lunedì 27 novembre 2023

Citazioni Cinematografiche n.539

 

John Keats: Ho fatto un tale sogno stanotte. Fluttuavo sopra gli alberi con le mie labbra unite ad una bellissima figura. Per quella che mi è apparsa un'eternità. Cime di alberi erano spuntate sotto di noi e ci riposavamo sopra di loro con la leggerezza di una nuvola.
Fanny: Chi era la figura?
John Keats: Dovevo avere gli occhi chiusi perché non ho memoria.
Fanny: Ma avete memoria delle cime degli alberi.
John Keats: Non quanto abbia memoria delle labbra.
Fanny: Le labbra di chi? Erano le mie labbra?
(John Keats/Ben Whishaw e Fanny Brawne/Abbie Cornish in “Bright Star”, di Jane Campion - 2009)




giovedì 23 novembre 2023

Alla sera

 

"Notte in città" - Jack Vettriano

Forse perché della fatal quïete
Tu sei l'imago a me sì cara vieni
O sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,
E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all'universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
Delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.



lunedì 20 novembre 2023

Citazioni Cinematografiche n.538

Christine Brown: Signor Stark, lei viene definito il Leonardo Da Vinci contemporaneo, cos'ha da dire?
Tony Stark: Una cosa ridicola, io non dipingo.
Christine Brown: E l'altro soprannome: mercante di morte?
Tony Stark: Non è male... mi faccia indovinare: Berkley?
Christine Brown: Brown, per la verità...
Tony Stark: Be', signorina Brown, è un mondo imperfetto, ma è l'unico che abbiamo... Creda, quando non serviranno più armi per mantenere la pace, costruirò mattoni per ospedali pediatrici.
Christine Brown: Prova spesso le battute?
Tony Stark: Ogni sera allo specchio prima di coricarmi.
Christine Brown: Sì, lo vedo...
Tony Stark: Vorrei mostraglielo di persona...
Christine Brown: A me interessa una risposta seria.
Tony Stark: Va bene, sarò serio. Il mio vecchio aveva una filosofia: "Pace" significa avere una mazza più grande degli altri.
Christine Brown: Una gran bella battuta da chi vende le mazze.
Tony Stark: Mio padre ha aiutato a sconfiggere i nazisti. Ha lavorato al progetto Manhattan. Molti tra cui professori alla Brown lo definirebbero un eroe.
Christine Brown: E molte persone lo definirebbero un affarista della guerra.
Tony Stark: E scriverà anche su quante persone abbiamo salvato con la tecnologia medica avanzata o di quante persone la nostra coltura intelligente ha sfamato? Tutti questi progressi? Finanziamenti militari, cara!
Christine Brown: Magnifico... ha mai perso un'ora di sonno in vita sua?
Tony Stark: Magari ne perderei qualcuna con lei.

(Christine Brown-Everhart/Leslie Bibb e Tony Stark/Robert Downey Jr. in “Iron Man”, di Jon Favreau - 2008) 








venerdì 17 novembre 2023

Peso del dolore

 


"Ognuno di noi vive la propria vita portandosi dietro il peso del dolore che ha provato. Ci sono anche quelli che non provano niente e che non portano alcun peso: basta un'occhiata per capire chi sono. Sembrano automi, sono diversi dagli altri. Quelli che portano un peso li riconosci dal colore; dall'incedere pieno di grazia."

(Banana Yoshimoto, “Il dolce domani” - trad. Gala Maria Follaco)





martedì 14 novembre 2023

Amore ed una creatura selvatica


“Non amate mai una creatura selvatica, signor Bell,“ lo ammonì Holly. "E’ stato questo lo sbaglio di Doc. Si portava sempre a casa qualche bestiola selvatica. Un falco con un'ala spezzata. E una volta un gatto selvatico adulto con una zampa rotta. Ma non si può dare il proprio cuore a una creatura selvatica; più le si vuol bene più forte diventa. Finché diventa abbastanza forte da scappare nei boschi. O da volare su un albero. Poi su un albero più alto. Poi in cielo. E sarà questa la vostra fine, signor Bell, se vi concederete il lusso di amare una creatura selvatica. Finirete per guardare il cielo.”

(Colazione da Tiffany, Truman Capote – trad. Bruno Tasso) 




lunedì 13 novembre 2023

Citazioni Cinematografiche n.537


Steve Rogers: È andata...?
Abraham Erskine: Sì, sì, penso di sì!
Howard Stark: C'è veramente riuscito!
Peggy Carter: Come ti senti?
Steve Rogers: Più alto...!
Peggy Carter: Ora, ehm... sei più alto!

(Steve Rogers/Chris Evans, Abraham Erskine/Stanley Tucci, Howard Stark/Dominic Cooper e Peggy Carter/Hayley Atwell in “Captain America - Il primo Vendicatore”, di Joe Johnston - 2011)




giovedì 9 novembre 2023

Al parco

 

Conversazione in un parco, Thomas Gainsborough – 1745, Parigi, Louvre


...
Penso che
Ho di nuovo i brividi
E mi lascio prendere
Da domande inutili
Da poeti poveri
...



martedì 7 novembre 2023

Dopo un lungo silenzio

 

Karen Offutt


Parlare dopo un lungo silenzio è cosa giusta.
Perduti o morti gli esseri amati,
nascosta nell'abat-jour l'ostile lampada
e calate le tende sulla nemica notte
che si parli così tra noi e noi
su questo tema eccelso, l'Arte e il Canto.
La decrepitudine del corpo è saggia:
giovani ci siamo amati senza saperne nulla.

(William Butler Yeats - Trad. Eugenio Montale)






lunedì 6 novembre 2023

Citazioni Cinematografiche n.536


Alekseij: L'ho sempre detto che somigli a mia madre.
Natal'ja: Forse è per questo che ci siamo separati. E noto con terrore che Ignat ti somiglia sempre di più.
Alekseij: Sì. E perché con terrore?
Natal'ja: Vedi, Alekseij, noi non siamo mai riusciti a parlarci da persone normali.
Alekseij: Anche quando ricordo la mia infanzia e mia madre, mamma - chissà perché - ha sempre le tue sembianze. Già, però in fondo lo so perché mi fate pena allo stesso modo, tu e lei.

(Alekseij/Ignat Danil'cev e Natal'ja/Margarita Terechova in “Lo Specchio”, di Andrej Tarkovskij - 1975)




venerdì 3 novembre 2023

Ti ha portata novembre

 

Giovanni Boldini (1842-1931), Mademoiselle De Nemidoff


Ti ha portata novembre. Quanti mesi
durerà la dolceamara
vicenda di due sguardi, di due voci?
Se io avessi una leggenda tutta scritta
direi che questo tempo che ci sfiora
ci appartiene da sempre. Ma non sono
che un uomo fra mille e centomila
ma non sei
che una donna portata da novembre
e un mese dona e un altro ci saccheggia.
Sei una donna
che adesso tiene un naufrago impaziente
dimmi tu
sei scoglio
o continente?

(Luciano Erba)



lunedì 30 ottobre 2023

Citazioni Cinematografiche n.535

Vedi, Luca, Firenze non è fatta solo di belle automobili e di gelati, come pensate voi ragazzi. Firenze è l'essenza umana che diventa divina, è la bellezza che prende forma. E tu, anche tu, puoi far parte di questo mondo. Perché chi immagina, chi crea aiuta gli altri a comprendere il grande progetto di Dio.

(Arabella/Judy Dench in “Un tè con Mussolini”, di Franco Zeffirelli - 1999) 








lunedì 23 ottobre 2023

Citazioni Cinematografiche n.534

 

Mi chiamo Lester Burnham. Questo è il mio quartiere, questa è la mia strada, questa è la mia vita. Ho quarantadue anni, fra meno di un anno... sarò morto. Naturalmente io questo ancora non lo so. E in un certo senso sono già morto. Guardatemi, mi faccio una sega sotto la doccia. Questo sarà il culmine della mia giornata. Dopodiché è tutto uno sfacelo. Questa è mia moglie, Carolyn. Vedete come i guanti su quelle cesoie armonizzano con gli zoccoli da giardino? Non è un caso. Questo è il nostro vicino, Jim. E questo è il suo amante, Jim. Accidenti, mi esaurisco solo a guardarli. Non è stata sempre così, una volta era felice... una volta eravamo felici. Mia figlia Jane, figlia unica. Jany è un'adolescente abbastanza tipica: arrabbiata, insicura, confusa... magari potessi dirle che tutto questo passerà. Ma non le voglio mentire. Mia moglie e mia figlia mi vedono come un colossale perdente... e... hanno ragione! Ho perso davvero qualcosa. Non sono del tutto sicuro di cosa si tratta ma... so che non mi sono sempre sentito così "posato". Però volete saperlo?! Non è mai troppo tardi per tornare indietro.

(Lester Burnham/Kevin Spacey in “American Beauty”, di Sam Mendes - 1999)





lunedì 16 ottobre 2023

Citazioni Cinematografiche n.533

Quelli che non sono amati da nessuno alla fine ammazzano sempre qualcuno e... certe volte ammazzano se stessi.

(Eunice/Amanda Plummer in “Butterfly Kiss – Il bacio della farfalla”, di Michael Winterbottom - 1995)







giovedì 12 ottobre 2023

l'Arte secondo Giorgio Bassani

 

"La danza della vita", di Edvard Munch (1900) - Nasjonalgalleriet di Oslo 


“L'Arte, lo sappiamo, è sempre uguale a sé stessa. Sta là, diversa dalla Vita, anzi il suo contrario, a ricordarci della Vita, e, talvolta, addirittura a restituircela.”

(Giorgio Bassani, da “Italia da salvare”)




martedì 10 ottobre 2023

I Ponti #3



Sul ponte

Soli un uomo e una donna
sopra un ponte dell'assonnata azzurra Senna -
sul desertico senso della folla,
sulle luci chimeriche.
In qualche dove si cambiano governi,
qualcuno pronuncia discorsi saggi.
Questo da lì appare appena,
come Senna, 
                    fluttuante e vaga.
Così senza parole stanno,
                                         senza baci
sotto la trasparente volta fino all'alba,
come in confezione-cellophane
a tutta la terra
                       dono della terra!
Per noi il cielo non voglia
                                           né profitto
                                                             né tetto,
né una vita comoda acquiescente.
Voglia
           che in ogni dove,
sempre noi restiamo sul ponte.
Ponte
          impresso nel cielo in eterno,
ponte
          dall'essenza sempre santa,
ponte
          teso al di sopra del tempo,
al di sopra
                  d'ogni vanità e menzogna.

(Evgenij Evtušenko - trad. Evelina Pascucci)




lunedì 9 ottobre 2023

Citazioni Cinematografiche n.532

 

Noi vogliamo il pane, ma vogliamo anche le rose. Vogliamo tutte le cose belle, tutte le cose belle della vita.

(Sam/Adrien Brody in “Bread and Roses”, di Ken Loach - 2000)





martedì 3 ottobre 2023

I Ponti #2

 



Se la costruzione del ponte è la più sublime delle ingegnerie, il suo abbattimento è la più impressionante delle distruzioni. Un ponte che cade è come una bestia che si piega sulle ginocchia dopo il colpo alla cervice. Manda un segnale cosmico, spezza qualcosa nell’universo.”

(Paolo Rumiz, “E' Oriente”)





lunedì 2 ottobre 2023

Citazioni Cinematografiche n.531

 

Burke: Salve... Ripley? Stai bene?
Ripley: Dimmi una cosa sola, Burke: voi andate là fuori a sterminarli, vero? Non per prenderli o portarli qua, ma per spazzarli via?
Burke: Questo è il piano. Hai la mia parola.
Ripley: E allora va bene.

(Burke/Paul Reiser e Ripley/Sigourney Weaver in “Aliens – Scontro Finale”, di James Cameron - 1986)




martedì 26 settembre 2023

Ponti #1

 


Di tutto ciò che l’uomo, spinto dal suo istinto vitale, costruisce ed erige, nulla è più bello e più prezioso per me dei ponti. I ponti sono più importanti delle case, più sacri perché più utili dei templi. Appartengono a tutti e sono uguali per tutti, sempre costruiti sensatamente nel punto in cui si incrocia la maggior parte delle necessità umane, più duraturi di tutte le altre costruzioni, mai asserviti al segreto o al malvagio.

I grandi ponti di pietra, grigi ed erosi dal vento e dalle piogge, spesso sgretolati nei loro angoli acuminati, testimoni delle epoche passate, in cui si viveva, si pensava e si costruiva in modo differente: nelle loro giunture e nelle loro invisibili fessure cresce l’erba sottile e gli uccelli fanno il nido.

I sottili ponti di ferro, tesi come filo da una sponda all’altra, che vibrano ed echeggiano con ogni treno che li percorre, come se aspettassero ancora la loro forma e perfezione finale. La bellezza delle loro linee si svelerà del tutto solo agli occhi dei nostri nipoti.

I ponti di legno all’entrata delle cittadine bosniache le cui travi traballano e risuonano sotto gli zoccoli dei cavalli, come le lamine di uno xilofono. E infine, quei minuscoli ponti sulle montagne, spesso solo un unico grande tronco ovale, massimo due, inchiodati uno accanto all’altro, gettati sopra qualche ruscello montano che senza di loro sarebbe invalicabile. Due volte all’anno il torrente impetuoso ingrossandosi li trascina via e i contadini, con l’ostinazione cieca delle formiche, tagliano e segano e ne rimettono nuovi. Per questo, vicino ai ruscelli di montagna, nelle anse fra le pietre dilavate, spesso si vedono questi "ponti" precedenti: stanno lì abbandonati a marcire insieme all’altra legna arrivata per caso. Ma questi tronchi di alberi lavorati, condannati a bruciare o a marcire, si differenziano comunque dal resto e ricordano sempre l’obiettivo per il quale sono serviti.

Diventano tutti uno solo e tutti degni della nostra attenzione, perché indicano il posto in cui l’uomo ha incontrato l’ostacolo e non si è arrestato, lo ha superato e scavalcato come meglio ha potuto, secondo le sue concezioni, il suo gusto e le condizioni circostanti.

Quando penso ai ponti, mi vengono in mente non quelli che ho traversato più spesso, ma quelli su cui mi sono soffermato più a lungo, che hanno attirato la mia attenzione e fatto spiccare il volo alla mia fantasia.

I ponti di Sarajevo, prima di tutto. Sul fiume Milijacka, il cui letto è una sorta di sua spina dorsale, rappresentano vertebre di pietra. Li vedo e li posso contare uno a uno. Conosco le loro arcate, ricordo i loro parapetti. Fra di loro ce n’è anche uno che porta il nome fatale di un ragazzo, un ponte minuscolo ma eterno che sembra ritiratosi in se stesso, una piccola e accogliente fortezza che non conosce né resa né tradimento.

Poi i ponti visti nei viaggi, di notte, dai finestrini dei treni, sottili e bianchi come fantasmi. I ponti di pietra in Spagna, ricoperti dall’edera e come impensieriti della propria immagine riflessa nell’acqua scura. I ponti di legno in Svizzera, ricoperti da un tetto che li difende dalle abbondanti nevicate, assomigliano a lunghi silos e sono ornati all’interno da immagini di santi o di avvenimenti miracolosi come fossero cappelle. I ponti fantastici della Turchia, poggiati lì per caso, custoditi e protetti dal destino. I ponti di Roma, dell’Italia meridionale, fatti di pietra candida, da cui Il tempo ha preso tutto quello che ha potuto e accanto ai quali da cent’anni ne vengono costruiti di nuovi, ma che restano come sentinelle ossificate.

Così, ovunque nel mondo, in qualsiasi posto il mio pensiero vada e si arresti, trova fedeli e operosi ponti, come eterno e mai soddisfatto desiderio dell’uomo di collegare, pacificare e unire insieme tutto ciò che appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi, perché non ci siano divisioni, contrasti, distacchi…

Così anche nei sogni e nel libero gioco della fantasia, ascoltando la musica più bella e più amara che abbia mai sentito, mi appare all’improvviso davanti il ponte di pietra tagliato a metà, mentre le parti spezzate dell’arco interrotto dolorosamente si protendono l’una verso l’altra e con un ultimo sforzo fanno vedere l’unica linea possibile dell’arcata scomparsa. È la fedeltà e l’estrema ostinazione della bellezza, che permette accanto a sé un unica possibilità: la non esistenza.

E infine, tutto ciò che questa nostra vita esprime - pensieri, sforzi, sguardi, sorrisi, parole, sospiri - tutto tende verso l’altra sponda, come verso una meta, e solo con questa acquista il suo vero senso. Tutto ci porta a superare qualcosa, a oltrepassare: il disordine, la morte o l’assurdo. Poiché tutto è passaggio, è un ponte le cui estremità si perdono nell’infinito e al cui confronto tutti i ponti di questa terra sono solo giocattoli da bambini, pallidi simboli. Mentre la nostra speranza è su quell’altra sponda.

(I ponti, da “Racconti di Bosnia” di Ivo Andrić – trad. Dunja Badnjević Orazi e Manuela Orazi Bašić)





lunedì 25 settembre 2023

Citazioni Cinematografiche n.530

 

Ho vissuto molte vite ma non voglio più fuggire dal passato.
(Natasha Romanoff/Vedova Nera/Scarlett Johansson in “Black Widow”, di Cate Shortland - 2021)