Blog su Cinema, Letteratura, Arte, Cultura, Tempo libero, Esperienze. Post su Film, Libri, Mostre, Esperienze di vita, Fumetti, Cartoni Animati e quello che mi piace ed anche che mi piace di meno.
mercoledì 31 gennaio 2018
lunedì 29 gennaio 2018
Citazioni Cinematografiche n.235
Brigid O'Shaughnessy: Prima o poi ti avrei cercato: lo sapevo dal primo momento che ti ho visto.
Sam Spade: Davvero? Se ti va bene, uscirai di prigione fra
vent'anni, e allora potrai cercarmi di nuovo. Sempre che non decidano di
stringere il tuo grazioso collo con un cappio... Sì, tesoro, ti faccio
andare in vacanza. Avrai qualche speranza di salvare la vita: il che
vuoi dire che se fai la brava ci rivedremo più o meno tra una ventina
d'anni. Se invece t'impiccano, ti ricorderò per sempre.
(Brigid O'Shaughnessy/Mary Astor e Sam Spade/Humphrey Bogart in "Il Mistero del Falco", di John Huston - 1941)
sabato 27 gennaio 2018
venerdì 26 gennaio 2018
Per la Memoria
Domani "Giorno della Memoria", oggi una riflessione attraverso le parole di Paolo Rumiz:
La memoria:
ecco il tema chiave. Se la Germania ha pilotato il suo allargamento è
anche perché ha ammesso le sue colpe storiche, e questa ammissione
l'ha resa leggera e meno ambigua anche in territori dove ha compiuto
i peggiori stermini. L'Italia no. L'Italia continua a far finta di
non essere stata fascista e di aver vinto la guerra. Invece è stata
fascista eccome; e ha perso la guerra, proprio nelle mie terre.
La Germania
ha fatto dei suoi “giorni della memoria” il tempo della
responsabilità e del pentimento. Da noi, la parola memoria fa quasi
sempre rima con autoassoluzione. Vi prego, non parlatemi di “italiani
brava gente”, perché abito sul luogo del misfatto. A Trieste
Mussolini ha proclamato le leggi razziali contro gli ebrei, e quella
scelta sciagurata ha avuto il suo preludio quasi vent'anni prima con
lo schiacciamento politico, economico e linguistico della vasta
comunità slovena. So che durante la guerra non ci furono solo campi
di sterminio nazisti, ma anche lager gestiti dal fascismo, con
migliaia di morti di stenti. Perché di questo si parla poco? Perché
continuiamo a rivangare il tempo delle atroci vendette jugoslave del
dopoguerra come se fossero nate dal nulla? L'Italia non ha avuto la
sua Norimberga. Ecco perché non ha l'autorevolezza per chiedere ai
vicini di fare pulizia nella loro memoria.
(Trans
Europa Express, di Paolo Rumiz – Feltrinelli 2012)
giovedì 25 gennaio 2018
Vorrei già essere a casa
Sono
imbottigliata da mezz'ora in un groviglio di macchine sul lungofiume.
Adesso non si va né avanti né indietro, e per di più piove. Un
signore mi lampeggia e suona ripetutamente. Non so cosa posso fare
per lui, non lo conosco. Spengo i tergicristalli e lascio che il
parabrezza si ricopra di gocce, che il mondo esterno si offuschi, che
le luci delle macchine e dei lampioni diventino cristalli di zolfo in
fusione. Penso al tempo che passiamo sui mezzi di trasporto,
all'eternità di semafori, a chi ha detto che forse è meglio
spendere la vita in una sola notte, come fa il fuoco. Penso al caos
delle gocce luminose sul parabrezza, al turbinio degli atomi, al
funerale di questa mattina. Vorrei già essere a casa.
(Alessandro
De Benedetti, in “Purpureo e
giallo è l’ultimo respiro”
– Foschi Editore, 2007)
mercoledì 24 gennaio 2018
lunedì 22 gennaio 2018
Citazioni Cinematografiche n.234
Quando arrivai qui ero ancora un pivello appena laureato in legge, con
la borsa piena di codici, un ottimo orologio d'oro, nonché quattordici
dollari in contanti. Avevo seguito alla lettera il consiglio del mio
professore di diritto privato: "Va' nel West, giovanotto, va' nel West,
se vuoi trovare fortuna, gloria e avventura".
(Ransom Stoddard/James Stewart in "L'Uomo che uccise Liberty Valance", di John Ford - 1962)
sabato 20 gennaio 2018
Giallo, Noir & Thriller/48
Titolo: Un errore di inesperienza
Autore: Errico Nero
Editore:
Libromania – 2017
In qualità
e ruolo di lettore, uno degli elementi che ritengo fondamentali nella
stesura di un giallo-thriller risiede nella capacità ed
impegno dell'autore di presentare personaggi, principali ma anche
secondari o comprimari, che “arrivino” a chi legge, che
conquistino la sua attenzione e suscitino qualche sentimento o anche
semplici reazioni.
Desidero e
mi aspetto protagonisti che donino parte di sé o al limite che ne
nascondino porzioni creando una sorta di collegamento con il lettore,
se non proprio un legame, magari temporaneo giusto il tempo di
concludere il romanzo, quanto meno una via di comunicazione o di
contatto.
Durante la
lettura di “Un errore di inesperienza”, esordio di Errico
Nero (pseudonimo) per la casa editrice Libro/Mania, purtroppo mi è mancato
questo elemento.
A lasciarmi
non completamente soddisfatto non è tanto la mancanza di descrizioni
fisiche o psicologiche dei vari personaggi, che sono comunque molti e
vari e non tutti facilmente inquadrabili e in grado di farsi
ricordare da chi legge, ma il fatto che l'autore sembri
deliberatamente scegliere una caratterizzazione degli stessi
“leggera” e poco approfondita. Tale scelta a mio vedere
penalizza un po' la vicenda che invece ha molti interessanti spunti e
tocca temi attuali, per nulla banali e con diretto contatto con la
realtà di questi anni.
Il plot,
tanto per dire, è ricco e ci sono molti spunti interessanti, ma la
protagonista Agnese Sloe solo occasionalmente suscita in chi legge
sensazioni ed emozioni, personalmente neanche troppo positive, anzi
alla fine mi risulta quasi più antipatica, lei “la buona”, dei
vari “cattivi” presentati nel romanzo.
Forse solo
ingenuità da parte dell'autore, magari, riprendendo il titolo, un
po' di inesperienza, e non aiuta la scelta editoriale (almeno
nell'edizione da me letta) di presentare capitoli molto lunghi,
in cui sia lo scenario che la voce narrante tendono a cambiare più
volte.
Detto questo
rimangono elementi di originalità ed una certa tensione
che si sviluppa per tutte le pagine, con una conclusione che non è
tale e potrebbe far pensare ad un seguito con ulteriori interessanti
sviluppi. Magari nel prossimo libro anche io mi potrei affezionare di
più ai personaggi.
Di
ritorno dalla gita scolastica annuale, il professor Serafini voleva
godersi finalmente una domenica casalinga. L’aroma del caffè aveva
già riempito tutte le stanze quando il professore decretò che fosse
giunto il momento di uscire sul balcone a fumare una sigaretta.
Mentre si crogiolava nel piacevole tepore mattutino, qualcosa di
inconsueto lo disturbò. Doveva recuperare gli occhiali da miope e
mettere subito a fuoco quello che sospettava di aver visto. Sul
muretto laterale del giardino stavano i corpi di un ragazzo e una
ragazza fissati in qualche modo al muro come statue di cartapesta o
animali impagliati. Guardando ancora meglio gli sembrò di
riconoscere quei corpi, ma non voleva essere lui a decretarlo, non in
quel momento e nemmeno con sua moglie. Meglio lasciare le indagini al
Sostituto Procuratore. Agnese Sloe, a cui di sicuro non sarebbe
sfuggito che le due vittime Rebecca Mozic e Andrea Povelli erano,
fino al giorno prima, due studenti del professore. Ma perchè i due
ragazzi non erano andati in gita con il resto della classe? Perché
erano stati uccisi in quel modo proprio nei pressi dell’abitazione
del Serafini? (da
libromania.net)
giovedì 18 gennaio 2018
La sola verità che conosco sei tu
“I hear the drizzle of the rain
like a memory it falls
soft and warm continuing
tapping on my roof and walls
And from the shelter of my mind
through the window of my eyes
I gaze beyond the rain-drenched streets
to England where my heart lies
My mind’s distracted and confused
my thoughts are many miles away
they lie with you in your sleep
and kiss you when you start your day
And this song I was writing is left undone
I don’t know why I spend my time
writing songs I can’t believe
with words that tear and strain to rhyme
And so you see I have come to doubt
all that I once held as true
I stand alone without beliefs
the only truth I know is you
And as I watch the drops of rain
weave their weary paths and die
I know that I am like the rain
there but for the grace of you go I”
(Kathy's Song - Simon and Garfunkel)
Jack Vettriano -Yesterday’s Dreams |
“Sento la pioggia leggera
cade come un ricordo
soffice e calda e continua
che cade sul tetto e sui muri
E dal rifugio della mia mente
attraverso la finestra dei miei occhi
io fisso lo sguardo
oltre le strade inzuppate dalla pioggia
verso l’Inghilterra, dove è rimasto il mio cuore
La mia mente è distratta e confusa
i miei pensieri sono mille miglia lontano
sono rimasti con te nel tuo sonno
e ti baciano mentre inizi il tuo giorno
E questa canzone che stavo scrivendo
è rimasta incompiuta
non so perché spreco il mio tempo
scrivendo canzoni a cui non posso credere
con parole che tagliano e stravolgono i versi
E così vedi che io ho iniziato a dubitare
di tutto quello che una volta ritenevo vero
io sto solo senza le mie convinzioni
la sola verità che conosco sei tu
E mentre guardo le gocce di pioggia
che tessono il loro lento cammino e svaniscono
io so di essere come la pioggia
ma grazie a te io non svanisco ”
mercoledì 17 gennaio 2018
lunedì 15 gennaio 2018
Citazioni Cinematografiche n.233
Henri Berton: Vorrebbe distruggere quel che ancora non
siamo in grado di comprendere? Non sono un sostenitore della conoscenza a
qualunque costo: la conoscenza è autentica solo quando è sostenuta
dalla morale.
Kris Kelvin: È l'uomo a rendere immorale la scienza, ricordi Hiroshima.
Henri Berton: E allora non rendete immorale la scienza!
(Henri Berton/Vladislav Dvoržeckij e Kris Kelvin/Donatas Banionis in "Solaris", di Andrej Arsen’evic Tarkovskij - 1972)
sabato 13 gennaio 2018
La Marcia di Radetzky, brevemente
La Marcia di Radetzky di Joseph Roth
Romanzo a me molto caro!
Non esito a collocarlo fra i più coinvolgenti,
eleganti e "soddisfacenti" che abbia avuto la possibilità di leggere.
Se
Roth fu un superbo narratore ed "illustratore" della "finis Austriae",
della dissoluzione dell'impero austro-ungarico, che aveva riunito popoli
di origini disparate, con lingue, religioni, tradizioni diversissime,
questo romanzo ne è un ottimo esempio. Sono presenti, quasi
impercettibilmente e splendidamente fusi, stili, temi e registri
socio-culturali che fanno di questo romanzo un momento fondamentale
della letteratura europea.
Da assaporare, a mio parere, oltre la "saga"
dei Trotta, la tristezza conflittuale per il tramonto di una patria, che
aveva per così dire educato i suoi figli all'opposizione. La morte
dell'imperatore Francesco Giuseppe, figura storica splendidamente
delineata e offerta a noi con maestria, appare la metafora centrale per
il tramonto dell'impero asburgico e la perdita della patria, come anche
ne "La cripta dei Cappuccini".
giovedì 11 gennaio 2018
Le Storie #63 - Il Cuore di Lombroso
Nel
corso dei miei anni alla scuola elementare in ordine cronologico ho
visto la serie anime “Cuore” (di cui mi regalarono il
45 giri con la sigla, a mio parere molto bella come tutte quelle
cantate da “I Cavalieri del Re”), ho letto il libro di
Edmondo De Amicis a cui era ispirata ed infine ho visto la
omonima serie TV diretta da Luigi Comencini.
Pertanto
il numero 63 della collana “Le Storie”, dal titolo
“Il Cuore di Lombroso”, che riprende buona parte dei
personaggi del romanzo ottocentesco, non poteva non stimolare la mia
curiosità.
Lasciando
da parte Umberto Eco ed il suo famoso “Elogio di Franti”, le
varie considerazioni sul carattere del testo deamiciano, notoriamente
intriso di intenti pedagogici e morali, con un certo paternalismo e
perbenismo che rasenta la mediocrità dell'allora borghesia italiana,
fin troppo evidente ad una lettura già solo adolescente, il romanzo
viene giustamente omaggiato, anche se in modo al limite del
dissacrante e a mio parere vicino ad una ironia parente prossima del
satirico.
Oltre
allo studioso Lombroso del titolo, la sceneggiatura di Davide Barzi
presenta al lettore i personaggi di Cuore divenuti adulti, alle prese
con la loro maturità e la condizione che il destino o le loro scelte
di vita (c'è differenza e distinzione fra il primo e quest'ultime?)
hanno loro assegnato.
Ritroviamo
il maestro Perboni, ucciso con crudeltà, Bottini, Garrone, persino
Franti e gli altri coinvolti nelle indagini per scoprire il colpevole
del crimine. Lombroso, i suoi studi e le sue conclusioni e risultati
(opportuno ribadire smentiti dalla scienza) vengono tirati in
ballo e con arguzia sezionati, utilizzati e capovolti per creare una
narrazione “nera” e tipica della crime story. L'ambientazione è
la Torino dell'ultimo decennio dell'ottocento, così come nel romanzo
che a torto o a ragione ha influenzato migliaia di studenti
italiani, resa con tratto realistico e con tinte gotiche e vagamente
dark dalla matita di Francesco De Stena.
Torino,
1889. Cesare Lombroso è professore di medicina legale
all'università, dove effettua autopsie sui corpi di criminali,
prostitute e folli. Un giorno, presso il Carcere "Le Nuove",
il maestro Giulio Perboni scrive un'ultima lettera ai suoi ex allievi
e poi si toglie la vita. Tocca a Lombroso indagare per scoprire quale
pericolo incombe su Bottini, Garrone e tutti gli altri ex compagni di
classe...
mercoledì 10 gennaio 2018
lunedì 8 gennaio 2018
Citazioni Cinematografiche n.232
Dominazione del mondo. Il solito sogno. I manicomi sono pieni di gente che crede di essere Napoleone. O Dio.
(Sean Connery/James Bond in "Agente 007 - Licenza di Uccidere", di Terence Younh - 1962)
giovedì 4 gennaio 2018
The Beatles e Gentile Da Fabriano
The Beatles, "Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band", 1967 e Gentile Da Fabriano, "Adorazione dei Magi", 1423
mercoledì 3 gennaio 2018
lunedì 1 gennaio 2018
Citazioni Cinematografiche n.231
Il denaro vinto è molto più dolce del denaro guadagnato.
(Eddie Felson/Paul Newman in "Il Colore dei Soldi", di Martin Scorsese - 1986)
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