Tutte, quand'ella è apparsa,
le amiche eleganti ha offuscato
e l'anima mia è comparsa
nel cerchio voluto dal fato.
Della neve nel gemito pungente
sono sbocciati i tuoi lineamenti.
A briglia sciolta la troika sonante
vola in quel puro e bianco alienamento.
A lungo hai scosso la tua sonagliera
nella campagna m'hai trascinato,
m'hai soffocato con la seta nera,
lo zibellino m'hai spalancato...
Forse per quella tua disinvoltura
sfrontata, piange il vento lungo il fiume,
squilla e si spegne nella pianura
ogni sonaglio, ogni fievole lume?
Chiusa è la tua cintura fino in fondo,
fingi modesto lo sguardo saettante!
Tutte le cose i minuti confondano,
vadano in fumo in un rogo fiammante!
Lascia che il vento si metta a cantare
le menzogne, la tua seta, a cantare!
Gli uomini non dovranno mai sapere
come le mani tue sono leggere!
Per un istante dietro la veletta
mi si è dischiusa la lontananza...
Come sopra la bianca lontananza
è caduta l'ombrosa veletta.
(Aleksandr Aleksandrovič Blok, da Neznakomka, 1906 - Trad. Luciano Luisi)