domenica 31 maggio 2015

I Film italiani a Cannes 2015


Dico la mia, in breve, sui film italiani a Cannes.

"Youth - La Giovinezza", di Paolo Sorrentino: un guscio vuoto (per il regista napoletano non è una novità), dove Harvey Keitel e Paul Dano sono meglio di Michael Caine.














"Il Racconto dei Racconti", di Matteo Garrone: l'eterna fascinazione del raccontare, con volti giusti al posto giusto.














"Mia Madre", di Nanni Moretti: probabilmente la migliore interpretazione (finora) di Margherita Buy, in un film sul cinema, il dolore e lo stupore, dove i contenuti hanno la meglio sulla forma (semplice ed efficace.)

sabato 30 maggio 2015

La chiamo o non la chiamo?




(Signor Chow/Tony Leung e Signora Chan/Maggie Cheung in “In the Mood for Love”, di Wong Kar-Wai - 2000)

giovedì 28 maggio 2015

Felicità




HAPPINESS


So early it’s almost dark out.
I’m near the window with coffee,
and the usual early morning stuff
that passes for thought.
When I see the boy and his friend
walking up the road
to deliver the newspaper.
They wear caps and sweaters,
and one boy has a bag over his shoulder.
They are so happy
they aren’t saying anything, these boys.
I think if they could, they would take
each other’s arm.
It’s early in the morning,
and they are doing this thing together.
They come on, slowly.
The sky is taking on light,
though the moon still hangs pale over the water.
Such beauty that for a minute
death and ambition, even love,
doesn’t enter into this.
Happiness. It comes on
unexpectedly. And goes beyond, really,
any early morning talk about it.

(Raymond Carver – Racconti in forma di poesia, Minimum Fax 1999)



FELICITà

Talmente presto che fuori è ancora quasi buio.
Sto alla finestra con il caffè
e le solite cose della mattina presto
che passano per pensieri.
A un tratto vedo il ragazzo e il suo amico
venire su per la strada
per consegnare il giornale.
Portano il berretto e il maglione
e uno la borsa a tracolla.
Sono così felici
che non dicono niente, questi ragazzi.
Mi sa che se potessero, si prenderebbero
sottobraccio.
Il mattino è appena sorto
e stanno facendo questa cosa insieme.
Avanzano lentamente.
Il mattino si fa più luminoso,
anche se la luna pende ancora pallida sul mare.
Una tale bellezza che per un attimo
la morte e l’ambizione, perfino l’amore,
non riescono a intaccarla.
Felicità. Arriva
inaspettata. E va al di là, davvero,
di qualsiasi chiacchierata mattutina sull’argomento.

(trad. Riccardo Duranti)


lunedì 25 maggio 2015

Citazioni Cinematografiche n. 98

Valentine: Chi era Lei? Uno sbirro?
Il giudice: Peggio: giudice.

(Valentie/Irène Jacob e il giudice/Jean-Louis Trintignant in “Film Rosso”, di Krzysztof Kieslowski - 1994)



venerdì 22 maggio 2015

In una gabbia




“Quando ero ancora molto piccola, prima che mia madre morisse, avevamo una coppia di canarini che tenevamo dentro una gabbia vicino alla finestra della cucina e di notte coprivamo la gabbia con un panno. Era un copione semplicissimo: di giorno cantavano e di notte dormivano. E io mi chiedevo se sapessero che fuori dalla finestra c’era tutto un mondo che non avrebbero mai potuto raggiungere”
(A Voce Piena, di Elizabeth Rosner – trad. Adriano Solidoro)



lunedì 18 maggio 2015

Citazioni Cinematografiche n. 97


“Ha detto... Non riesco a capirlo... Ha detto: "Provi adesso a tossire..."
Mio marito stava raccontando una barzelletta. L'aveva letta su un libro. Una donna ha una tosse terribile. Va dal dottore e il dottore le dà una pillola. "Che cos'è questa medicina?" domanda la donna inghiottendo la pillola. "È il lassativo più forte che conosca" risponde il dottore. "Un lassativo?" chiede stupita la donna. "Sì" risponde il dottore” "Provi adesso a tossire". Abbiamo riso. In quel momento la macchina è saltata via...”

(Julie/Juliette Binoche ad Antoine/Yann Tregouet in “Film Blu”, di Krzysztof Kieslowski - 1993)



lunedì 11 maggio 2015

Citazioni Cinematografiche n. 96

“La felicità è reale solo quando condivisa”

(Christopher McCandless/Emile Hirsch in “Into The Wild, di Sean Penn - 2007)



domenica 10 maggio 2015

Adaline - L'eterna giovinezza (2015)


Una più che gradevole storia romantica, che prende a pretesto elementi fantasiosi per ribaltare il modello ed il mito faustiano dell’eterna giovinezza.



La protagonista, Adaline Bowman/Blake Lively, ha un viso ed un portamento da american comedy televisiva, ma bisogna riconoscere che la sua bellezza malinconica esercita un fascino effettivamente senza tempo. Pensato e scritto con tutta evidenza per un pubblico sufficientemente giovane da rimanere attirato dall’elemento dell’immortalità, ridiventato “pop” negli ultimi anni, grazie alle avventure di studenti vampiri. Va incontro alle esigenze di un pubblico medio a suo agio con elementi melodrammatici e storie d’amore che, inevitabilmente, tendono verso il lieto fine o comunque ambiscono ad una conclusione all’insegna del sentimento e del consolatorio.



Nulla di eccezionalmente sgradevole, qualche scena “al miele” è necessaria, poiché ci sono anche elementi che controbilanciano, grazie per esempio ad un paio di “guizzi” e ad un uso efficace del flashback. La recitazione algida, ma niente affatto fredda e distaccata, della Lively convince e permette anche ad uno come me di godere di qualche passaggio soddisfacente. Gli altri attori a volte non le sono all’altezza, ad esclusione della anziana figlia (Ellen Burstyn), persino Harrison Ford non incide più di tanto e si lascia andare ad un colpevole passaggio “a vuoto”.



Il tema dell’impossibilità di legarsi alle persone e di vivere pienamente l’amore, per chi non invecchia (o è immortale), è affascinante e foriero di possibilità, ma in “Adaline” manca la necessaria profondità emotiva. Ci sono lievi accenni a superiori livelli di lettura, indizi che poi vengono abbandonati e probabilmente la svolta a cui lo spettatore assiste verso la metà del film faceva pensare ad uno sviluppo drammaturgico maggiormente soddisfacente. Insomma non si è osato troppo ed un po’ mi dispiace, poiché credo che maggior pathos e maggiore coraggio nello sviluppare trama ed elementi narrativi, senza necessariamente sconfinare nel visionario, avrebbero reso l’insieme maggiormente interessante.


In definitiva ci si può rilassare e si riceve la promessa che tutto può andare a finire bene e i sentimenti trionfano. A volte può bastare!

venerdì 8 maggio 2015

Giallo, Noir & Thriller/22


Titolo: L’Assassino che è in me
Autore: Jim Thompson
Traduttore: Anna Martini
Editore: Fanucci - 2005

È sufficiente scrivere un noir in prima persona per coinvolgere il lettore e fargli perdere punti di riferimento e certezze? Sicuramente no, ma cosa accade quando riesci, consapevolmente, a descrivere la parabola criminale di un uomo, a far compiere a chi legge un viaggio nella sua mente e a fargli vivere estreme pulsioni? Cosa raggiungi quando il “cattivo” è il vice-sceriffo di una cittadina texana, ovvero quello che dovrebbe garantire ordine, legalità e giustizia, mentre è un personaggio lucidamente violento come pochi altri prima e “modello” per future imprese letterarie?

Sei di fronte ad un capolavoro!

L’autore è Jim Thompson, che in questo romanzo, come in altri successivamente letti, esprime un genuino nichilismo, solo appena sfumato da una vena satirica, da un umorismo nero, sagace e a tratti spiazzante.

Ti viene da immedesimarti in questo ragazzo, forse un po’ strano, ma di cui sei portato a fidarti. Vorresti quasi fare il tifo per lui, magari garantirgli impunità ed una via di fuga. Insomma ti viene da sentirti suo amico, anche se, in fondo, sai che sarebbe pronto a far fuori anche te, se pensasse che sia necessario.

"Cercai di spingerla via. Dovevo uscire di lì. Sapevo cosa sarebbe successo se non fossi uscito, e sapevo di non potermi permettere che accadesse. Avrei potuto ucciderla. Avrei potuto far tornare la malattia. E anche se non l'avessi fatto e non fosse successo, per me sarebbe finita. Lei avrebbe parlato. Avrebbe strillato fino a sgolarsi. E la gente avrebbe cominciato a pensare, a pensare e a chiedersi di quella volta...".

Precisione ed asciutta immediatezza nel presentare e descrivere la follia del protagonista, un approfondimento di stampo clinico rispetto alla psicosi del vice-sceriffo. Un uomo, di fatto frustrato (come molti personaggi di Thompson), alle prese con ambizioni e desideri non alla sua portata.


“Se il buon Dio ha commesso un errore, con noi esseri umani, è quello di farci desiderare di vivere anche quando abbiamo ben poche scuse per farlo...”.


lunedì 4 maggio 2015

Citazioni Cinematografiche n. 95

"Sto con Bud perché mi piace. Sto con Bud perché a me non nasconde il buono che ha con sé. Sto con Bud perché mi fa sentire come Lynn Bracken, non come una sosia di Veronica Lake che va a letto soltanto per soldi. Sto con Bud perché lui non è capace di fingersi quello che non è, e sto con Bud per tutto ciò che ha di diverso da te."

(Lynn Bracken/Kim Basinger in “L.A. Confidential”, di Curtin Hanson - 1997)



venerdì 1 maggio 2015

1° Maggio - Lavoro e Giustizia Sociale



Per il lavoro, per i diritti, per la dignità!

Per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale!