lunedì 28 giugno 2021

Citazioni Cinematografiche n.413

Willie: Tu finisci morto ammazzato a forza di cercare fortuna e gloria!
Indiana Jones: Può darsi, ma non oggi.

(Wilhelmina "Willie" Scott/Kate Capshaw e Indiana Jones/Harrison Ford in "Indiana Jones e il tempio maledetto", di Steve Spielberg - 1984) 



 

 

venerdì 25 giugno 2021

Incipit 26/100

Tutta colpa di Terry. È lui il mio sassolino nella scarpa. E, se proprio devo essere sincero, è per togliermelo che ho deciso di cacciarmi in questo casino, cioè di raccontare la vera storia della mia vita dissipata. Fra l'altro mettendomi a scribacchiare un libro alla mia veneranda età violo un giuramento solenne, ma non posso non farlo. Non posso lasciare senza risposta le volgari insinuazioni che nella sua imminente autobiografia Terry McIver avanza su di me, le mie tre mogli (o come dice lui la troika di Barney Panofsky), la natura della mia amicizia con Boogie e, ovviamente, lo scandalo che mi porterò fin nella tomba. Il tempo, le febbri, questo il titolo della messa cantata di Terry, è in uscita per i tipi del Gruppo (chiedo scusa, il gruppo, si scrive così), una piccola casa editrice di Toronto che gode di lauti sussidi governativi e pubblica (su carta riciclata, potete scommetterci la testa) anche un mensile, “la buona terra”.”

(La versione di Barney, di Mordechai Richler – trad. Matteo Codignola)



 


giovedì 24 giugno 2021

Dizionario di volti e giorni

Che cos'è il ricordo se non il linguaggio dei sentimenti, un dizionario di volti e giorni e profumi che ritornano come verbi e aggettivi nel discorso?
Julio Cortazar


 

martedì 22 giugno 2021

Pazzia e Caos

 

Tutti siamo scienziati pazzi, e la vita è il nostro laboratorio. Tutti stiamo sperimentando per trovare un modo di vivere, per risolvere problemi, per convivere con pazzia e caos.

David Cronenberg

 


 

lunedì 21 giugno 2021

Citazioni Cinematografiche n.412

Sonja: Boris, guarda questa foglia. Non è perfetta? E questa? Guarda. Sì, sono convinta che questo è il migliore dei mondi possibili. 

Boris: Bé, è certo il più costoso.
Sonja: Non è incredibile la natura?
Boris: Per me la natura è, sai… Non lo so… i ragni, e le cimici, e il pesce grosso che mangia il piccolo e le piante che mangiano altre piante, animali che man… È un enorme ristorante, così la vedo.
Sonja: Sì, però se Dio l’ha creata deve essere bella anche se il suo piano non c’è chiaro per il momento.
Boris: Sonja, e se Dio non esistesse?
Sonja: Boris Dimitrovic, stai scherzando?!?
Boris: E se fossimo solo un branco di gente assurda che corre intorno senza nesso o ragione?
Sonja: Ma se non esiste Dio la vita non avrebbe alcun significato. Perché dovremmo continuare a vivere? Perché allora non suicidarsi?
Boris: Beh, non facciamo gli isterici. Potrei sbagliare. Io oggi mi uccido e domani Lui concede un’intervista.
Sonja: Boris, ti dimostro com’è assurda la tua posizione. D’accordo, diciamo che Dio non c’è e ogni uomo è libero di fare tutto ciò che vuole. Beh, e allora chi ti impedisce di ammazzare qualcuno?
Boris: L’omicidio è immorale!
Sonja: L’immoralità è soggettiva.
Boris: Sì, ma la soggettività è oggettiva.
Sonja: Non negli schemi percettivi razionali.
Boris: La percezione è irrazionale, implica imminenza.
Sonja: Ma il giudizio di ogni sistema o relazione prioritaria dei fenomeni esiste in ogni contraddizione razionale, metafisica, o almeno epistemologica, per concetti astratti come esistere o essere, o accadere nella cosa stessa o della cosa stessa.
Boris: Sì, questo è vero, anche io lo dico sempre.

(Sonja/Diane Keaton e Boris/Woody Allen in "Amore e Guerra", di Woody Allen - 1975)



 


venerdì 18 giugno 2021

Incipit 25/100

“Ha dimenticato qualcosa. Appena si sveglia lo sa con sicurezza. Qualcosa che ha sognato durante la notte. Qualcosa che dovrebbe ricordare. Si sforza di ricordare. Ma il sonno è come un buco nero. Un pozzo che non rivela niente di ciò che contiene.”

(Assassino senza volto, di Henning Mankell – trad. Giorgio Puleo)



 

martedì 15 giugno 2021

Tell him

 

I cieli sono uguali
Azzurri, grigi, neri,
si ripetono sopra 
l'arancio o la pietra:
guardarli ci avvicina.

Annullano le stelle,
tanto sono lontane
le distanze del mondo.

Se noi vogliamo unirci,
non guardare mai avanti:
tutto pieno di abissi,
di date e di leghe.

Abbandonati e galleggia
sopra il mare o sull'erba,
immobile, il viso al cielo.

Ti sentirai calare 
lenta, verso l'alto,
nella vita dell'aria.

E ci incontreremo
oltre le differenze
invincibili, sabbie,
rocce, anni, ormai soli,
nuotatori celesti,
naufraghi dei cieli.

Pedro Salinas


 

lunedì 14 giugno 2021

Citazioni Cinematografiche n.411

Non distogliere mai gli occhi dal tuo avversario, anche quando ti inchini. 

(Mr. Lee/Bruce Lee in "I 3 dell'Operazione Drago", di Robert Clouse - 1973)



 

venerdì 11 giugno 2021

Incipit 24/100

“Prima o poi uno dei due chiederà: quando ci rivediamo? E con ciò segnerà la fine di qualcosa ma anche l'inizio di qualcos'altro, che farà irrimediabilmente svanire la passione – sempre che la si possa chiamare così – dei primi tempi, le aveva spiegato chissà quando il professore con il quale aveva convissuto per un certo periodo, all'epoca dell'università. Erano parole di uno scrittore di cui non ricordava più il nome, il quale sosteneva che il primo a chiedere: quando ci rivediamo? era destinato a 'perdere la partita in amore', per usare il frasario del suo professore. Come dire che è tutto soltanto un gioco di forze, aveva pensato allora Gabi, senza esserne affato convinta. Qualche tempo dopo, in seguito alla rottura con il professore, aveva colto l'occasione per mollare l'università, che ancora non le aveva dato nulla di quello che si aspettava.”

(Ripristinando antichi amori, di Yehoshua Kenaz – trad. Elena Loewenthal)



 

mercoledì 9 giugno 2021

Da quando ti amo


Quando non scrivevo forse era perché ero innamorata. O amata. Qualcuno mi aveva resa oggetto del suo amore. Non è male. Dura poco, ma non è male.

Toni Morrison


 

martedì 8 giugno 2021

Nathan Never #360 - L'uomo senza volto

Il numero 360 di Nathan Never è un buon esempio di come, anche nei fumetti "popolari" ed a volte un po' trascurati, si possa trovare un valido e virtuoso incontro fra generi e temi.


In particolare "L'uomo senza volto" è fantascienza che si tinge di giallo e di attualità, indagine investigativa tutto sommato "classica" che si inserisce nella sociologia e psicologia, bei richiami al western e momenti lievi e di ironia intelligente.

I personaggi sono ben delineati e caratterizzati, i dialoghi ben costruiti e rendono godibile e interessante una storia che si presenta come ottimo esempio di fantascienza gialla, in grado di prestarsi anche a letture su più e differenti piani.

Da apprezzare anche i disegni, curati e realistici al punto giusto. 


 

lunedì 7 giugno 2021

Citazioni Cinematografiche n.410

Presidente, assumo il mio compito con ottimismo e speranza. E dico a quest'Aula, come ho detto a coloro che sono entrati nell Governo, che io non ho molto altro da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore.

(Winston Churchill/Gary Oldman in "L'ora più buia", di Joe Wright - 2017)



 

venerdì 4 giugno 2021

Incipit 23/100

“C'è un paesaggio interiore, una geografia dell'anima; ne cerchiamo gli elementi per tutta la vita. Chi è tanto fortunato da incontrarlo, scivola come l'acqua sopra un sasso, fino ai suoi fluidi contorni, ed è a casa. Alcuni lo trovano nel luogo di nascita; altri possono andarsene, bruciati, da una città di mare, e scoprirsi ristorati nel deserto. Ci sono quelli nati in campagne collinose che si sentono veramente a loro agio solo nell'intensa e indaffarata solitudine della città. Per qualcuno è la ricerca dell'impronta di un altro; un figlio o una madre, un nonno o un fratello, un innamorato, un marito, una moglie o un nemico. Possiamo vivere la nostra vita nella gioia o nell'infelicità, baciati dal successo o insoddisfatti, amati o no, senza mai sentirci raggelare dalla sorpresa di un riconoscimento, senza patire mai lo strazio del ferro ritorto che si sfila dalla nostra anima, e trovare finalmente il nostro posto.”

(Il danno, di Josephine Hart – trad. Vincenzo Mantovani)



 

 

giovedì 3 giugno 2021

martedì 1 giugno 2021

Chiamami col tuo nome (2017)

Qualche giorno fa ho letto sulle pagine di uno dei maggiori social network una serie di opinioni e giudizi su “Chiamami col tuo nome”, il film di Luca Guadagnino del 2017. Una parte non secondaria di chi ne ha scritto esprimeva perplessità e scarso entusiasmo per l'opera. Alcuni, con una certa dose di sicurezza e impellente desiderio di comunicare, giungevano a dire che fosse noioso, molto noioso, uno dei film più noiosi che avessero visto.

Non posso sapere quali film siano soliti vedere i soggetti in questione, perciò non sono in grado di valutare se “Chiamami col tuo nome” sia effettivamente da annoverare fra i più noiosi a cui abbiano rivolto la loro attenzione, ma io non lo considero tale.

Parto dal fatto che il suddetto film non è effettivamente un capolavoro, ammesso che qualcuno di noi comuni spettatori sia in grado di riconoscere un capolavoro quando se lo trova davanti (e non ci sia qualcuno di cui per qualche motivo ci fidiamo che ci dica lo sia o la moda del momento usi tale definizione per quel qualcosa), ma non ritengo sia da definire “noioso”.

Ha momenti calligrafici, qualche eccesso estetizzante, ma questi ci stanno nel complesso di un'opera che può vantare una certa attenzione, una cura vicino al maniacale, nella costruzione dell'immagine, nell'evocazione delle atmosfere e nella coinvolgente sceneggiatura, questa a firma di James Ivory. Guadagnino e Ivory mostrano padronanza e tecnica nella composizione e presentazione del soggetto e dell'intera opera. Se per il maestro statunitense non era possibile avere dubbi (oscar per questo film, tra l'altro), meno facile sarebbe stato scommettere su Guadagnino. Invece possiamo ammirare competenza ed efficacia nei meccanismi narrativi ed espositivi e conoscenza di quello che può arrivare allo spettatore.

Non entro nella questione dei temi e messaggi dell'opera, che sono più o meno evidenti o consoni alla sensibilità di chi effettivamente l'ha vista, ma ciò che mi preme è sottolineare è che il racconto di ciò che accade al protagonista è ben preparato e presentato. Riesce a mettere in scena, bene, sentimenti ed eventi. Coinvolge e colpisce nei momenti e punti narrativamente e biograficamente adeguati, anche con qualche perdonabile indulgenza e un pizzico di manierismo. Ha un ritmo meditato e dialoghi da seguire con attenzione, per quanto sono calibrati e dosati, le immagini richiedono pacatezza e vigile rilassatezza, ma “Chiamami col tuo nome” non mi ha annoiato.