mercoledì 23 febbraio 2022

Giallo, Noir & Thriller/86



Titolo: La Ruggine del Tempo

Autore: Dario Galimberti

Editore: Libro/Mania- 2021

Terzo appuntamento con il delegato di polizia Ezechiele Beretta, interessante e accattivante personaggio nato dalla mente e dalla “penna” di Dario Galimberti.

Chi, come me, ha già letto ed apprezzato i due romanzi precedenti, “L'Angelo del Lago” e “Un'Ombra sul Lago”, si accorgerà che questa ideale trilogia (per il momento), non segue uno stretto ordine cronologico.

Il problema non si pone, potremmo dire, dal momento che le tre opere sono pienamente godibili prese singolarmente e nel complesso indipendenti le une dalle altre. Punto di forza ed allo stesso tempo invito a non farsele sfuggire, dal momento che una volta fatta la conoscenza dei personaggi e dell'ambientazione si prova il desiderio di saperne e leggerne ancora.


L'autore “gioca” con le linee temporali, imponendoci un salto nel passato, addirittura doppio, il primo nel 1932 a cavallo tra le due guerre, periodo dai lettori già conosciuto nei romanzi citati, ed un secondo nel 1881, cinquanta anni prima, alla ricerca dei colpevoli di una rapina sfociata in omicidio. Galimberti anche ne “La Ruggine del Tempo” ci fa vivere e respirare le atmosfere del tempo, descritte con attenzione ai particolari, storici ed architettonici in particolare, che trasportano nella Lugano di un tempo, fra il lungolago, le strade del centro ed i vicoli del Sassello, quartiere che non esiste più.

Come non esiste più il castello di Trevano, coprotagonista del romanzo, tanto che può sorgere il dubbio che il romanzo stesso sia stato un pretesto per parlare del castello. D'altra parte Galimberti è un architetto e docente di Architettura!


Si nota come “La Ruggine del Tempo” sia un romanzo che offre vitalità e vita, non come un susseguirsi di vicende e colpi di scena, bensì come escursione, o immersione se si preferisce, in una trama ed in vicende ricche di dati, informazioni e suggestioni, presentate con grande abilità ed innegabile conoscenza, frutto di ricerche ma anche di sincero amore per luoghi, ambienti e Storia di questi.


Lugano, 1881. Una banda di ladri penetra nel castello di Trevano e fa razzia di preziosi. Poco dopo Vera von Derwies, figlia del barone proprietario del castello, muore in seguito a una caduta da cavallo. E nei giorni seguenti la tragedia torna ad abbattersi sul castello: vengono trovati senza vita lo stesso barone e un giovane inserviente, Nuto. Cinquant’anni dopo, l’anziana Liside chiama al proprio capezzale il figlioccio Ezechiele Beretta, massima autorità della polizia cittadina, e gli chiede di indagare sulla morte di Vera. Ormai prossima alla fine, la donna – all’epoca dei fatti in servizio al castello – non riesce a darsi pace: è convinta che quella caduta da cavallo non sia stata accidentale. Nonostante le circostanze della richiesta e le prove inconsistenti, il Beretta si interessa al caso: assistito dall’appuntato Bernasconi appura che le teorie di Liside sono più plausibili del previsto, e qualcosa non quadra neanche nella morte del povero Nuto. L’indagine storica si sovrappone a quella su una morte più recente e altrettanto misteriosa, che porta Beretta a scontrarsi con personaggi in vista della Lugano che conta e tinge di sangue le acque blu del lago che bagna la città. (da libromania.net)

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