Gravava ormai nella sala il sentimento della notte, quando le paure escono dai decrepiti muri e l'infelicità si fa dolce, quando l'anima batte orgogliosa le ali sopra l'umanità addormentata.
(Dino Buzzati, Il deserto dei Tartari)
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Gravava ormai nella sala il sentimento della notte, quando le paure escono dai decrepiti muri e l'infelicità si fa dolce, quando l'anima batte orgogliosa le ali sopra l'umanità addormentata.
(Dino Buzzati, Il deserto dei Tartari)
Be', io vi dico che non è come nei film e se io ci sono andato è perché non avevo scelta. Quando avevo la vostra età... io mi sono ritrovato davanti a un tizio che parlava da un palco e che raccontava un sacco di stronzate e io ci ho creduto, io andavo forte allora, ero capitano della squadra di baseball e volevo essere un eroe di guerra, io volevo andare a uccidere per il mio paese.
E ora sono qui per dirvi che ho ucciso per il mio paese o quello che era. E non ne sono affatto fiero. Perché non ci sono ragioni per farlo. Per sentire che una persona ti muore tra le mani o per vedere il tuo migliore amico falciato via. Io sono qui per dirvi che è una cosa vergognosa, ragazzi. Non c'è nessuna ragione per farlo. Ci sono un sacco di stronzate che ho fatto laggiù... e con quei ricordi dentro è difficile vivere. E non vorrei vedere giovani come voi che tornano a casa e devono portarsi dietro quello schifo per tutta la vita. Ecco qui, è tutto qui. Non è che mi sto compiangendo, adesso capisco molte più cose di quando sono partito. E vi dico solo una cosa. È una scelta, che si deve fare.
(Luke Martin/Jon Voight in “Tornando a casa”, di Hal Ashby – 1978)
...
“Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l'ultima volta in mezzo a noi. Ricordo come fosse oggi. Eravamo nella sala da pranzo della nostra villa d'Ombrosa, le finestre inquadravano i folti rami del grande elce del parco. Era mezzogiorno, e la nostra famiglia per vecchia tradizione sedeva a tavola a quell'ora, nonostante fosse già invalsa tra i nobili la moda, venuta dalla poco mattiniera Corte di Francia, d'andare a desinare a metà del pomeriggio. Tirava vento dal mare, ricordo, e si muovevano le foglie. Cosimo disse: – Ho detto che non voglio e non voglio! – e respinse il piatto di lumache. Mai s'era vista disubbidienza più grave.”
(Il Barone Rampante, di Italo Calvino)
I critici letterari? Sono come dei cactus con troppe spine.
(Amelie Poulain/Audrey Tautou in “Il favoloso mondo di Amelie”, di Jean-Pierre Jeunet)
Cheeseburger che cadono dal cielo... non è una cosa naturale!
(Timothy Lockwood in “Piovono polpette” di Phil Lord e Chris Miller - 2009)
“Quando la vidi entrare, tailleur costoso e borsa rigida da professionista, capii subito che mi sarei perso parte del concerto di Cooper Terry che stava iniziando in quel momento.”
(La Verità dell'Alligatore, di Massimo Carlotto)
Kate: Stiamo per davvero per dire alla Presidente degli Stati Uniti che tra poco più di sei mesi l'intera umanità e ogni altra specie vivente saranno completamente estinte?
Randall: È esattamente quello che... che stiamo per fare.
(dott.ssa Kate Dibiasky/Jennifer Lawrence e dott. Randall Mindy/Leonardo DiCaprio in “Don't Look Up”, di Adam McKay - 2021)
Cos'è dunque la malinconia? È l'isterismo dello spirito. Giunge un momento nella vita dell'uomo in cui l'immediatezza diviene quasi matura e in cui lo spirito esige una forma superiore nella quale afferrare se stesso come spirito. Come spirito immediato l'uomo è una cosa sola con tutta la vita terrena, e lo spirito si vuol quasi raccoglier fuori da questa dispersione, e trasfigurarsi in se stesso: la personalità vuole diventare cosciente di sé nel suo eterno valore. Se questo non accade, se il movimento si ferma, e viene represso, subentra la malinconia.
(Søren Kierkegaard, in “Aut – Aut” - trad. K. Montanari Gulbrandsen e Remo Cantoni)
“Come sono contento d'esser partito! Amico caro, cos'è mai il cuore dell'uomo! Aver abbandonato te che amo tanto, che mi eri inseparabile, ed essere contento! Ma so che mi perdoni. Le altre relazioni non eran forse scelte dal destino apposta per tormentare un cuore come il mio?”.
(I Dolori del Giovane Werher, di Johann Wolfgang Goethe – trad. Piero Bianconi)
Lady Bracknell: Sono in vita i genitori?
Jack: Io li ho persi entrambi.
Lady Bracknell: Perderne uno, signor Worthing, può essere considerata una disgrazia. Ma perderli entrambi è sbadataggine!
(Lady Bracknell/Judy Dench e John (Jack) Worthing/Colin Firth in “L'importanza di chiamarsi Ernest”, di Oliver Parker - 2002)
“Ti ho fatto male?”.
“No”.
“Ce l'hai con me?”.
“No”.
Era vero. In quel momento tutto era vero, perché viveva ogni cosa così come veniva, senza chiedersi niente, senza cercare di capire, senza neppure sospettare che un giorno ci sarebbe stato qualcosa da capire. E non solo tutto era vero, ma era anche reale: lui, la camera, Andrée ancora distesa sul letto sfatto, nuda, con le gambe divaricate e la macchia scura del sesso da cui colava un filo di sperma.
(La Camera Azzurra, di Georges Simenon – trad. Marina Di Leo)