Blog su Cinema, Letteratura, Arte, Cultura, Tempo libero, Esperienze. Post su Film, Libri, Mostre, Esperienze di vita, Fumetti, Cartoni Animati e quello che mi piace ed anche che mi piace di meno.
sabato 31 agosto 2019
mercoledì 28 agosto 2019
Avversario
Non voglio mandare al tappeto il mio avversario.
Voglio colpirlo, fare un passo indietro
e vedere quanto gli ho fatto male.
Voglio il suo cuore.
(Joe Frazier)
Voglio colpirlo, fare un passo indietro
e vedere quanto gli ho fatto male.
Voglio il suo cuore.
(Joe Frazier)
lunedì 26 agosto 2019
Citazioni Cinematografiche n.317
David: Dov'è?
Susan: Dov'è cosa?
David: La mia clavicola intercostale.
Susan: La sua cla...
David: Il mio osso! È un pezzo unico, prezioso! Che cosa ne ha fatto?
Susan: L'osso non...
David: Susan, lei lo ha nascosto. Me lo ridia!
Susan: No-no, davvero, io non l'ho preso!
David: L'ha portato da qualche parte?
Susan: Ma scusi, che ragione avrei di andarmene in giro con un osso in tasca?!
David: Ah, be', se è per questo nessuna delle cose che fa ha una ragione!
Susan: Be', bisognerà che se ne procuri un altro.
David: Ci sono voluti cinque anni e tre spedizioni per trovare quello!
Susan: Be', comunque ora che avete scoperto dove si trovano potete andare a prenderne un altro!
Susan: Dov'è cosa?
David: La mia clavicola intercostale.
Susan: La sua cla...
David: Il mio osso! È un pezzo unico, prezioso! Che cosa ne ha fatto?
Susan: L'osso non...
David: Susan, lei lo ha nascosto. Me lo ridia!
Susan: No-no, davvero, io non l'ho preso!
David: L'ha portato da qualche parte?
Susan: Ma scusi, che ragione avrei di andarmene in giro con un osso in tasca?!
David: Ah, be', se è per questo nessuna delle cose che fa ha una ragione!
Susan: Be', bisognerà che se ne procuri un altro.
David: Ci sono voluti cinque anni e tre spedizioni per trovare quello!
Susan: Be', comunque ora che avete scoperto dove si trovano potete andare a prenderne un altro!
(David/Cary Grant e Susan/Katharine Hepburn in "Susanna!", di Howard Hawks - 1938)
venerdì 23 agosto 2019
Maria regina di Scozia (2018)
Nel 1561 dopo la morte del primo marito, Francesco II Re di Francia, la giovane e cattolica Maria torna in Scozia a reclamare il proprio legittimo trono. In Inghilterra, nel frattempo, è stata incoronata regina la protestante Elisabetta. Ma Maria ha tutta l’intenzione di unificare i regni sotto la sua egida o quella di un suo erede…
Un confronto
fra due donne, fra due regine. Un confronto fra due donne, fra due
attrici. Un confronto fra due donne in un mondo ed in una realtà di
uomini.
Sinteticamente
così potremmo definire “Maria Regina di Scozia”, film che
senz'altro merita attenzione e riflessione.
Se nella
realtà storica, probabilmente, Maria Stuarda ed Elisabetta
I non si sono mai incontrate, il regista Josie Rourke
sceglie di affidare invece ad uno scambio di battute e di occhiate la
scena maggiormente incisiva e toccante del confronto a cui si
accennava. Confronto a distanza nella storia dell'isola britannica e
per buona parte del film, dove le due bravissime Saoirse Ronan
e Margot Robbie non hanno mai girato una scena insieme, ad
esclusione di quella a cui ci si è riferiti prima. Distinte
location, distinte strategie interpretative, entrambe efficaci, l'una
per contenuta enfasi che trasmette forza e carattere in ogni sguardo
rivolto agli altri personaggi ed al pubblico (la Ronan),
l'altra che punta alla sottrazione interpretativa e sull'annullamento
quasi totale di doti estetiche per comunicare dissidio e dramma
interiore (la Robbie).
Il
risultato è un gran bel film, su donne, di donne, si diceva ma in
cui il potere è maschile, dove le corti ed i consigli sono dominati
da uomini che, di fatto, disprezzano le due regine, potenziali
alleate ma spinte allo scontro ed alla guerra.
“Maria
Regina di Scozia” vive delle ottime interpretazioni delle
attrici principali, della luce sempre azzeccata, che oscilla
fra quadri di pittura fiamminga e fiammate di colore da mozzare il
fiato, dei costumi superbi e di una colonna sonora a dir poco
calzante. Il film riesce a mettere in scena e far vivere il confronto
a distanza fra le due cugine regnanti, così come fra le due
interpreti, oltre che a tratteggiare distinte modalità di avere a
che fare con il potere, di gestirlo, di usarlo e di farne le spese.
Se il flusso
degli eventi è dominato da un coro maschile, di intrighi,
tradimenti, accuse e congiure, la componente femminile ci dona una
forza ed un carattere, diversamente declinati, che ci fanno dire come
sia la Ronan che la Robbie abbiano le carte in regola per affermarsi
come due tra le più interessanti interpreti del loro tempo. Attrici
a loro agio in questo film in costume, che da un impianto di base
essenzialmente teatrale riesce a trascendere verità e fatti storici
per farsi Cinema e parlare chiaramente al presente, con piacere del
pubblico, che per una volta si gode un bel ordito e non è tediato da
una opera noiosa e un po' stantia, come spesso capita da quelle parti
e su analoghi temi o personaggi.
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Saoirse Ronan,
Scozia,
Storia
mercoledì 21 agosto 2019
Non trovo più il sonno
Notte — Possa tu riposare, mentre io ardo così nel pensiero di te e non trovo più il sonno, e sono felice.
Sibilla Aleramo, Lettera a Dino Campana
lunedì 19 agosto 2019
Citazioni Cinematografiche n.316
Mer: Siccome ogni giorno, ogni giorno ho continuato a issare le
bandiere rivolgendomi a mio padre, io sono arrivata a credere che mio
padre mi abbia voluto mandare te al suo posto, Kazama! Io, Kazama, sono
innamorata di te!
Shun: Mer...
Mer: Anche se siamo consanguinei, persino se siamo fratelli, sarò sempre innamorata di te!
Shun: Anch'io sono innamorato di te.
Shun: Mer...
Mer: Anche se siamo consanguinei, persino se siamo fratelli, sarò sempre innamorata di te!
Shun: Anch'io sono innamorato di te.
(Umi "Mer" Matsuzaki e Shun Kazama in "La Collina dei Papaveri", di Goro Miyazaki - 2011)
sabato 17 agosto 2019
martedì 13 agosto 2019
Non è un paese per vecchi e i Cohen
Qualche
giorno fa ho ascoltato le parole di delusione di chi la sera prima
aveva visto “Non è un paese per vecchi” di Joel ed
Ethan Cohen. Parole tra l'altro espresse con compostezza ed un
pizzico di rammarico da parte di chi, argomentando, sosteneva di
essere rimasto un po' deluso dal film.
Tanto per
essere chiari, chi scrive ritiene che i Cohen, alla regia meglio in
coppia che ognuno per conto proprio (con l'altro comunque
coinvolto), stiano facendo la storia del Cinema. Quindi “Non
è un paese per vecchi” contribuisce ampiamente alla costruzione ed
affermazione del loro valore e si aggiunge ai titoli che ritengo
doveroso ricordare e rivedere
nei prossimi decenni.
Elementi per
esprimere una contenuta dose di delusione forse ci sono, specialmente
negli ultimi venti minuti di film, dove la tensione, magistralmente
creata e mantenuta fino a quel punto tende a scemare, per lasciare
spazio essenzialmente alla disillusione e rimpianto del vecchio
sceriffo prossimo alla pensione, ma già congedatosi dall'ottimismo e
dalla vitale forza che fa andare avanti ogni essere umano sul
pianeta.
Gli elementi
più che positivi, anzi ottimi, hanno però la meglio e fanno di
questo film una occasione imperdibile per godere del cinema dei due
fratelli Cohen. Partiamo dalla magistrale ed efficace direzione degli
attori, tra gli altri i bravissimi e imprescindibili Tommy
Lee Jones, Josh Brolin
(non ancora Marvel) e
Javier Bardem, il cui
sicario dai toni fatalisti e dall'imperscrutabile tono di voce
difficilmente può essere dimenticato. I due
registi si rivelano ancora una volta maestri nel creare e gestire un
mirabile e godibile meccanismo narrativo, in cui dosano pathos,
frenesia, tensione, riflessione, dialoghi, violenza e senso di
finitudine a livelli d'eccellenza.
Ma quello
che fa veramente la differenza è che tutto questo sembri non
interessare troppo ai Cohen, che nella loro maestria e sicurezza di
gestione dell'apparato tecnico e del mezzo espressivo nella sua
totalità, ci offrono qualcosa che sembra una summa, o meglio
l'assunto fondatore del loro Cinema. Ovvero, consapevoli come sia
necessario curare dettagli ed elementi dell'opera, utilizzano sangue,
inseguimenti, epifanie tanto fallaci quanto definitive, dialoghi che
mescolano humor nero e fatale disillusione per offrire un serissimo
gioco basato su una potenza teorica che si
esprime in inquadrature, luci, impostazioni narrative e di ripresa
che fanno sì che la loro opera, i loro film siano riconoscibili e
degni di essere visti e goduti.
lunedì 12 agosto 2019
Citazioni Cinematografiche n.315
Kiki: Gatto nero, vestito nero... sono tutta nera in nero.
Kokiri: Kiki, non dovresti badare così tanto all'aspetto esteriore. Quel che è importante è l'animo.
Kiki: Sì, lo so. Per quel che riguarda l'animo non devi preoccuparti. Peccato soltanto che non te lo possa mostrare.
Kokiri: Kiki, non dovresti badare così tanto all'aspetto esteriore. Quel che è importante è l'animo.
Kiki: Sì, lo so. Per quel che riguarda l'animo non devi preoccuparti. Peccato soltanto che non te lo possa mostrare.
(Kiki e Kokiri in "Kiki - Consegne a domicilio", di Hayao Miyazaki - 1989)
mercoledì 7 agosto 2019
Burattino?
(Angelina Jolie in "Ragazze Interrotte", di James Mangold - 1999)
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lunedì 5 agosto 2019
Citazioni Cinematografiche n.314
Ho sempre combattuto con le mani legate dietro la schiena... ma cosa succederà quando le avrò completamente libere?
(Carol Danvers/Vers/Captain Marvel/Brie Larson in "Captain Marvel", di Anna Boden e Ryan Fleck - 2019)
domenica 4 agosto 2019
Il Male giustificato
Poi,
con il passare del tempo, capii che, anche se tutti noi uomini siamo
capaci di fare il bene e il male, i peggiori sono sempre quelli che,
quando dispensano il male, lo fanno al riparo dell'autorità altrui,
della subordinazione, o con il pretesto di obbedire agli ordini
ricevuti. E se sono già terribili coloro che dicono di agire nel
nome di un'autorità, una gerarchia o una patria, quelli che si
sentono giustificati da un qualche Dio sono anche peggio.
(Arturo
Pérez-Reverte, “Purezza di Sangue” – Il Saggiatore, 2010,
trad. Roberta Bovaia)
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