Blog su Cinema, Letteratura, Arte, Cultura, Tempo libero, Esperienze. Post su Film, Libri, Mostre, Esperienze di vita, Fumetti, Cartoni Animati e quello che mi piace ed anche che mi piace di meno.
mercoledì 31 agosto 2016
lunedì 29 agosto 2016
Citazioni Cinematografiche n. 163
Mandy: non dovresti
essere il giornalista, quello distante dai fatti e sempre obbiettivo?
John: obbiettivamente
penso che in questo caso stiano accusando un uomo solo per la sua sessualità!
Mandy: una cosa che a
Manhattan non succederebbe proprio...
(John
Kelso/John Cusack e Mandy Nichols/Alison Eastwood in “Mezzanotte nel giardino
del bene e del male”, di Clint Eastwood - 1997)
venerdì 26 agosto 2016
Tristezze
Tristezze
Tre
grandi tristezze ci sono al mondo
Tre tristezze grandi e nessuno sa
Come evitare queste tristezze
Tre tristezze grandi e nessuno sa
Come evitare queste tristezze
Prima
tristezza Non so dove morrò
Seconda tristezza Non so quando accadrà
E l’ultima Non so dove sarò all’altro mondo
Seconda tristezza Non so quando accadrà
E l’ultima Non so dove sarò all’altro mondo
Così ho sentito cantare Lasciamo così
Lasciamo così come si canta Per riuscire
A prendere l’angoscia come una maniglia ed entrare.
Lasciamo così come si canta Per riuscire
A prendere l’angoscia come una maniglia ed entrare.
mercoledì 24 agosto 2016
lunedì 22 agosto 2016
Citazioni Cinematografiche n. 162
I fascisti non sono mica
come i funghi, che nascono così, in una notte. No. I fascisti sono stati i
padroni a seminarli, li hanno voluti, li hanno pagati. E coi fascisti i padroni
hanno guadagnato sempre di più, al punto che non sapevano più dove metterli i
soldi. Così hanno inventato la guerra. Ci hanno mandato in Africa, in Russia,
in Grecia, in Albania, in Spagna! Ma chi paga siamo sempre noi! Chi paga: il
proletariato, gli operai, i contadini, i poveri!
(Olmo Dalcò/Gerard
Depardieu in “Novecento”, di Bernardo Bertolucci - 1976)
sabato 20 agosto 2016
Le Storie #47 – Sangue e Ghiaccio
Una
storia horror, alla Lovecraft, con
una sceneggiatura che utilizza temi classici e ben rodati al servizio di
disegni di alto livello, dove i toni acquerellati, fra grigio e lampi di rosso,
donano profondità ed inquietudine a dispetto di molte (troppe?) parole.
Questa,
in sintesi, la riflessione sul numero 47
della collana Le Storie, “Sangue e
Ghiaccio”, ad opera di Tito Faraci
e di Pasquale Frisenda, in grande
forma e libero di prendersi lo spazio necessario per una magistrale prova
grafica e interpretativa di orrore, incubo, violenza e morte.
I
due autori, al debutto nella serie della Sergio Bonelli Editore, offrono al
lettore una drammatica vicenda, che utilizza la campagna di Russia voluta da Napoleone Bonaparte come punto di
partenza per una storia dai tratti gotici
e soprannaturali, che rimanda al confronto fra paganesimo e cristianesimo, in
luoghi come quelli dei paesi slavi dove tali tematiche sono state spesso
trattate e oggetto di studio nonché di narrazione.
Frisenda in più occasioni
rompe la “gabbia” e l’impatto visivo è pregevole, elemento questo che sembra
preponderante rispetto alla trama, con Faraci
che, abilmente e con ottima padronanza di temi e situazioni, presenta una
sceneggiatura abbastanza tipica del genere, senza forzature o particolari
originalità, in funzione di supporto e “appoggio” alla maestria del
disegnatore.
L’elemento
metanarrativo
è forse un po’ troppo pervasivo, ma in fin dei conti non disturba la lettura,
come invece rischia di fare l’uso di didascalie e spiegazioni che in alcuni
casi si dilungano più di quanto sembrerebbe necessario.
Il
comparto grafico, comunque, come già
espresso, potenzia la rappresentazione del dramma e coinvolge il lettore anche
nei passaggi più lenti, con esplosioni di stile che animano totalmente la
lettura e la conducono verso un epilogo che, per quanto prevedibile, si
inserisce perfettamente nell’atmosfera creata.
Logorata
dalla strategia russa della “terra bruciata”, la Grande Armata napoleonica si
ritira – lacera a affamata – attraverso un deserto di neve. Un tozzo di pane e
un fuoco intorno a cui scaldarsi; gli uomini del capitano Lozère non chiedono
altro. Quando quel lontano bagliore, tiepido e invitante, appare sotto il
grigio mortifero del cielo, per loro sembra rinascere la speranza… Eppure, è
come se nell’aria gelida e cupa, ci fosse qualcosa di sinistro, una sensazione
inafferrabile, una presenza senza volto che attende il loro arrivo con
immortale pazienza… (da sergiobonelli.it)
giovedì 18 agosto 2016
Giallo, Noir & Thriller/33
Titolo: Il Ritorno dei Tre
Autore: Carlo Callegari
Editore: Time Crime Fanucci - 2014
I
tre divertenti protagonisti del primo romanzo ritornano insieme per combinarne
altre, se possibile infilandosi in situazioni
ancora più grottesche e con un contorno di personaggi che, come si diceva
una volta, “valgono il prezzo del biglietto”.
Dopo
il primo episodio gli elementi comici, quasi surreali ma ancora più plausibili,
delle avventure del Bambola, del Boa e di Tony il nano si arricchiscono e
offrono al lettore ulteriori spunti per risate, azione, violenza e “giustizia”.
Lo scenario è Padova e le sue vicine campagne, con pioggia e nebbia annesse, sul cui sfondo si muovono traffici di vario genere, bische clandestine, night club e periferie urbane ed umane.
A
sostenere tutta la vicenda è l’accattivante
simpatia dei tre protagonisti, il contorno di gangster, pagliacci del
circo, bulli adolescenti, una parrucchiera strozzina, un manipolo di
guardaspalle ed il timbro irriverente, dissacrante e grottesco di Callegari.
L’autore
riesce a dosare e gestire i ritmi comici coniugando in modo efficace
tensione-azione-risate, in un noir grottesco ed ispirato che non può non
invitare alla risata.
mercoledì 17 agosto 2016
lunedì 15 agosto 2016
Citazioni Cinematografiche n. 161
Quando uno ha tutta questa terra, è chiaro
che l'ha portata via ad un altro.
(Jett
Rink/James Dean in “Il Gigante”, di George Stevens - 1956)
venerdì 12 agosto 2016
Guardarsi allo specchio
“Quando le capitava di guardarsi allo
specchio, Ya Xing trovava di avere un viso bello, del quale poteva andar fiera.
Forse era una forma di narcisismo, ma si ammirava allo specchio come se fosse
un’opera d’arte. Non si curava molto di quello che pensavano gli altri.
Quando si esaminava allo specchio, si trovava
più bella di Chen Baozhu. Perché dunque non sarebbe potuta diventare anche lei
una stella del cinema?
Quando si esaminava allo
specchio, si trovava più bella di Yao Strong. Perché dunque non sarebbe potuta
diventare anche lei una stella della canzone?”
mercoledì 10 agosto 2016
lunedì 8 agosto 2016
Citazioni Cinematografiche n. 160
Lidia: Com'è l'ambiente? È interessante?
Giovanni: Abbastanza.
Senti, ma è possibile che tu non ti diverta mai?
Lidia: Io mi diverto così. Anche lì in
casa c'è una ragazza che sta bene da sola. È lei che legge 'I sonnambuli'.
Giovanni: Hmm.
Lidia: Ed è anche una bella ragazza.
(Lidia
Pontano/Jeanne Moreau e Giovanni Pontano/Marcello Mastroianni in “La Notte”, di
Michelangelo Antonioni - 1961)
sabato 6 agosto 2016
La mia memoria
L’allora
è un allora? L’oggi è un oggi? Il tempo non è un rocchetto di filo. Nulla si
dipana in bell’ordine. La mia memoria somiglia ad un lastrone di ghiaccio alla
deriva, che affiora, risprofonda, fin quando lentamente, molto lentamente, si
assottiglia.
Al disfacimento non c’è nulla
da oppugnare.
Questo e quello continua però a
sporger fuori.
Ha un rilievo.
Ha un peso.
(Il mare che bagna i pensieri, di Ilma Rakusa –
Sellerio editore – trad. Mario Rubino)
giovedì 4 agosto 2016
Dr. Morgue - Star Comics
“Tutti
temono la morte. Io no. A me piace pensare alla morte come ad una
ridistribuzione della materia”
Un
semplice consiglio, per quanto non richiesto, ma se siete fra quelli che ogni
tanto dedicano qualche minuto di attenzione a quanto scritto su questo blog,
magari vi può fare piacere.
Il
consiglio è di recuperare e leggere la serie Dr. Morgue, edita dalla Star
Comics nel biennio 2011-2012, composta da sei numeri più uno speciale,
ideata e scritta da Silvia Mericone
e Rita Porretto. Disegni di Francesco
Bonanno, Daniele Statella, Marco Fara, Paola Camoriano e Beniamino del Vecchio (spero di non dimenticare nessuno).
Il
motivo di base risiede nel fatto che è ben
sceneggiato, curato nei particolari e che propone una versione originale e
credibile di un noir di tipo procedurale. A ciò si aggiunge la qualità dei
disegni e dei testi ed infine “la chicca” è il protagonista.
Yoric Malatesta, ovvero
Dr.Morgue, è un coroner italo-canadese residente a Montreal. Oltre all’altezza,
superiore alla media, ed un volto riconoscibile fra mille, il buon Malatesta è
affetto dalla Sindrome di Asperger e
vive un rapporto a dir poco singolare con la morte, non solo a causa ed in
virtù della professione esercitata, ma anche per la sua condizione a cui si
associa un carattere difficile ed una spiccata genialità.
Non
mi dilungo sulla sindrome di Asperger, limitandomi a dire che il Dr.Morgue si
presenta come un personaggio "vero". Non è uno stereotipo dell’Asperger,
e non vuole essere rappresentativo di tutti, ha il suo carattere, e le sue
peculiarità. Tuttavia, e proprio grazie a ciò, nel corso del fumetto si evidenziano
tante caratteristiche dell’Asperger, più o meno comuni, in modo da permettere
alle persone di comprendere ed unire piacere e acquisizione di nuove conoscenze.
A
livello di sceneggiatura, uno dei
punti forti della serie, sottolineato anche a livello grafico, è che lo
“Spaccamorti”, come lo chiamano i colleghi della polizia, ha una peculiare
visone della morte e di ogni delitto su cui si trova ad indagare. Questo gli
permette di “dialogare” con la morte, interpretando gli equilibri chimici e le
tracce presenti su un corpo durante le autopsie, come se fosse realmente il
cadavere a raccontare la propria fine.
Più
di un banale antieroe dai tratti ossessivi, una sorta di traghettatore verso il
dolore, la violenza, il male, da osservare e valutare con un punto di vista
diverso, in un noir decisamente nero e
cupo, ma che ci fa vivere e scoprire tanta umanità.
“Non serve vivere
eventi straordinari per essere un eroe. Mi chiamo Yoric Malatesta. E sono un
uomo”
mercoledì 3 agosto 2016
lunedì 1 agosto 2016
Citazioni Cinematografiche n. 159
Sandro: Claudia, ci
sposiamo?
Claudia: Come ci sposiamo?
Sandro: Ci sposiamo io e
te. Rispondi!
Claudia: Rispondi. Cosa ti
rispondo: No, non ancora, non lo so, non ci penso nemmeno. In un momento come
questo, ma perché me lo domandi?
Sandro: Mi guardi come se
avessi detto una cosa pazzesca.
Claudia: Ma sei sicuro di
volermi sposare? Proprio sicuro? Di voler sposare me?
Sandro: Se te lo chiedo?
Claudia: Già, ma perché
tutto non è più semplice. Tu dici che voglio vedere tutto chiaro. Io vorrei
essere lucida, vorrei avere le idee veramente chiare, e invece.
(Sandro/Gabriele
Ferzetti e Claudia/Monica Vitti in “L’Avventura”, di Michelangelo Antonioni -
1960)
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