Blog su Cinema, Letteratura, Arte, Cultura, Tempo libero, Esperienze. Post su Film, Libri, Mostre, Esperienze di vita, Fumetti, Cartoni Animati e quello che mi piace ed anche che mi piace di meno.
mercoledì 30 luglio 2014
lunedì 28 luglio 2014
Citazioni Cinematografiche n. 55
Hattori
Hanzo: Cosa
vuoi da Hattori Hanzo?
La Sposa: Acciaio giapponese.
Hattori Hanzo: A che ti serve l'acciaio giapponese?
La Sposa: A uccidere dei parassiti.
Hattori Hanzo: Devono essere parassiti molto grossi se ti serve l'acciaio di Hattori Hanzo.
La Sposa: Enormi!
La Sposa: Acciaio giapponese.
Hattori Hanzo: A che ti serve l'acciaio giapponese?
La Sposa: A uccidere dei parassiti.
Hattori Hanzo: Devono essere parassiti molto grossi se ti serve l'acciaio di Hattori Hanzo.
La Sposa: Enormi!
venerdì 25 luglio 2014
La fotografia secondo Susan Sontag
“Le fotografie possono essere ricordate più facilmente
delle immagini in movimento, perché sono una precisa fetta di tempo anziché un
flusso.”
Susan Sontag
mercoledì 23 luglio 2014
martedì 22 luglio 2014
Nuovamente a proposito di rose
Dov’è la nostra rosa,
Amici miei?
È appassita la rosa,
Figlia dell’alba.
Non dire: così
Appassisce la giovinezza!
Non dire:
Ecco la gioia della vita!
Dì al fiore:
Addio, mi dispiace!
E il giglio
mostra a noi.
(Aleksandr
Sergeevič Puškin, trad. Eridano Bazzarelli)
lunedì 21 luglio 2014
Citazioni Cinematografiche n. 54
Bene, il passato è passato, questo lo so. E il futuro non
è ancora arrivato. Qualunque cosa sia, dunque, l'unica cosa che esiste è
questa. Il presente. Così è!
(Don
Johnston/Bill Murray in “Broken Flowers”, di Jim Jarmusch - 2005
giovedì 17 luglio 2014
Giallo, Noir & Thriller/17
Titolo: Lo Sguardo di uno Sconosciuto
Autore: Karin Fossum
Traduttore: Marocco Pierina M.
Editore: Frassinelli – 2007
Pubblicato (e letto) ormai diversi anni fa,
pertanto ancora non nell’onda della passione per le crime stories ed i gialli
scandinavi, questo bel romanzo della Fossum si prende un po’ gioco del
lettore. Se infatti la provincia norvegese, con le sue casette, i
villaggi ed i panorami mozzafiato, viene ben descritta e presentata, in realtà
la storia raccontata, con tante ombre, la suspense leggera che subisce
improvvise accelerazioni solo verso il sorprendente finale, potrebbe essere una
vicenda accaduta in qualsiasi luogo, persino vicino casa nostra. Forse anche
per questo Andrea Molaioli ci ha tratto il suo bel “La Ragazza
del Lago”, con un cast di attori di tutto rispetto, ambientando tutto nel
Nord-Est italiano, con il Friuli ed i laghi di Fusine a far da sfondo a drammi,
paure, ad un omicidio, ad indagini lente e metodiche ed una caratterizzazione
dei personaggi raffinata ed efficace tanto quanto quella proposta al
lettore dalla Fossum.
In effetti avevo già parlato di questo romanzo
parlando di opere cinematografiche tratte da romanzi, ma il desiderio di
dedicargli un post esclusivo era tanta, anche per la volontà di sottolineare il
valore di Karin Fossum, autrice che meriterebbe di essere maggiormente letta
anche in Italia. Scrivo questo perché a mio parere negli ultimi anni, invasi da
autori ed autrici (vi dice qualcosa Camilla Läckberg?) originari dei
paesi scandinavi, molti lettori sono rimasti abbagliati da firme non proprio
meritevoli e le case editrici a volte non sono riuscite a distinguere bene il
valore dal semplice “cavalcare un’onda”.
Qui l’ispettore Sejer è impegnato in una
indagine difficile e coinvolgente, nel corso della quale incontra una umanità
varia e niente affatto rispettosa di stereotipi e cliché. Violenza, solitudine,
alcolismo, fragilità che vengono rappresentate attraverso una narrazione
precisa e ritmica, quasi a mostrare parti di noi, delle nostre vite, della
nostra società, prendendo a prestito uomini, donne, ragazzi e ragazze
norvegesi, che ci assomigliano fin troppo. Il male, il marcio è dentro ognuno
di loro, dentro ognuno di noi e l’autrice non ha paura di mostrarcelo, non si
sottrae al compito di metterci in guardia da noi stessi e da chi ci vive
accanto.
Un buon romanzo, dove “mestiere” ed arte si
incontrano e si sommano in modo efficace, per coinvolgere, intrattenere,
seminare dubbi ed anche inquietare, mostrando, ancora una volta, secondo lo
stile di Karin Fossum, il lavoro “umile”, paziente, lontano da effetti a
sorpresa e continui ribaltamenti di trama e prospettiva, di un ispettore di
polizia, Konrad Sejer, e dei suoi collaboratori che merita, pagina dopo
pagina, simpatie e attenzione da parte del lettore.
Un minuscolo villaggio sulle coste norvegesi è in preda al
panico: è scomparsa una bambina di sei anni. Sulle tracce della bimba, la
polizia si imbatte in un'altra tragedia, già compiuta: poco lontano, sulle
sponde di un fiabesco laghetto immerso nel bosco, trova il corpo nudo di una
giovane donna; è intatto benché lei sia stata affogata con premeditazione.
Annie Holland aveva solo quindici anni. Chi l'ha aggredita deve averla colta
alla sprovvista, oppure, la conosceva anche troppo bene. Da Oslo arriva il
pacato ispettore Sejer, incaricato del caso; e le sue indagini, dilavano il
nordico lindore del borgo stanando tutto ciò che è sepolto e nascosto. (da IBS.it)
mercoledì 16 luglio 2014
lunedì 14 luglio 2014
Citazioni Cinematografiche n. 53
Axel: Cosa ne dici?
Grace: Che due cose storte non ne fanno una dritta.
Axel: Riferito a chi?
Grace: A noi due... due cose storte.
Axel: E se non fosse così? Se noi due fossimo dritti e tutti gli altri storti?
Grace: Saremmo fregati comunque.
Axel: Ma almeno saremmo fregati insieme.
Grace: Che due cose storte non ne fanno una dritta.
Axel: Riferito a chi?
Grace: A noi due... due cose storte.
Axel: E se non fosse così? Se noi due fossimo dritti e tutti gli altri storti?
Grace: Saremmo fregati comunque.
Axel: Ma almeno saremmo fregati insieme.
(Axel Blackmar/Johnny Deep e Grace Stalker/Lili
Taylor in “Il Valzer del Pesce Freccia – Arizona Dream, di Emir Kusturica -
1993)
sabato 12 luglio 2014
La Grande Guerra # 3
La poesia e la letteratura hanno avuto
sempre grande spazio nel raccontare la guerra, le emozioni, le pulsioni, anche
solo i drammatici accadimenti.
La Prima Guerra Mondiale non ha fatto
eccezione, ma anziché limitarsi a narrare le gesta di eroi e condottieri,
glorificare conquiste e successi, poeti e scrittori come Ungaretti,
Apollinaire, Rebora, Jahier, Slataper, Hemingway, Remarque hanno descritto
il dolore e la sofferenza, propria e dei loro compagni e di chi, casualmente,
uomo come loro, indossava una divisa di un altro colore.
Guillaume
Apollinaire
Cartolina
Postale
Ti scrivo da sotto la tenda
Sul finire di un giorno d’estate
Fioritura abbagliante
Nel pallore celeste
La vampa di una cannonata
Si sfa prima di essere stata.
Sul finire di un giorno d’estate
Fioritura abbagliante
Nel pallore celeste
La vampa di una cannonata
Si sfa prima di essere stata.
(da Calligrammi, 1918 - Traduzione di
Vittorio Sereni)
Giuseppe
Ungaretti
Veglia
Cima
Quattro il 23 dicembre 1915
Un’intera
nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.
tanto
attaccato alla vita.
(da Allegria
di naufragi, 1919)
Piero
Jahier
Attacco
e abbandono della posizione di s. Osvaldo
Mio
forte compagno Piero Mancini, è
perché non hai voluto arrenderti; è perché
anche per me hai voluto morire; come mio
padre.
perché non hai voluto arrenderti; è perché
anche per me hai voluto morire; come mio
padre.
La
casa era serena e fedele come l'amavi;
e Gioietta ansiosa a interrogar tutto il giorno
colla vocina: ma dov'è, ma chi ha scritto
ch' è prigioniero e ferito?
e Gioietta ansiosa a interrogar tutto il giorno
colla vocina: ma dov'è, ma chi ha scritto
ch' è prigioniero e ferito?
Dicevi:
sta fermo e non temere
ora io sto fermo; ma tu sei caduto…
nella gloria sei passato
o compagno che mi avevi creduto
o amato
ora io sto fermo; ma tu sei caduto…
nella gloria sei passato
o compagno che mi avevi creduto
o amato
E
hai detto quando mi hai lasciato :
tu non dovevi venire
ma non temere, Piero, perché torniamo
tu non dovevi venire
ma non temere, Piero, perché torniamo
Perché
hai detto torniamo
se avevi il viso che non può tornare?
se avevi il viso che non può tornare?
Ora,
io che sono restato,
mi sento chiamare,
inginocchiato,
vicino alla chiesa...
solo della voce eri armato
colla voce ti sei battuto
o compagno, o amato!
mi sento chiamare,
inginocchiato,
vicino alla chiesa...
solo della voce eri armato
colla voce ti sei battuto
o compagno, o amato!
Ma
perché hai detto: torniamo
se avevi il viso che non può tornare?
Ora, io che sono restato,
mi sento tanto chiamare.
se avevi il viso che non può tornare?
Ora, io che sono restato,
mi sento tanto chiamare.
(da Con
me e con gli alpini, 1920)
Clemente
Rebora
Viatico
O
ferito laggiù nel valloncello
tanto invocasti
se tre compagni interi
cadder per te che quasi più non eri.
Tra melma e sangue
tronco senza gambe
e il tuo lamento ancora,
pietà di noi rimasti
a rantolarci e non ha fine l'ora,
affretta l'agonia,
tu puoi finire,
e conforto ti sia
nella demenza che non sa impazzire,
mentre sosta il momento
il sonno sul cervello,
lasciaci in silenzio
Grazie, fratello.
tanto invocasti
se tre compagni interi
cadder per te che quasi più non eri.
Tra melma e sangue
tronco senza gambe
e il tuo lamento ancora,
pietà di noi rimasti
a rantolarci e non ha fine l'ora,
affretta l'agonia,
tu puoi finire,
e conforto ti sia
nella demenza che non sa impazzire,
mentre sosta il momento
il sonno sul cervello,
lasciaci in silenzio
Grazie, fratello.
(da Canti
anonimi, 1922)
mercoledì 9 luglio 2014
martedì 8 luglio 2014
lunedì 7 luglio 2014
Citazioni Cinematografiche n. 52
Sole: Solo che, diciamolo… Mi
mette a disagio essere la ragazza di qualcuno. Anzi, mi mette a disagio essere
di qualcuno in generale! Ecco…
Tom: Scusa, ma non riesco a seguirti…
Sole: Sul serio? Ahah, ok, d'accordo, cerco di spiegarmi meglio…
McKenzie: Illuminaci!
Sole: Allora… La sottoscritta ama stare per conto suo. Il rapporto di coppia è un inferno, si finisce sempre per farsi male. Quindi perché soffrire? Siamo giovani, viviamo in una delle più belle città del mondo quindi finché si può tanto vale godersela! Per le cose serie c'è sempre tempo, non vi pare?
Tom: Domanda. Che succede se per caso ti innamori?
Sole: Non dirmi che ci credi. Ci credi?
Tom: Sto parlando dell'amore, mica di Babbo Natale.
Sole: Va bene, ma almeno spiegami cosa vuol dire. Ho avuto diverse storie nella vita, eppure non l'ho mai visto ti assicuro.
Tom: Forse…
Sole: E un'infinità di coppie sposate oggi divorziano. I miei per esempio.
Tom: Beh si anche i miei ma…
McKenzie: Io penso che la signorina faccia il grillo parlante un po' troppo.
Sole: Credimi, la signorina pensa a quello che vede. L'amore non esiste è pura fantasia!
Tom: Beh… Secondo me hai torto marcio.
Sole: Ok se lo dici tu ci sarà qualcosa che mi è sfuggito.
Tom: Quando c'è di sicuro non ti sfugge.
Sole: Se non altro, siamo d'accordo sul fatto che non siamo d'accordo.
Tom: Se non altro.
Tom: Scusa, ma non riesco a seguirti…
Sole: Sul serio? Ahah, ok, d'accordo, cerco di spiegarmi meglio…
McKenzie: Illuminaci!
Sole: Allora… La sottoscritta ama stare per conto suo. Il rapporto di coppia è un inferno, si finisce sempre per farsi male. Quindi perché soffrire? Siamo giovani, viviamo in una delle più belle città del mondo quindi finché si può tanto vale godersela! Per le cose serie c'è sempre tempo, non vi pare?
Tom: Domanda. Che succede se per caso ti innamori?
Sole: Non dirmi che ci credi. Ci credi?
Tom: Sto parlando dell'amore, mica di Babbo Natale.
Sole: Va bene, ma almeno spiegami cosa vuol dire. Ho avuto diverse storie nella vita, eppure non l'ho mai visto ti assicuro.
Tom: Forse…
Sole: E un'infinità di coppie sposate oggi divorziano. I miei per esempio.
Tom: Beh si anche i miei ma…
McKenzie: Io penso che la signorina faccia il grillo parlante un po' troppo.
Sole: Credimi, la signorina pensa a quello che vede. L'amore non esiste è pura fantasia!
Tom: Beh… Secondo me hai torto marcio.
Sole: Ok se lo dici tu ci sarà qualcosa che mi è sfuggito.
Tom: Quando c'è di sicuro non ti sfugge.
Sole: Se non altro, siamo d'accordo sul fatto che non siamo d'accordo.
Tom: Se non altro.
venerdì 4 luglio 2014
Dylan Dog #333 – I Raminghi Dell’Autunno
Potrei limitarmi a scrivere che
quest’albo mi è piaciuto, anzi mi ha inquietato, attratto, fatto provare
repulsione, intrigato, fatto riflettere e poi mi ha tanto convinto da
perdonargli l’uso di cliché e temi già ampiamente visti/letti/proposti, anche se
continuano ad avere un loro perché.
Potrei ma non lo faccio perché
continuo sostenendo che questo numero 333, “I Raminghi dell’Autunno”,
riesce, allo stesso tempo a riproporre il Dylan di tanto tempo fa e a
presentare il Dylan del prossimo futuro. Ovvero il tema del circo, dei freak,
degli emarginati non è nuovo per chi ha amato in passato Dylan Dog,
inoltre quella intrigante atmosfera onirica, quel situare la vicenda in
una dimensione fuori dal tempo e dalla continuità, mi ha conquistato, come,
appunto, tanto tempo fa, quando ancora mi alzavo la mattina per occupare il mio
posto in un’aula scolastica. Ma, come se non bastasse, ci sono elementi di
rottura, prima fra tutti l’assenza (la non presenza?) di Groucho,
l’insostituibile (?) assistente dell’Indagatore dell’incubo.
Fabio Celoni centra
soggetto, sceneggiatura e disegni, questi ultimi con elementi quasi pittorici e
di raffinata eleganza e ottima resa, per cui accetto anche un finale un po’
troppo criptico, se non involuto e conservo quest’albo come un ottimo incentivo
per acquistare ancora Dylan Dog nei prossimi mesi, dove si dovrebbe infine
giungere al cuore della “rivoluzione” un anno fa annunciata.
Dimenticavo la copertina, un
po’ statica ma suggestiva come forse solo Angelo Stano riesce a proporre.
Come tutti gli anni, alla fine dell’estate, col ritorno dell’autunno,
ricompare il Circo. Dylan odia i circhi e ha paura dei sinistri freak costretti
a esibirsi per strappare una risata al pubblico. E tra loro c’è anche Groucho,
andatosene un paio d’anni prima per infoltire la schiera degli artisti
destinati a vagare raminghi, senza sosta, di città in città. Per rivedere
l’amico, all'Indagatore dell'Incubo non resta che attendere che il
coloratissimo tendone accenda le sue luci e che lo spettacolo abbia inizio. Ma
perché non riesce a scorgere Groucho durante lo show? Dietro quali sembianze si
nasconde? (da sergiobonelli.it)
giovedì 3 luglio 2014
Metamorphosis - Editoriale Aurea
Metamorphosis
è un fumetto in tre albi pubblicato dalla Editoriale
Aurea tra il 2012 ed il 2013. A quanto so non ha avuto particolare fortuna,
forse per problemi di distribuzione o di pubblicità, ma a me è piaciuto.
Non si tratta di un
capolavoro, probabilmente neanche l’autore stesso, il Giacomo Bevilacqua di “A Panda piace…”, desiderava tanto, ma
presenta particolari interessanti e una buona miscela di temi, generi e
tematiche, anche se in particolare verso la fine, all’interno del terzo albo,
il ritmo concitato della conclusione pregiudica un po’ il risultato.
Metamorphosis
presenta tratti da thriller a tinte
fosche con abbondanti divagazioni soprannaturali, non rinunciando all'ironia. Un
fumetto che riesce anche a rendere bene la storia in tutti i suoi risvolti, in un'ambientazione italiana (Roma) che rende gustosa la lettura e
dimostra come non sia strettamente necessario ambientare le storie in luoghi e
scenografie “esotiche”, per proporre un buon prodotto.
L’intera vicenda è centrata
sul personaggio di Luna Mondschein (si nota una certa ironia?), una giovane
ed affascinante ragazza che, suo malgrado, possiede poteri molto particolari,
oltre ad essere una apprezzata scrittrice all’inizio della sua carriera.
Luna
ha una vita onirica travagliata, i suoi sogni sono popolati di esseri mitologi,
alter-ego di persone a lei care morte accidentalmente o uccise. Queste persone,
non più accanto a lei nella vita reale, continuano a farle visita nei sogni, ma
trasfigurate in esseri mitologici, la madre divenuta Aracne con le sue quattro
braccia, il fratello divenuto Narciso e così via. Luna è in cura presso il dottor
Merrill, psicologo che le fa seguire speciali regole appena sveglia per
consentirle un netto distacco dal sogno ed un ritorno alla vita reale, anche
nel tentativo di arginare la forza dilagante della sua fantasia.
Ma i sogni non sono l’unico
problema di Luna. Infatti altre persone a lei care cominciano ad essere uccise
ed il suo ex-ragazzo Daniel,
commissario di polizia, non potrà continuare a lungo a ignorare la sua teoria
riguardo un serial killer che in
qualche modo vuole colpire lei. A complicare le vicende, oltre allo sfuggente
killer, dall'aspetto indefinito, subentra una misteriosa e rara edizione delle
Metamorfosi di Ovidio, filo conduttore di efferati delitti.
Tra indagini di
polizia, episodi di vita reale e quotidiana, sogni e le scaramucce fra i due ex
fidanzati, il lettore fa la conoscenza del serial killer ed entra, per così
dire, in contatto con le menti, i desideri ed i piani suoi e di Luna.
A poco a poco
l'universo onirico di Luna si congiunge con la reale città di Roma in cui nel
frattempo la vita continua ad andare avanti (interessanti
i riferimenti ad eventi e situazioni reali ampiamente riconoscibili). Gli eventi non potranno che precipitare e alcuni
degli esseri nati dalla fantasia di Luna non sono propriamente innocui.
Il fumetto è scritto e
disegnato quasi interamente da Bevilacqua,
che si avvale della collaborazione ai disegni di Sonia Aloi, destinata ad illustrare i racconti scritti dalla
protagonista col suo tratto più tenero e rotondo. Lo stile di disegno e
narrazione ha senz'altro degli influssi manga, così come l'utilizzo dei retini,
ma integrati dalla visione personale dell'autore.
Ammetto che alla fine
del terzo albo mi è rimasta un po’ di malinconia, dato che mi ero affezionato a
Luna, a Daniel ed agli altri personaggi ben presentati e caratterizzati. Mi piacerebbe
incontrarli nuovamente, anche perché sarebbe l’occasione per investigare sul popoloso
universo onirico di Luna.
I tre albi che
costituiscono la collana sono intitolati Metamorphosis,
Atto 1: Lei, centrato su Luna; Atto
2: Lui, centrato sul serial
killer ed Atto 3: Loro, centrato sulle
creature oniriche di Luna.
mercoledì 2 luglio 2014
martedì 1 luglio 2014
Il Grande Potere del Chninkel – Editoriale Cosmo
Una saga fantasy tra le più riuscite che mi
sia capitato di leggere. Il Grande Potere del Chninkel è un omaggio ed
allo stesso tempo una rivisitazione dei fondamenti della tradizione giudaico-cristiana.
I vangeli e suggestioni biblico-cosmologiche si
incontrano con i caratteri della letteratura
fantasy, la sceneggiatura ed i testi di Jean Van Hamme non concedono tregua al lettore, che viene catturato
dagli eventi e dalle avventure di J'on,
un misero Chninkel, ovvero un essere
di razza inferiore, anche lui come i suoi simili utilizzato come schiavo dalle
razze dominanti al soldo degli immortali. Bassi, esili e caratterizzati da
grossi nasi ed orecchie e, soprattutto, da grandissimi occhi neri, i Chninkel
ricordano per certi versi gli hobbits,
personaggi classici del genere fantasy.
Ma qui siamo oltre
Tolkien, ci si avventura in altri luoghi e diversi sono i temi affrontati, seri
e drammatici, senza però abbandonare qualche momento “leggero” ed un certo gusto
per l’ironia, quando non per il propriamente grottesco. I riferimenti alla figura di Gesù (ascesa terrena, gloria, disgrazia, sacrificio e morte) ed altri
personaggi e situazioni anche del “Vecchio
Testamento”, ma non solo, sono evidenti e riportano un messaggio mai banale
o scontato, inoltre i “prestiti” dalla fantascienza,
cinema e letteratura di genere (Kubrick e Clarke fra tutti), non risultano affatto banali e alla fine della
lettura si scoprono in tutto il loro valore e funzione.
Verrebbe quasi da dire
che i temi e le ambientazioni fantasy risultano quasi un pretesto, utili per
presentare una story-line, un romanzo che ha tutte le caratteristiche per
appassionare ed entusiasmare un lettore alla ricerca di “sostanza” e “concretezza”,
bramoso, per così dire, di avere tra le mani un’opera soddisfacente ed intrigante, in grado di smarcarsi dai
generi e conquistarsi un suo posto nel mondo della letteratura per immagini.
I disegni sono tanto belli da richiedere di essere ammirati più e più
volte, poiché anche le tavole più grottesche ben si inseriscono in un universo
a metà strada fra il fiabesco e la fantascienza (i rimandi ad entrambi i generi sono ben evidenti e meditati), con
una galleria di personaggi che si
presentano fra mille peripezie, con scene di battaglia, scontri all’arma
bianca, fughe, inseguimenti, approfondimenti religiosi, divagazioni erotiche e
momenti di riflessione e studio. Probabilmente Grzegorz Rosinski è qui al suo meglio e dona alla sceneggiatura di Jean Van Hamme un certo valore
aggiunto, calibrando toni e tratto a seconda se desideri accentuare o smorzare i
toni drammatici o quelli più semplicemente narrativi dei testi.
Diversi anni fa la Alessandro Editore aveva proposto l’intera
saga in eleganti cartonati a colori. Ora la Editoriale Cosmo ha fatto arrivare in edicola un unico albo, in
bianco e nero, nel comodo formato bonellide, per cui potrebbe essere l’occasione
per gustare questo gioiello di
narrazione e di grafica mollemente adagiati su un lettino al mare o su un
prato estivo, facendosi rapire dalla conclusione che, con un colpo di teatro, prosegue la narrazione
facendo diventare il finale dell'opera un nuovo inizio, come solo i grandi
maestri della letteratura sanno fare.
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