martedì 30 novembre 2021

Ofelia tra Shakespeare, Guccini e Millais

...

Ophelia, che cosa senti quando la voce dagli spalti

Ti annuncia che è l'ora già e il giorno piano muore?

Ophelia che vedi dentro al verde dell'acqua del fossato

Nei guizzi che la trota fa cambiando di colore?

...

Ofelia è uno dei personaggi dell'Amleto di William Shakespeare.

Ofelia, a seguito di varie vicende finirà annegata in un fiume. John Everett Millais attraverso la sua opera racconta proprio questo momento. Il dipinto è conservato alla Tate Gallery di Londra, si nota perché contraddistinto da un acceso naturalismo, che si concentra in particolare sulla raffigurazione della natura. La raffigurazione fortemente naturalistica è dettata anche dal forte interesse in epoca vittoriana per il “linguaggio dei fiori”, la flora infatti ha qui una funzione fortemente simbolica

Millais avrebbe raffigurato un vero paesaggio campestre della contea inglese del Surrey, in estate, e la figura di Ofelia sarebbe stata aggiunta nello studio del pittore durante l'inverno successivo (una metodologia tipicamente Preraffaellita).

La ragazza che posò per il dipinto (dentro una vasca da bagno) è Elizabeth Siddal, all'epoca ventitreenne, che faceva la modella anche per altri pittori Preraffaelliti, in particolare per Dante Gabriele Rossetti, che sposò nel 1860.

Ofelia, John Everett Millais- 1852, Londra, Tate Gallery



La morte di Ofelia, personaggio che ha poche battute nel dramma di Shakespeare, risulta il momento più significativo legato alla sua figura, ma non viene rappresentata in scena, bensì resa nota al pubblico per bocca della regina Gertrude:


"C’è un salice che cresce di traverso

a un ruscello e specchia le sue foglie

nella vitrea corrente; qui ella venne,

il capo adorno di strane ghirlande

di ranuncoli, ortiche, margherite

e di quei lunghi fiori color porpora

che i licenziosi poeti bucolici

designano con più corrivo nome

ma che le nostre ritrose fanciulle

chiaman “dita di morto”; ella lassù,

mentre si arrampicava per appendere

l’erboree sue ghirlande ai rami penduli,

un ramo, invidioso, s’è spezzato

e gli erbosi trofei ed ella stessa

sono caduti nel piangente fiume.

Le sue vesti, gonfiandosi sull’acqua,

l’han sostenuta per un poco a galla,

nel mentre ch’ella, come una sirena,

cantava spunti d’antiche canzoni,

come incosciente della sua sciagura

o come una creatura d’altro regno

e familiare con quell’elemento.

Ma non per molto, perché le sue vesti

appesantite dall’acqua assorbita,

trascinaron la misera dal letto

del suo canto a una fangosa morte.".

(Amleto, Atto IV, scena VII – trad. Goffredo Raponi, da www.liberliber.it)



lunedì 29 novembre 2021

Citazioni Cinematografiche n.435

    Pat: È solo lavoro, sa, qualcosa che mi tiene attivo. La mia vera passione è il mio hobby.

    Mary: Davvero? E quale sarebbe?

    Pat: Lavoro coi ritardati mentali.

    Mary: Non è politicamente inesatto?

    Pat: Be', vaffanculo, nessuno può venire a dirmi con... con chi posso o non posso lavorare. No.

    Mary: No, intendevo dire...

    Pat: Abbiamo questo ragazzo, Mongo, ha una fronte grande quanto un drive-in, ma è un bravo ragazzo, perciò non gli stiamo tanto addosso. E così un giorno Mongo è uscito dalla sua gabbia.

    Mary: Cosa, lo tengono in una gabbia?

    Pat: Be', è solo una recinzione.

    Mary: Lo tengono rinchiuso?

    Pat: Sì, esatto.

    Mary: È una stronzata!

    Pat: È quello che ho detto io. Così sono uscito e gli ho comprato un... gli ho comprato un guinzaglio.

    Mary: Un guinzaglio?

    Pat: Sì, uno di quelli che si possono agganciare alla corda del bucato. Lui corre avanti e indietro, su e giù, e... e ha tutto lo spazio che vuole per scavare, giocare... quel ragazzo è veramente... come posso dire... rifiorito! E adesso me lo posso portare al cinema, alle partite di baseball... Insomma un divertimento. Un gran divertimento.

    Mary: Da panico.

    Pat: Oh, sì, per loro è da panico, mentre per me è molto di più... per me è una gioia infinita. Sa, quei rincoglioniti sono la cosa più bella che mi poteva capitare in questo pazzo mondo.

(Pat Healy/Matt Dillon e Mary Jensen in “Tutti pazzi per Mary”, di Peter e Bobby Farrelly - 1998)






domenica 28 novembre 2021

Caffè #2

 

Eduardo De Filippo in “Natale in casa Cupiello”, di Eduardo De Filippo1977

venerdì 26 novembre 2021

Incipit 48/100

“Davvero, Else, non vuoi più giocare?. - No, Paul, non me la sento più. Ciao. - arrivederla, signora Mohr. - Else, la prego, mi chiami: signora Cissy. - O, meglio ancora, semplicemente: Cissy. - Arrivederci, signora Cissy. - Ma Else, come mai se ne va così presto? Abbiamo ancora due ore buone prima del dinner. - Faccia pure il suo single con Paul, signora Cissy. Oggi con me non c'è proprio da divertirsi. La lasci stare, signora Mohr, è sgarbata oggi, si è svegliata male. A proposito, Else, lo sai che il malgarbo ti sta d'incanto? E più ancora il rosso del tuo sweater. - Ti auguro di trovar maggior grazia nel blu. Ciao, Paul.”

(La signorina Else, di Arthur Schnitzler – trad. Renata Colorni)



 

giovedì 25 novembre 2021

Libertà, principi, laici e cattolici


Diceva Gaetano Salvemini: Il clericale domanda la libertà per sé in nome del principio liberale, salvo sopprimerla negli altri, non appena gli sia possibile, in nome del principio clericale.

Come dire che i cattolici rivendicano la loro libertà in base ai nostri principi, quelli laici, e negano le nostre libertà in base ai loro principi, quelli religiosi.

Oppure come dire che per i cattolici quello che vale per tutti, vale anche per loro se gli conviene, ma quello che vale solo per loro deve per forza valere per tutti.

Oppure che vale solo quando lo dicono loro.

Oppure, semplicemente, hanno la faccia come il culo!


martedì 23 novembre 2021

Nathan Never #365 - Memorie di un assassino


Memorie di un assassino proporre un’avventura che mescola fantascienza, indagine poliziesca e atmosfere gotico-noir

Nathan Never sembra dover affrontare un caso fra i più classici, ovvero la ricerca di un serial killer di prostitute che agisce come Jack lo squartatore, ma il focus si sposta su Solomon Darver, nello specifico su una questione delicata e potenzialmente pericolosa che deve gestire.


Quelle che all'inizio dell'albo sembrano due distinte linee narrative si intrecciano dopo poche tavole, sviluppando così una trama densa, con un ritmo ben scandito. Proprio il ritmo, tra le altre cose, è uno dei punti di forza della storia, dal momento che passa, con efficacia, dall'essere veloce, anche frenetico, a mostrarsi meditativo e consapevolmente lento.


L’albo richiama alcuni temi fondamentali della letteratura fantascientifica, di quella poliziesca e gotico-fantastica, oltre che questioni etiche e sociali proprie della science fiction più nobile.


lunedì 22 novembre 2021

Citazioni Cinematografiche n.434

Dorothy: Devi fare di più.

Jeffrey: Che vuoi dire?

Dorothy: Puoi fare cose cattive. Qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa.

Jeffrey: Che cosa vuoi?

Dorothy: Voglio che mi fai male.

Jeffrey: No, non voglio farti male. Te l'ho detto, voglio aiutarti.

(Dorothy Vallens/Isabella Rossellini e Jeffrey Beaumont/Kyle MacLachlan in “Velluto Blu”, di David Lynch - 1986)





domenica 21 novembre 2021

Caffè #1

Virgilio Riento e Vittorio De Sica in “Pane, amore e fantasia”, di Luigi Comencini - 1953

 

venerdì 19 novembre 2021

Incipit 47/100

“O Muse della Pieria che date gloria coi carmi, cantate qui Zeus e celebrate vostro padre, per opera del quale gli uomini mortali sono in pari modo illustri e oscuri, noti e ignoti per volere del possente Zeus. Facilmente, infatti, egli infonde forza, facilmente opprime il forte, facilmente abbatte l'illustre e innalza l'ignoto, facilmente addrizza il tortuoso e atterra l'orgoglioso, Zeus altotonante che abita le eccelse magioni. Ascoltatemi, volgendo lo sguardo e l'orecchio, indirizza secondo giustizia le leggi, tu! Ed io a Perse esporrò la verità.”

(Le Opere e i Giorni, di Esiodo – trad. Lodovico Magugliani)



 

lunedì 15 novembre 2021

Citazioni Cinematografiche n.433

Peppone: Ho una fame che mangerei un vescovo!

Don Camillo: È duro da digerire.

(Peppone/Gino Cervi e Don Camillo/Fernadel in "Don Camillo", di Julien Duvivier - 1952)








venerdì 12 novembre 2021

Incipit 46/100

“Era diventato un rito che si ripeteva ogni anno. Il destinatario del fiore ne compiva stavolta ottantadue. Quando il fiore arrivò, aprì il pacchetto e lo liberò della carta da regalo in cui era avvolto. Quindi sollevò il ricevitore e compose il numero di un ex commissario di pubblica sicurezza che dopo il pensionamento era andato a stabilirsi sulle rive del lago Siljan. I due uomini non erano solo coetanei, ma erano nati nello stesso giorno – fatto che in quel contesto poteva essere considerato come una sorta d'ironia. Il commissario, che sapendo che la telefonata sarebbe arrivata dopo la distribuzione della posta delle undici, nell'attesa stava bevendo un caffè. Quest'anno il telefono squillò già alle dieci e trenta. Lui alzò la cornetta e disse ciao senza nemmeno presentarsi.”

(Uomini che odiano le donne, di Stieg Larsson – trad. Carmen Giorgetti Cima)



 

martedì 9 novembre 2021

Cosa fa l'autunno?

 

Sentiero alberato in autunno, di Hans Andersen Brendekilde (1902) - Collezione privata

...

L'autunno ti fa sonnolento, la luce del giorno è un momento che irrompe e veloce è svanita: metafora lucida di quello che è la nostra vita...

L'autunno che sfuma i contorni consuma in un giorno più giorni, ti sembra sia un gioco indolente, ma rapido brucia giornate che appaiono lente...

...



lunedì 8 novembre 2021

Citazioni Cinematografiche n.432

Dimitrij: Sergej Petrowitsch voi sapete meglio di me che vi sono stato costretto.
Sergej Petrowitsch Kotov: Oh, da chi? Chi ti ha costretto? Dimmi? Mio candido angelo. Io non ti conoscevo nemmeno nel '23, non avevo mai sentito parlare di te. Ti hanno comprato, come una puttana, in franchi ti hanno comprato.
Dimitrij: Io non vi consento di parlarmi così. Io volevo soltanto una cosa: tornare in questa casa. Ci avevo creduto, me l'avevano promesso, i vostri amici me l'avevano promesso: "fallo" mi dissero "e noi ti faremo tornare". Ma mi hanno ingannato e mi hanno preso tutto. Tutto! La vita, il mio lavoro, l'amore, Marusia, la fede, la patria, tutto mi hai preso!
Sergej Petrowitsch Kotov: Ah, ecco ora capisco perché sei tornato, per godere, per gioire delle tue offese, per assaporarle goccia a goccia, per sorseggiarle. E dopo, paf!: "cittadino Kotov siete in arresto".
Dimitrij: Sì, devo riconoscere che un reato grave io l'ho commesso, sono venuto ad avvisarvi.
Sergej Petrowitsch Kotov: Menti, continui a mentire. Ti comporti come una puttana, come l'ultima delle puttane, hai mentito di qua e di là, perché dopo ne tenessi conto. Lo sai come andrà a finire questa storia? Chi oserà toccarmi? Chi oserà toccarmi? L'eroe della rivoluzione, il leggendario Colonnello, chi? Chi oserà toccare Kotov?
Dimitrij: Ti ricorderò tutto questo. Sì, ti voglio vedere tra cinque giorni, voglio proprio vedere, quando ti ritroverai ricoperto di merda fino al collo! Quando scriverai di tuo pugno la confessione che dal 1920 hai fatto la spia per i tedeschi e dal 1923 anche per i giapponesi. Quando confesserai che sei un terrorista e che hai organizzato un attentato alla vita del compagno Stalin, e se non vorrai firmare, lurida carogna, ci faremo carico di ricordarti che hai una moglie e una figlia!

(Dimitrij/Oleg Menshikov e Sergej Petrowitsch Kotov/Nikita Michalkov in "Sole ingannatore", di Nikita Michalkov - 1994)



 

 

venerdì 5 novembre 2021

Incipit 45/100

“Sedeva alla finestra a guardare la sera che calava sul viale. Appoggiava il capo alle tendine, e le sue narici respiravano l'odore di polvere del crétonne. Era stanca.”

(Eveline in Gente di Dublino, di James Joyce – trad. Maria Pia Balboni)



 

mercoledì 3 novembre 2021

Il rituale del tè, quel puntuale rinnovarsi degli stessi gesti e della stessa degustazione, quell'accesso a sensazioni semplici, autentiche e raffinate, quella libertà concessa a tutti, a poco prezzo, di diventare aristocratici del gusto, perché il tè è la bevanda dei ricchi così come dei poveri, il rituale del tè, quindi, ha la straordinaria virtù di aprire una breccia di serena armonia nell'assurdità delle nostre vite.
(Muriel Barbery, da "L’eleganza del riccio", trad. Emanuelle Caillat e Cinzia Poli)

Margot Robbie in “The Wolf of Wall Street”, di Martin Scorsese - 2013 

George Clooney in “Ave, Cesare!”, di Joel e Ethan Coen - 2016


lunedì 1 novembre 2021

Citazioni Cinematografiche n.431

Marianne: Johan, tu credi davvero che due persone possano vivere insieme tutta la vita?
Johan: È una convenzione balorda che abbiamo ereditato da non so da chi. Ci vorrebbe un contratto quinquennale o meglio rinnovabile di anno in anno.

(Marianne/Liv Ullmann e Johan/Erland Josephson in "Scene da un matrimomio", di Ingmar Bergman - 1973)