giovedì 22 febbraio 2018

Calcio, VAR, arbitri e psicologia sociale


A proposito delle frequenti polemiche e discussioni sul comportamento degli arbitri di calcio in merito a falli, rigori, ammonizioni ed uso del VAR, cito un passo del libro “L'Elefante Invisibile” (aut. Giuseppe Mantovani – ed. Giunti 1998), che prende a prestito e sviluppa studi e ricerche in ambito psicologico-sociale, a proposito del Costruzionismo Sociale e delle modalità attraverso le quali noi tutti creiamo, interpretiamo, diamo un senso e viviamo la nostra realtà di ogni giorno, quantomeno quella che definiamo tale.

Tre arbitri di baseball discutono di falli. Il primo dice: “Io li fischio quando li vedo”. Il secondo dice: “Io li fischio perché ci sono”. Il terzo non è d'accordo: “Non ci sono finché io non li fischio”. Il primo arbitro pensa che identificare un fallo significhi percepire una realtà esterna, nei limiti consentiti dalle proprie capacità (“Prendo atto del fatto che è avvenuto un fallo”). Il secondo arbitro crede che le valutazioni siano il risultato di processi mentali oggettivi ed indiscutibili (“Vedo un fallo perché c'è”). Il terzo arbitro è, forse senza saperlo, un costruttivista. Egli pensa che le valutazioni siano costruite nel processo attraverso cui vengono elicitate. Potrebbe dire: “Il fallo esiste quando dico che c'è perché io sono l'arbitro e ho gli strumenti adatti (concettuali e pratici) per farlo esistere come fatto sociale; ho l'esperienza, la capacità e l'autorità per valutare se un fallo c'è o non c'è; posso sbagliare, naturalmente, un altro arbitro potrebbe decidere in un altro modo, ma un fallo è un fallo solo nel momento in cui io lo fischio”.

Tale concetto ed il costruzionismo sociale non significa affatto essere relativisti, tantomeno fatalisti come se fossimo impossibilitati a capire ed interpretare in modo definitivo ed indiscutibile la realtà. Essere coscientemente costruzionisti significa essere consapevoli delle operazioni attraverso cui noi strutturiamo la realtà, ovvero consapevoli delle ambiguità presenti in ogni quotidiana esperienza e situazione. Come scrisse Kenneth Gergen (1994) il costruzionismo sociale “richiama l'attenzione sulla molteplicità dei modi in cui il mondo è, e può essere, costruito”.

Magari alla prossima partita di calcio, dopo i sacrosanti insulti e le incazzature varie, potremmo pensarci.



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