Blog su Cinema, Letteratura, Arte, Cultura, Tempo libero, Esperienze. Post su Film, Libri, Mostre, Esperienze di vita, Fumetti, Cartoni Animati e quello che mi piace ed anche che mi piace di meno.
sabato 31 maggio 2014
giovedì 29 maggio 2014
Cielo stellato
“Camminavamo lungo il sentiero parlando sottovoce. La
radura si apriva tra gli alberi all’improvviso, incantevole e devastante, come
un anello magico trapuntato di luci. Terribile come un incantesimo. Io e mia
sorella eravamo lì, con gli occhi scintillanti e le bocche spalancate dallo
stupore. Eravamo dentro l’anello. Restavamo immobili, con lo sguardo inchiodato
al cielo, ad ammirare la meraviglia che ci avvolgeva: migliaia di briciole
d’oro sparse nel nero più cupo, le piccole gemme luminose immobilizzate nella
pece. Se guardavi in mezzo a due di esse ce n’era sempre una terza, poi ancora
un’altra e un’altra ancora. Frammenti di diamanti preziosi, guizzati fuori da
chissà quali buchi neri e rimasti lì. Polvere magica. Scintille sospese nel
vuoto come per incanto, schizzate via dalla coda birichina degli elfi silvani.”
(Alessandro De Benedetti, in “Purpureo e giallo è
l’ultimo respiro” – Foschi Editore, 2007)
mercoledì 28 maggio 2014
martedì 27 maggio 2014
Dolce bambina mia
Tutto
è in lei armonia, tutto è prodigio,
Tutto
è più alto del mondo e delle passioni;
Ella
riposa con pudore e modestia
Nella
sua trionfale bellezza;
Ella
si guarda intorno:
Non
ha rivali, non ha amiche;
Il
pallido cerchio delle nostre bellezza
Sparisce
nel suo splendore.
Dovunque
tu ti possa affrettare,
Anche
a un convegno d’amore,
Qualsiasi
sogno segreto
Tu
possa alimentare nel cuore, -
Quando
la incontri, tu, sconvolto,
Ti
arresti involontariamente,
E
benedici con una preghiera
Il
sacrario di quella bellezza.
(Aleksandr
Sergeevič Puškin
trad. Eridano Bazzarelli)
lunedì 26 maggio 2014
Citazioni Cinematografiche n. 46
“La mia unica lettera d'amore. L'avevo copiata quasi tutta
da James Joyce. Ti avranno stupito tutti quei riferimenti a Dublino.”
(Cliff Stern/Woody Allen, in “Crimini e Misfatti,
di Woody Allen - 1989)
domenica 25 maggio 2014
Elezioni Europee 2014
Agli amici simpatizzanti, iscritti o sostenitori del
PD invio, indegnamente, questo messaggio.
Spero che il PD, come componente del PSE all’interno
del Parlamento Europeo, possa ottenere un buon numero di seggi, in modo da
garantire alle forze socialdemocratiche in Europa di eleggere come presidente
Martin Schulz. Ciò a mio avviso dovrebbe facilitare seri passi in avanti verso
un’Europa che possa divenire veramente federale. Molti seggi al PSE dovrebbero
inoltre condurre a politiche serie e riformatrici condotte dal nuovo Parlamento
Europeo, nella sua nuova veste, all’interno del quale i Popolari, si spera,
abbandonino ed isolino i partiti ed i movimenti di destra, xenofobi, populisti,
antieuro e volgarmente espressione di istinti barbari e reazionari da accatto
(anche M5s ovviamente!).
Mi rimane però un fastidio! Qualcosa che, ancora,
non mi consente di seguirvi nell’entusiasmo per questo “nuovo” PD e per il suo
segretario, Matteo Renzi.
Il PD, in modo un po’ affrettato ed incompleto, ha
buttato via non solo l’acqua sporca delle burocrazie gerontocratiche, ma ha
totalmente abbandonato ogni residuo (peraltro molto povero e sparuto)
dell’analisi marxiana del mondo (ovvero il bambino). L’unico momento in cui il
PD, sempre e solo per bocca di Renzi, parla di “giustizia sociale” (il resto è
solo un invito a farcela, a svoltare e così via) è quando evoca gli ormai
famosi “ottanta euro”. Perché non si parla e si ragiona su cos’è che continua a
produrre una drammatica sperequazione sociale, che incattivisce la famigerata
crisi che colpisce sempre e solo gli stessi, che genera l’ingiustizia di
quest’Europa a due velocità, cattiva, distante e troppo attenta alle banche ed
ai poteri forti?
È qui che il PD, ovvero Renzi, latita! E si rivela incapace di
analizzare i dispositivi che producono corruzione e disuguaglianza, privilegi e
mancanza di diritti elementari. È qui che viene fuori la superficialità di
slogan e filastrocche, la stupidità e il vuoto di alcuni ministri ed esponenti
del partito, che se ne escono con infelici battute e offensive risposte alle
domande che la base stessa (si può ancora utilizzare questa definizione?) pone.
Nessuna vera critica alla Finanza che, di fatto, ha dato il via alla crisi
(ricordate la questione dei “derivati”?), ed anche quando durante gli ultimi
comizi hanno provato a farvi cenno, secondo quale analisi e secondo quale
prospettiva? Non lo sa il PD, non lo sa Renzi, perché non c’è vera,
consapevole, fondata e fondante analisi della realtà, ma l’ennesima tappa di
una continua campagna elettorale.
Non bastano gli 80 euro, non sono sufficienti vaghi
accenni alle politiche di immigrazione, non ci possono accontentare timidi
sguardi alla povertà dilagante critica dei lavoratori, dei cassaintegrati,
degli inoccupati, degli sfruttati e delle loro famiglie. Urge una nuova e
convincente prospettiva! Un nuovo corso!
Allora, forse, convincerete anche chi, come me, è
ancora cauto e questa volta vi voterà, “montanellianamente”, turandosi il naso.
Grazie.
Viva l’Italia, Viva l’Europa!
sabato 24 maggio 2014
venerdì 23 maggio 2014
Mortemer, la Dama Bianca - Editoriale Cosmo
Un’antica abbazia, peraltro realmente esistente in
Normandia, infestata, dai fantasmi, apparizioni, rumori sinistri, una maledizione
che si abbatte su chiunque voglia mettere le mani su un tesoro nascosto. Quali
ingredienti migliori per una ghost story, con qualche elemento gotico e
un leggero aggiornamento di temi e ambientazioni? Questo è possibile trovare
leggendo le pagine e facendosi catturare da “Mortemer”, abilmente
sceneggiato da Valérie Mangin e ottimamente disegnato e colorato da Mario
Alberti (una vecchia conoscenza per chi ama, o ha amato, Nathan Never).
Non si tratta di un vero e proprio horror,
bensì di una rivisitazione di situazioni classiche per trattare e rappresentare
orrori più quotidiani e rappresentare le umane nefandezze e bassezze. Tanti
spunti e diversi temi, dei quali solo alcuni vengono sviluppati, forse anche
per risaltare le personali intenzioni della Mangin e le doti di Alberti.
La narrazione in prima persona (posizionata
nel futuro, poiché la storia è ambientata nel 2050), debitrice anche nei
confronti del cinema, è suggestiva e accattivante, riuscendo a
completarsi attraverso gli evocativi disegni ben colorati. Le scene notturne
sono splendidamente inquietanti e narrativamente invitanti, svelando i vari
elementi che compongono la storia mano a mano che si procede nella lettura, la
quale non può accettare pause o stacchi di sorta, poiché la suspense
cresce fino ad un finale che, sebbene non sia poi così “a sorpresa”, poiché gli
indizi sparsi per le pagine risultavano, in conclusione, abbastanza indicativi,
ripaga il lettore ed esalta le capacità di scrittura e di rappresentazione
degli autori.
giovedì 22 maggio 2014
Elias il Maledetto - Editoriale Cosmo
In edicola è un buon momento per il Fantasy e
le saghe Sword and Sorcery. Ci sono diverse pubblicazioni e ci si può
francamente divertire a leggere ed ammirare storie ben raccontate e tavole
spesso disegnate con esiti apprezzabili.
Non fa eccezione “Elias il maledetto”, proposto
dalla Editoriale Cosmo, per la intrigante sceneggiatura di Sylviane Corgiat
e i bei disegni di Corrado Mastantuono, che qui sembra proprio a suo
agio con ambientazioni e personaggi inseriti in universo fantasy che è riuscito
a caratterizzare in modo personale ed originale, scostandosi un po’ da qualche
precedente e ritagliandosi un suo meritatissimo spazio (inoltre all’interno
dell’albo è presente una interessante intervista al disegnatore italiano).
Elias, a differenza dei classici protagonisti delle
saghe di questo tipo, è un vero farabutto, un assassino spietato e sanguinario,
che, vittima di un sortilegio, si vede privato del suo vero volto e perciò
condannato ad una vita di ricerca e solitudine. La cosa evidente è che nulla all’interno
della storia narrata cerca di accattivargli le simpatie del lettore, infatti
Elias rimane antipatico ed un vero “cattivo”, elemento originale e motivo di
interesse per continuare a gustarsi la sua vicenda.
Per diventare un sovrano crudele, un condottiero temuto e
quella gran carogna che è si è servito di tavolette magiche, elementi
del cosiddetto “Gioco dei Corpi Celesti”, attraverso i quali può
manipolare forze e principi fisici, compiendo autentici prodigi e meraviglie.
Si badi che anche dopo essere vittima del sortilegio accennato Elias continua
ad utilizzare le tavolette per proprio esclusivo tornaconto e solo
accidentalmente per procurare beneficio ad altri. Insomma la generosità e
l’altruismo non gli appartengono!
Ciò nonostante il lettore si appassiona alle sue avventure
e la scelta della sceneggiatura di alternare più voci a narrare la storia, sua
e dei suoi improvvisati compagni di sorte, riesce a catturare e convince in
diversi passaggi. I testi sono curati, senza retorica ed i dialoghi azzeccati
nella loro vivacità, elargendo sia riflessione che intelligente ironia.
Uno dei temi meglio affrontati è lo scontro fra magia e
scienza, fra superstizione e ragione, con il personaggio di Evangele
ad incarnare le conoscenze e competenze mediche ed il tentativo di “illuminare”
le menti assoggettate da maghi, stregoni, guaritori e imbonitori. Altri personaggi da
gustare, tutti ben caratterizzati sia a livello visivo che di trama, sono il
folletto Bertil ed il gigante Araneo (a loro volta voci
narranti).
Già elogiato i disegni, dinamici ed intriganti, non
mi resta che consigliare la lettura di “Elias il maledetto” sia a chi
ama il Fantasy e le ambientazioni Sword and Sorcery, sia a chi, semplicemente,
è in cerca di qualità e storie accattivanti e ben raccontate.
Editoriale Cosmo è orgogliosa
di presentare in edizione economica e formato popolare all'italiana, l'intera
saga fantasy creata da uno dei più grandi autori italiani in attività, il
grandissimo Corrado Mastantuono. All'interno di questo one-shot, scoprirete le
gesta di Elias, il potente re guerriero che ha voluto sfidare i magi e la magia
per appropriarsi di tutto il potere del mondo. Incontrerete la bella Evangele,
il nano Bertil e seguirete i nostri personaggi in un mondo oscuro, flagellato
dalla peste rossa e dominato dal potente stregone Melchior! Un'appassionate
avventura, raccolta in un'unica soluzione! (da editorialecosmo.it)
mercoledì 21 maggio 2014
martedì 20 maggio 2014
Passanti # 3
“Se di notte ci si trova a passare per una
viuzza e un uomo ci corre incontro, visibile già da lontano, dato che la viuzza
che abbiamo davanti a noi è in salita e che c’è la luna piena, non lo acchiapperemmo
nemmeno se è debole e mal in arnese, nemmeno se qualcuno gli corre appresso
gridando, ma lo lasceremmo continuare nella sua corsa.
Poiché è notte, e non dipende da noi se la
viuzza s’inerpica, di fronte a noi, nel plenilunio, e inoltre può darsi che i
due abbiano inscenato quell’inseguimento per divertirsi, o forse essi inseguono
un terzo, forse è il primo a essere inseguito benché innocente, forse il
secondo vuole assassinarlo, per cui noi diverremmo complici del delitto, forse
i due ignorano qualsiasi cosa l’uno dell’altro e ciascuno corre per proprio
conto per andare a coricarsi, forse sono dei sonnambuli, forse il primo ha
delle armi addosso.
E, dopo tutto, non potremmo essere stanchi
noi o aver bevuto un bel po’ di vino? Siamo belli e contenti di non vedere più
neppure il secondo.
(Franz Kafka – I Passanti / I due che si
rincorrono, in Racconti, trad. Giulio Schiavoni)
lunedì 19 maggio 2014
Citazioni Cinematografiche n. 45
Adèle: Come lo trova?
Gabor: Non lo trovo, diffidi degli sportivi. La maggior
parte sono dei ritardati mentali, quasi tutti hanno un pisello da zanzara.
Rimarrebbe delusa!
Adèle: Come lo sa? Fa sport?
Gabor: Ho smesso in tempo.
(Adèle/Vanessa Paradis e Gabor/Daniel Auteuil in “La
Ragazza sul Ponte, di Patrice Leconte - 1998)
domenica 18 maggio 2014
Silenzio # 8
“Certe notti per dormire mi metto a leggere,
e invece avrei bisogno di attimi di silenzio”
sabato 17 maggio 2014
Noah
-
Dio, scusa.
-
Ciao Noè, dimmi!
-
Senti, posso farti una domanda?
-
Certo, tu sei uno dei miei preferiti. Avanti!
-
Dunque, tu hai creato l’intero mondo, vero?
-
Sì, è esatto.
-
Montagne, fiumi, boschi, il cielo ed il mare?
-
Sì, e penso anche di aver fatto un bel lavoro!
-
Hai creato anche l’uomo, la donna e tutti gli animali?
-
Sì.
-
Bene. Senti ma è stato molto faticoso per te?
-
Direi di no. Sono pur sempre Dio. E poi mi sono preso tutto il
tempo necessario.
-
Ah ecco. Quindi hai fatto le cose con calma.
-
Insomma, credo si possa dire così. Sì. Ma perché tutte queste
domande?
-
È che mi chiedevo allora perché mi metti tutta questa fretta.
E soprattutto, visto che sei così bravo e non ti stanchi neanche, perché non te
la fai da solo questa cazzo di arca?
giovedì 15 maggio 2014
mercoledì 14 maggio 2014
martedì 13 maggio 2014
EXPO Milano
Se non fosse una cosa fin troppo seria e l'ulteriore prova della commistione fra politica e mafia, verrebbe da dire che se si organizza un EXPO a tema cibo non bisognerebbe meravigliarsi se poi c'è qualcuno che ci mangia...
Meglio far parlare i maestri!
lunedì 12 maggio 2014
Citazioni Cinematografiche n. 44
Dr. Jeffrey Squires: Da quando bisogna avere 21
anni per bere alcolici?
Luke Shapiro: Credo da sempre.
Dr. Jeffrey Squires: Fanculo al sindaco
Giuliani. Guardati in giro Luke. È questo che vuoi per la tua mente, per la tua
vita? Vuoi che sia come questa città? Spazzare tutte le schifezze sotto il
tappeto? Sistemare tutto? Lui fa mettere i barboni in prigione, lo sai? Questa
gente ha la testa malata... Li mettono in prigione.. Che ne pensi di questo,
eh?
Luke Shapiro: Non mi sembra giusto.
Dr. Jeffrey Squires: No, non lo è! È per questo
che non voglio darti i farmaci, tanto varrebbe che tu ti aprissi un fast food
nel cervello. Non cercare scorciatoie. Tutta questa cazzo di città cerca
scorciatoie. Accetta il dolore, fallo diventare parte di te. Tu non vuoi essere
come loro, io non voglio che tu sia così.
Luke Shapiro: Cioè lei non prende nessuna di quelle medicine?
Dr. Jeffrey Squires: Cristo Luke! Io prendo di
tutto, non sono un esempio da seguire. Anche il sesso è una droga, sai? Più
potente di qualsiasi droga sintetica.
Luke Shapiro: Ah sì? È per questo che va in giro a scoparsi le
ragazzine?
Dr. Jeffrey Squires: Stavamo solo pomiciando...
Luke Shapiro: Oh, solo pomiciando? Non voleva darsi una
sistemata prima?
Dr. Jeffrey Squires: Scopare a volte è darsi una
sistemata... Mi spiego? Ti rimette in sesto.
domenica 11 maggio 2014
Deadline, di Bollée/Rossi - Editoriale Cosmo
Ci sono diverse linee di confine, linee
invalicabili, di demarcazione in questo Deadline, per la sceneggiatura
di Laurent Frédéric Bolle ed i disegni e colori di Christian Rossi.
Il confine fra ordinario e straordinario, fra
consueto e deviante, fra padrone e schiavo, fra umano e disumano, il passaggio dall'infanzia alla maturità, la
demarcazione fra fazioni e parti in guerra, la linea che divide la vittima dal
suo carnefice e che sfuma quando la prima ottiene la sua vendetta. Questo e
probabilmente altro in questo capolavoro della letteratura per immagini.
Soprattutto c’è il tema dell’omosessualità,
trattata con delicatezza ma senza risparmiare dolore e solitudine, con eleganza
e garbo ma anche con tanto coraggio, evitando luoghi comuni e fastidiosa
retorica. Gli autori, ognuno per la sua parte, ci offrono un’analisi accurata e
a tratti crudele dell’animo umano, fra dolore privato e tragedie comuni, con la
Guerra Civile fra Nord e Sud a fare da sfondo ad una coinvolgente storia. Amore
ed ossessione ci vengono proposti con lucidità, spazi di riflessione ed
azione, con tanta violenza, si alternano per toccare le corde comuni di lettori
di ogni estrazione sociale, lingua e cultura. Un western per
ambientazione, per una storia che va oltre i generi e gli stili narrativi,
proponendosi come “eterna” per temi e suggestioni.
Questo risultato viene raggiunto grazie a testi
intensi, mai fuori posto o tediosi, appunto evitando inutili verbosità e
retorica, con dialoghi essenziali ed efficaci. L’uso del flashback è
intrigante e si rivela una carta vincente per conquistare il lettore. L’ottimo
prodotto è dovuto anche agli splendidi disegni di Christian Rossi, che
con uno stile raffinato ed elegante esalta la sceneggiatura. Suggestivi gli
interni e gli esterni, le scene di massa e quelle notturne, splendide per uso
del chiaroscuro, delle ombre e dei colori. Pressoché tutti i personaggi sono
ben caratterizzati e graficamente resi al meglio.
Un vero gioiello in edicola dalla Editoriale
Cosmo, sempre più una garanzia per chi ama i fumetti, la letteratura per
immagini e le belle, intense, appassionanti storie.
Un capolavoro assoluto del fumetto! Una micidiale opera d'autore che è
valsa a LF Bollée e Rossi (quello de I Pionieri e W.E.S.T.) la
nomination al Grand Prix di Angoulême 2014! Un gioiello della BD
raccontato con le meravigliose mezzetinte da Rossi. Deadline è un
western particolarissimo, violento e intimista: la storia di una guardia
confederata a guardia dei condannati a morte, dei sui rapporti con i
prigionieri nordisti, e con il suo superiore, l'uomo che fonderà il Ku
Klux Klan. Un'opera semplicemente geniale. (da cosmoeditoriale.fumetto-online.it)
sabato 10 maggio 2014
Dylan Dog Color Fest # 12 - Eroi
Confesso che ho acquistato il Dylan Dog Color Fest n.12
pressoché esclusivamente perché ho notato che c’era una storia disegnata da Paolo
Bacilieri. Per di più soggetto e sceneggiatura sono a firma di Carlo
Ambrosini. Se si aggiunge che mi sento orfano di “Napoleone”, una
delle serie Bonelli che mi è più piaciuta e che ancora rimpiango, e che la
terza storia, “Buggy”, mostra l’incontro del mondo dell’Indagatore
dell’Incubo con quello dell’ex poliziotto, albergatore entomologo a Ginevra,
allora ogni resistenza è stata vinta e l’acquisto si è rivelato inevitabile!
Di solito queste uscite a colori e gli incontri tra
personaggi Bonelli tendono ad essere un pizzico deludenti, per di più
considerando che in 132 pagine vengono inserite più storie, come in
questo caso, dove ci troviamo di fronte a 4 piccole storie. Un po’
disomogenee nonostante la tematica comune, lo Spazio ed il Tempo, ma
comunque apprezzabili anche se fanno solo immaginare a come si sarebbero potute
sviluppare con un numero maggiore di pagine a disposizione.
Non so se un intero albo dedicato al connubio Dylan
Dog/Mister No sarebbe riuscito ad entusiasmare i lettori, considerando
anche che in questo albo la storia che vede i due protagonisti è forse la più
debole, ma abbiamo già avuto la possibilità di godere di ottime uscite complete
dedicate a Dylan e Martin Mystere, per cui un po’ di curiosità
resta.
Nathan Never si presenta bene nella storia, forse
banale e molto, troppo lineare a lui dedicata, grazie ai bellissimi disegni di Ivan
Calcaterra ed alla efficace colorazione di Fabio D’Auria. Il finale
è bello e riscatta, almeno in parte, una vicenda non proprio entusiasmante.
Ed ora arrivo a Bacilieri, Ambrosini ed il loro
contributo. I disegni dello scrittore e fumettista veronese, come mi sono già in precedenza dichiarato, mi fanno impazzire e perciò ho goduto di poter vedere
le sue tavole arricchite di tanti particolari e così ben presentate. E poi la
protagonista di questa storia, prettamente “napoleonica”, è di fatto Allegra,
la bimba, qui cresciuta, che in più di un’occasione affiancava Napoleone nelle
sue avventure all’interno della serie regolare. Bacilieri la disegna
benissimo! Familiarmente sensuale, senza concedere nulla alla volgarità (come
suo tratto) e facendomi ancora una volta invaghire dei personaggi femminili
da lui disegnati. La prima tavola della storia è esaltante e conturbante
allo stesso tempo!
Insomma una lettura piacevole e magari distensiva, in
attesa che l’editore milanese provi ad osare un altro po’.
venerdì 9 maggio 2014
Dobbiamo morire tutti? Proprio tutti?
Frammento della Danza macabra, ad opera di Bernt Notke, presso la Chiesa di San Nicolò di Tallinn |
La morte viene definita in vari modi, come la
fine della vita, il compimento di un percorso, la conclusione di un’esperienza,
totale o semplicemente terrena. La prospettiva può cambiare in base a credenze
religiose o stili culturali, accostandola a termini come dolore, sofferenza,
vita o altro ancora.
Si parla anche di mistero della morte, ci si
interroga su quanto possa esserci dopo di essa, se ci sia qualcosa dopo la
morte.
Come è possibile spiegare la morte ad un bambino?
Quali parole usare, se si dovesse decidere di parlargliene? O anche solo come
rispondere alle domande che lui potrebbe rivolgerci?
Il regista austriaco Michael Haneke, nel suo
film “Il Nastro Bianco” (Palma d’Oro come miglior film al Festival di
Cannes 2009), ci mostra un bambino chiedere della morte, le risposte della
ragazza che si occupa di lui e la reazione del bambino stesso.
Mi sembra una scena bellissima, commovente e
straziante allo stesso tempo, un esempio di come un bambino si accosta alla morte e
la presa di coscienza infantile di fronte ad essa.
Michael Haneke |
mercoledì 7 maggio 2014
martedì 6 maggio 2014
Passanti # 2
“I ragazzi che si amano si
baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li
segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è soltanto la loro ombra
Che trema nel buio
Suscitando la rabbia dei
passanti
La loro rabbia il loro
disprezzo i loro risolini
la loro invidia
I ragazzi che si amano non
ci sono per nessuno
Loro sono altrove ben più
lontano della notte
Ben più in alto del sole
Nell’abbagliante splendore
del loro primo amore.”
(Jacques Prevert – dalla raccolta Spettacolo, trad.
F. Bruno)
lunedì 5 maggio 2014
Citazioni Cinematografiche n. 43
“Io sono cattivo, incazzato e stanco. Sono uno che
mangia filo spinato, piscia napalm e riesce a mettere una palla in culo ad una
pulce a 200 metri.”
(Tom “Gunny”
Highway/Clint Eastwood in “Gunny”, di Clint Eastwood - 1986)
domenica 4 maggio 2014
Silenzio # 7
“Se mai scriverò – e chissà poi che cosa? -, mi
piacerebbe dipinger poche parole su uno sfondo muto. E sarà più difficile
rappresentare e dare un’anima a quella quiete e a quel silenzio che trovare le
parole stesse, e la cosa più importante sarà stabilire il giusto rapporto tra
parole e silenzio – il silenzio in cui succedono più cose che in tutte le
parole affastellate insieme. E in ogni novella, o latro che sia, lo sfondo muto
dovrà avere un suo colore e un suo contenuto, come capita appunto in quelle stampe
giapponesi. Non sarà un silenzio vago e inafferrabile, ma avrà i suoi contorni
i suoi angoli la sua forma: e dunque le parole dovranno servire soltanto a dare
al silenzio la sua forma e i suoi contorni, e ciascuna di loro sarà come una
piccola pietra miliare, o come un piccolo rilievo, lungo strade piane e senza
fine o ai margini di vaste pianure”.
(Etty Hillesum, in Diario 1941 – 1943,
trad. Chiara Passanti)
venerdì 2 maggio 2014
Garrett, Bob Dylan, Peckinpah ed i Guns 'n' Roses
Recentemente ho letto e apprezzato “Garrett - Ucciderò
ancora Billy the Kid”, fumetto sceneggiato da Roberto Recchioni e
disegnato da Riccardo Burchielli, Cristiano Cucina e Werther Dell’Edera.
Verrebbe da sconsigliarne la lettura ai “puristi”
del western classico, data la disinvoltura con cui sceneggiatura e
disegni affrontano uno degli episodi più conosciuti e dibattuti dell’epopea
della “frontiera”. Vengono messi da parte scrupoli e riverenze di sorta per
presentare ciò che sarebbe potuto accadere dopo la morte di Billy the
Kid/William Bonney per mano dell’amico Pat Garret, divenuto
sceriffo. Con un dato essenziale quanto insolito, se non sconvolgente, ovvero
il Kid è diventato un “pelleossa”, uno zombie!
Per chi, invece, si sente libero dal “rispetto” per
la storia originale, la lettura risulterà divertente, appagante e quindi
consigliabile!
Ebbene, ed ora giungo al tema centrale di questo post,
stimolato da questa lettura ho riascoltato negli ultimi giorni la colonna
sonora di “Pat Garret & Billy the Kid”, film western del 1973, per
la regia di quell’irregolare che era Sam Peckinpah.
Il regista statunitense, in quegli anni, stava a suo
modo rileggendo ed in parte rivoluzionando il genere western. Opera che
lo aveva già portato a dirigere film come “Il Mucchio Selvaggio”, “Sierra
Charriba” e “Sfida nell’Alta Sierra”. La colonna sonora venne
affidata a Bob Dylan, che tra l’altro reciterà nel film stesso,
impersonando il misterioso Alias.
Il brano più famoso è senza dubbio “Knockin’ on
Heaven’s Door”, inserito ad accompagnare una delle scene più intense e
significative, ovvero quando lo sceriffo Pat Garrett uccide Billy. Il testo fa
esplicito riferimento a quanto sta accadendo ed allo stato d’animo di Pat, che
pone fine alla vita dell’uomo che è stato suo grande amico. Commozione e
senso della fine, di una vita, di un’amicizia, di un’epoca vengono
sottolineate da musica, parole e immagini.
Il pezzo, in fondo, è abbastanza semplice ed
immediato, ragione per cui risulta essere uno dei motivi più riproposti, utilizzati,
riscritti e “omaggiati”.
“Knockin’ on Heaven’s Door”, oltre a divenire uno dei
“cavalli di battaglia” di Dylan, conoscerà una immensa fortuna, anche, forse
soprattutto, grazie alla quantità di cover che artisti dei più svariati generi
musicali proporranno, pressoché senza sosta dalla metà degli anni 70 in poi.
Solo per citare qualche nome, stiamo parlando di Eric Clapton, The Grateful
Dead, Bruce Springsteen, Aretha Franklin, Roger Mc Guinn dei The Byrds,
Bob Marley, Roger Waters, U2 e così via, che hanno reinterpretato il brano,
aggiungendo o “spostando” qualcosa, secondo il personale gusto o le tendenze
del momento.
Non c’è comunque scampo, poiché la cover più
riuscita e conosciuta, tanto da offuscare l’originale, risulta essere quella
dei Guns ‘n’ Roses, che la proponevano dal vivo fin dagli esordi.
Divenne un brano imprescindibile del loro repertorio, tanto che furono
costretti ad inserirlo, stabilmente, nella scaletta dei loro concerti e ad
inciderne una versione nell’album Use your Illusion II.
Quello che era un brano folk, senza dubbio,
diviene occasione per i virtuosismi di Slash, il riccioluto chitarrista
della band californiana, che non si lascia sfuggire l’occasione di esibirsi in assoli
lunghi ed intensi, con immancabile sigaretta, che funzionano alla grande,
riuscendo anche a far passare in secondo piano Axl Rose in mutande.
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