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Post su Film, Libri, Mostre, Esperienze di vita, Fumetti, Cartoni Animati e quello che mi piace ed anche che mi piace di meno.
“Buzi
è un nome, il vezzeggiativo di Ester-Libe: Libuzi – Buzi. Lei è
più grande di me di un anno, forse di due, e insieme non arriviamo
neanche a venti. Adesso fate un po' il calcolo: quanti anni ho io, e
quanti ne ha lei? Ma questo, credo, non è importante. Vi racconterò
piuttosto in due parole la sua storia.”
(Cantico
dei Cantici,
di Sholem Aleykhem – trad. Anna Linda Callow e Claudia Rosenzweig)
“Casa
Ransome era stata svaligiata. “Rapinata” disse Mrs Ransome.
“Svaligiata” la corresse il marito. Le rapine si fanno in banca;
una casa si svaligia. Mr Ransome era avvocato e riteneva che le
parole avessero la loro importanza. Anche se in questo caso era
difficile trovare un termine preciso. Di solito un ladro sceglie, fa
una cernita, prende un oggetto e ne lascia altri. C'è un limite a
ciò che riesce a far sparire: per esempio, è raro che porti via una
poltrona, ancor più raro un divano. Questi ladri, però, l'avevano
fatto. Avevano preso tutto.”
(Nudi
e Crudi,
di Alan Bennet – trad. Giulia Arborio Mella e Claudia Valeria
Letizia)
“Esistono
molti modi di avere un'infanzia poco felice. Uno di essi consiste
nell'essere troppo fortunati. Questa consapevolezza, omaggio del
tempo, si forma lentamente. Dicono che il velo dietro il quale si
nasconde il nostro futuro è stato tessuto da un angelo
misericordioso. Ma cos'è che ci rende ciechi davanti al nostro
imprevedibile passato? Perché portiamo una benda sugli occhi mentre
frughiamo tra le sue rovine, invischiati nell'intricata ragnatela
delle cause e degli effetti? Romanzieri delle nostre vite,
raccontiamo delle storie, fabbricandoci con pezzi di altre persone,
usando vivi e morti per dire la nostra. Questa è una storia:
frammenti di una vita. Di più vite. Soprattutto della mia. E della
sua.”
(Il
Peccato,
di Josephine Hart – trad. Vincenzo Mantovani)
Michael:
Dove lavoro io abbiamo una sola norma editoriale: non scrivere niente
di più lungo che un uomo medio non legga durante una cacata media.
Sono stufo che il mio lavoro venga letto nei cessi.
Harold:
La gente leggeva Dostoevskij nel cesso.
Michael:
Non in una cacata sola però!
(Michael/Jeff
Goldblum e Harold/Kevin Kline in “Il Grande Freddo”, di Lawrence
Kasdan - 1983)
Sei uno
che per principio non s’aspetta più niente da niente. Ci sono
tanti, più giovani di te o meno giovani, che vivono in attesa
d’esperienze straordinarie; dai libri, dalle persone, dai viaggi,
dagli avvenimenti, da quello che il domani tiene in serbo. Tu no. Tu
sai che il meglio che ci si può aspettare è di evitare il peggio.
(Italo
Calvino, “Se una notte di inverno un viaggiatore”)
“Acquattato
dietro la rimessa sul retro, lungo la staccionata, l'uomo osservava
la bambina dai capelli ramati che giocava nel cortile. La
traspirazione chiazzava l'anonimo tessuto del velo nero che gli
oscurava il volto, e il sudore stillava da sotto i suoi guanti di
lattice mentre fletteva le dita.”
(I
tuoi occhi viola,
di Stephen Woodworth – trad. Seba Pezzani)
Ancora
qualche secondo, e avrei udito la sua voce, il suo «ciao». «Ciao»
disse Micòl, ferma sulla soglia. «Che bravo, a venire». Avevo
previsto tutto con molta esattezza: tutto, tranne che l’avrei
baciata.
“C'era
una guerra contro i turchi. Il visconte Medardo di Terralba, mio zio,
cavalcava per la pianura di Boemia diretto all'accampamento dei
cristiani. Lo seguiva uno scudiero a nome Curzio. Le cicogne volavano
basse, in bianchi stormi, traversando l'aria opaca e ferma.
– Perché tante cicogne? – chiese Medardo a Curzio, – dove
volano? Mio zio era nuovo arrivato, essendosi arruolato appena
allora, per compiacere certi duchi nostri vicini impegnati in quella
guerra. S'era munito d'un cavallo e d'uno scudiero all'ultimo
castello in mano cristiana, e andava a presentarsi al quartiere
imperiale. – Volano ai campi di battaglia, – disse lo scudiero,
tetro. – Ci accompagneranno per tutta la strada.”