«È il padre di
tutti noi, il vero fondatore del crime scandinavo»: con queste parole Jo
Nesbø ha definito Per Wahlöö,
scrittore, giornalista e traduttore svedese, scomparso nel 1975.
Wahlöö esordì come scrittore negli
anni Cinquanta, conquistando già con i suoi primi romanzi il pubblico
scandinavo. La fama internazionale, però, arrivò più tardi. Dopo aver
incontrato Maj Sjöwall, più giovane di dieci anni, che lavorava nella
casa editrice Esselte. Se ne innamorò e nacque una relazione che durò fino alla
morte di Wahlöö e che fu l’inizio di
un sodalizio artistico incredibilmente proficuo.
Nel 1965 la coppia diede alle stampe Roseanna, che inaugurava le
indagini di quello che sarebbe diventato uno dei più famosi detective della
letteratura scandinava, Martin Beck. Le vicende di Martin Beck
andranno avanti fino all’ultima indagine, Terroristi,
arrivata dieci anni (e dieci libri) più tardi.
La caratteristica
peculiare dei romanzi di Wahlöö e
Sjowall, è la fortissima valenza politica, l’attenzione ai temi e questioni sociali della Svezia e dell’Europa di quegli anni. Elemento che sarà ripreso, dagli anni 90 in
poi, da gran parte degli autori scandinavi di thriller, gialli e noir. Henning Mankell fra i maggiormente
degni di nota, con la serie del commissario
Wallander.
I due autori
furono abilissimi nella creazione di intrecci, a volte sorprendenti, a volte
più semplici, sia pieni di suspense che “ordinari”, ma soprattutto riuscirono a
trasformare la letteratura di genere in un potentissimo strumento di critica
alla gestione dello Stato, creando un perfetto equilibrio, come prima di
loro nessuno aveva fatto, tra giallo e
romanzo sociale.
Romanzo dopo
romanzo, seguiamo la vita e la carriera di Martin
Beck e dei suoi colleghi, in servizio a Stoccolma. Martin Beck
nei primi romanzi è un infelice marito e padre di due teenager, successivamente
sarà un uomo divorziato, che ottiene diverse promozioni, apparentemente con suo
rammarico. Inizia la sua carriera come ispettore
per poi diventare ispettore capo,
attraverso indagini che lo coinvolgono e lo modificano nel carattere e nel
fisico, accompagnandosi a colleghi che stima ed altri che detesta, presentando
al lettore la sua professionalità e la
sua umanità, nei momenti bui ed in quelli più lieti, passando anche per un
grave ferimento che lo porta in pericolo
di vita.
Gli autori Per
Wahlöö e Maj Sjöwall sono
considerati tra i fondatori del “poliziesco procedurale” ed ancora oggi
sono leggibili e godibili. Questo se risulta chiaro che non ci si deve
aspettare una serie di “cacce all’uomo” tutte azione ed inseguimenti, trame
elaborate e serie infinite di personaggi che fanno a gara a rubarsi la scena.
In questi romanzi si “tocca” e ci si confronta con la quotidiana
fatica di investigatori e poliziotti, con l’apparente normalità di
delitti e morti che in molti casi non balzano all’onore della cronaca, con
l’impegno di uomini e donne che fanno il loro dovere, quello che
ritengono sia giusto fare, o semplicemente vivono come possono vivere altri
uomini ed altre donne, alle prese con le loro private questioni.
Cosa affascina quindi di questa serie, resa molto bene dall’ottimo
lavoro di traduzione dallo svedese da parte di Renato Zatti? Tutto
questo e la presa di coscienza di Martin Beck che, un’avventura dopo
l’altra, diviene una persona conosciuta, vicina, quasi un amico od un discreto
vicino di casa verso cui proviamo sincera simpatia ed affetto, nei suoi
limiti e difetti, nelle sue avversioni e passioni e nella capacità di fare i
conti con se stesso e con la società in cui vive. La narrazione è molto
realistica, ogni capitolo di ogni romanzo (scritto alternativamente da Wahlöö e dalla Sjowall ) presenta azione e freschezza o momenti di riflessione e meditazione,
sulla procedura investigativa e su ciò che gli accade intorno. Non mancano momenti
di azione, ma i colpi di scena non sono il fulcro della narrazione, non
sono espedienti o soluzioni per attrarre il lettore, bensì calibrati e dosati
per far sì che si inseriscano al meglio nella trama.
La coppia di scrittori svedesi, ed il personaggio da loro
proposto, non ama la ricerca fine a se stessa delle atmosfere, di esotiche
suggestioni lontane dalla realtà, bensì predilige una certa asciuttezza
stilistica e la proposizione di fatti concreti.
Il realismo e l’indagine sociale, in alcuni episodi,
effettivamente appesantisce un po’ la narrazione, ma non pregiudica il gusto
della lettura, poiché comunque i 10 romanzi sono tutti apprezzabili
e soddisfacenti, ovviamente date le premesse di cui sopra (si parla sempre di
romanzi svedesi di ormai 50 anni fa per i primi episodi!). Inoltre alcuni dei temi
toccati dagli autori, come ad esempio i metodi brutali delle forze
dell’ordine o le aberrazioni di un capitalismo cieco ed arrogante, la
dittatura del denaro e le difficoltà sociali, sono di stringente attualità.
In Italia, dopo la Garzanti che aveva interrotto la serie
negli anni 70, tutti i 10 romanzi della serie sono pubblicati da Sellerio,
che però ha commesso il “delitto” di riproporli non rispettando la cronologia
originale di pubblicazione. Ora però, a serie conclusa, chi si avvicini a Martin
Beck ed alla polizia svedese anni 60 e 70, con le sue trasformazioni e le
modifiche sociali e culturali a cui è andata incontro, può godere, se vuole, a
leggerli “in fila”.
Di seguito i titoli della serie in ordine cronologico (e di auspicabile
lettura):
Roseanna
L'uomo che andò in fumo
L'uomo al balcone
Il poliziotto che ride
L'autopompa fantasma
Omicidio al Savoy
L'uomo sul tetto
La camera chiusa
Un assassino di troppo
Terroristi
Complimenti, ottimo riassunto. Lo leggo solo ora con un certo ritardo... Grazie per i complimenti. Il traduttore della serie. RZ
RispondiEliminaGrazie a lei per averci dato la possibilità di godere dell'intera serie, per il suo lavoro di traduzione e per avermi permesso di parlarne! Inoltre grazie per l'attenzione che ha voluto dedicare a queste mie righe.
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