vengono salvati da interventi esterni, indipendenti da loro, che più che ricordare i “Deus ex machina” fanno pensare a clamorosi “colpi di culo”, oppure da errori ingenui e grossolani dell’avversario di turno (sembra difficile ma ci sono esseri più stupidi dei protagonisti di questi cartoni animati).

Che cosa ne trae un ragazzino in formazione? Se proprio deve appassionarsi alle carte, meglio Scala 40 o Tresette, oppure incontrarsi con gli amici per far girare trottole e giocare con le biglie.

Anche ammesso che il bambino che ha seguito tali serie si dedichi nel tempo libero al relativo, e colpevolmente legato a strategie commerciali, gioco delle carte, sapete che per confrontasi con gli amici bisogna spendere cifre non indifferenti per avere la serie completa? Inoltre spesso in questi giochi vince chi ha il reddito familiare lordo più alto e di conseguenza ha speso di più, poiché le card migliori e più forti, quelle che fanno vincere, sono quelle con il prezzo più alto e più rare (in barba ad intelligenza tattica, strategia e fantasia). Anticipazione del campionato di calcio, per cui la propria squadra vince solo se ha un Presidente plurindagato, ladro e truffatore ma ricco sfondato, disposto a spendere cifre esorbitanti per giovani uomini tatuati in boxer che rincorrono un pallone. 

Se poi durante un ipotetico futuro torneo di ramino, il bambino divenuto nel frattempo uomo, dovesse trovarsi in difficoltà che succederebbe? Invocherebbe l’intervento di un qualche essere che deve sorgere da un quattro di fiori o da un Jack di quadri, accuserebbe l’avversario di barare, attenderebbe che questi commetta una “maronata”, facendogli così vincere la partita senza sforzo? Griderebbe al complotto o all’oscuro disegno messo in piedi da Moggi? Tacendo poi, per non infierire, della strada segnata verso la dipendenza da gioco d’azzardo, video lottery e video poker.

Ovviamente tutto questo è sarcastico e volutamente esagerato, esposto in modo satirico, ma un pensiero comunque, ogni tanto, ce lo dedico.





Vedi anche:
Eroi, Superstar ed i Cartoni Animati 
Parallelo di Esperienze 

3 commenti:

  1. Ovviamente non puoi che trovarmi d'accordo. Convinta sostenitrice dei valori presenti nelle vecchie serie animate e del tutto assenti dalle odierne! Mica è un caso che a Ruben abbia proposto tutta la serie di Conan (quello di Miyazaki) e vecchie glorie in lungometraggio piuttosto che prendere la TV, e che da mia mamma continui a guardare soprattutto Rai YOYO (in cui i contenuti educativi, quasi sempre, ci sono). Mi piacciono molto gli accenti, che non direi sarcastici o esagerati, purtroppo, ma piuttosto realistici.
    E poi, vuoi mettere il fascino di Aran Benjo, di Harlock o Actarus, Ken Shiro o Rocky Joe e questi tipetti? Inarrivabili.

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    1. Grazie per il sostegno! Medito un post dedicato ai protagonisti maschili ed uno a quelli femminili...suggerimenti? un saluto affettuoso.
      Adriano

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  2. Mmh...così su due piedi temo di dimenticarmene alcuni, comunque ci provo.
    Femminili: Lady Oscar, Peline, Candy, Evelyn, Maya (l'attrice, non l'ape!), Jenny la tennista, Sara (la piccola principessa), Ransie, Mademoiselle Anne (MITICA!)...
    Maschili: Remi (sigh!), Harlock, Actarus, Ken, REI della serie di Ken, Kyashan (sigh), quell'altro nei tre robot...anche lui molto fascinoso...George?, Conan, City Hunter, i cinque samurai, i cinque di Voltron, i cinque di Vultus 5, Derek Wildstar di Starblazer e anche Deslar, primo vero cattivo che si pente dei cartoni animati, l'atlantideo di Moby Dick 5, e...lo ammetto...Akira di Devilman.
    Più recenti: SANZO, Van (di Escaflowne), il lupo del Rakuen, Takumi di Nana!
    Ce ne sarebbero altri mille, ma te li scriverò un'altra volta...

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