“Fedeli
al Vinile” è un libro piacevole, divertente, a suo modo
istruttivo nel senso più generale e ludico del termine e sincero per
quello che trasmette e mostra.
Alessandro
Casalini è riuscito a far convivere tratti e
personaggi della Romagna
più o meno contemporanea (tutta la vicenda o
quasi è datata 2001) con suggestioni e
spunti che vanno oltre la storia e la geografia, dei lettori ma non
solo, per giungere a toccare corde e sensazioni, temi e questioni che
possono trascendere la biografia e le radici personali. Tutto questo
senza prendersi troppo sul serio e giocando con chi legge il suo
romanzo. La scrittura è seria, per carità, poiché ci vuole
veramente capacità e mestiere per far sorridere ed a volte ridere,
dal momento che a far piangere sono capaci pressoché tutti. Com'è
quella storia su Alberto Sordi? Sembra che Sordi, a un giovane autore
incontrato mentre stava lavorando, chiese: “Che stai a scrive? ‘Na
commedia?”. “No”, gli rispose quello, “un dramma”. “Ah,
allora te stai a riposà”. Ecco, passatemi la suggestione, Casalini
non si è riposato, ha fatto un bel lavoro, faticoso, ed il risultato
ce lo possiamo godere.
L'autore
vive a Cesenatico e
scrive di quanto accaduto, o sarebbe accaduto a Cesenatico all'ombra
del grattacielo sul finire del settembre 2001, subito dopo i fattacci
di New York, anche se lui ed i suoi protagonisti di responsabilità
in merito sembra che non ne abbiano. Come dite? “Cesenatico”? “E
quanti anni ha questo Casalini”? “Vabbè, ci siamo capiti, ci dici
di leggere il libro perché parla della tua città e poi magari
quello è amico tuo. Lassandé va là”.
No,
Alessandro Casalini non è amico mio, anche se mi sono fatto l'idea
che probabilmente mi sarebbe piaciuto averci a che fare negli anni
giovanili, considerando inoltre che siamo coetanei, ma non è questo
il punto. Nel libro si parla di musica, di
amore per la musica e per i dischi in vinile, con più di un rimando
a luoghi e situazioni che per chi ha oltre 40 anni (e
magari vive in Romagna da un periodo di tempo simile) non
possono che essere quantomeno familiari.
La musica ed
il vinile, poi, a ben leggere e a divertirsi, divengono quasi un
pretesto per parlare anche di altro. Affetti, interazioni umane,
amicizia, amore, cibo, dinamiche sociali, questioni micro e
macroenomiche, con una leggerezza ed un brio accattivanti e gustosi.
Il buon Alessandro (chiedo
scusa all'autore per questa confidenza che mi prendo in modo audace
quanto proditorio) ci propone i suoi
personaggi e le sue situazioni un po' come si faceva nella Commedia
dell'Arte e in alcuni felicissimi casi si
riesce a fare ancora nel Teatro e nel Cinema. I caratteri che mette
in scena si elevano dal semplice rango di personaggi di uno scritto,
di una pièce, per assurgere a poco di meno di archetipi, propri
della romagnolità e non, tratti caratteriali (caratteri
appunto) di una commedia che rappresenta su
un ideale palcoscenico dinamiche e peculiarità umane più grandi,
nel loro essere momentaneamente circoscritte ad una vicenda e ad una
collocazione territoriale, nonché linguistica. Non continuo per non
fare arrabbiare chi studia e si guadagna da vivere con la Storia del
Teatro e materie affini, ma spero di aver reso l'idea!
Ci si
diverte, poi una volta lasciato sedimentare quanto letto ci si accorge
di molto, di quanto contenuto nelle pagine e nei dialoghi, nelle
descrizioni e nella musica che ci viene voglia di (ri)ascoltare.
Quindi, anche se Alessandro Casalini non è amico mio dategli una
possibilità, leggete “Fedeli al Vinile”.
Riviera
Romagnola, settembre 2001. Tata e Hi-Fi sono i proprietari del
VinylStuff, un negozietto di Cesenatico che vende esclusivamente
vinili e cerca di sopravvivere all’onda d’urto prodotta dalla
rivoluzione della musica digitale. La verità è che il VinylStuff
non è solamente un negozio, è molto di più. All’interno di
questo novello Bar Sport si incontrano tizi come Plutarco di cui si
dice che in passato abbia suonato con i Pink Floyd, il Professore, un
ex insegnante di fisica che crede di essere Einstein, oppure Marione:
un appassionato che individua i suoi pezzi da collezione sfruttando
una sorta di “tocco magico”. Nei giorni in cui Napster arriva
all’apice della sua parabola e l’iPod sta per fare il suo debutto
sul mercato, Tata e Hi-Fi ingaggiano una battaglia epica tra
analogico e digitale, tra il bene e il male, a suon di note, bit,
fruscii e bytes. Chi la spunterà? (da
libromania.net)