Titolo: Fiordo profondo
Autore: Ruth Lillegraven
Traduttore: Andrea Romanzi
Editore: Carbonio - 2020
Ho scoperto una autrice ed una casa editrice. Ruth Lillegraven che con Carbonio Editore ha pubblicato “Fiordo profondo”.
Il romanzo, ho poi appreso durante la lettura e successivamente, punta ad avvicinare una storia di fantasia ad un contesto sociale ed emotivo reale, che riesce a presentare con una certa modernità e freschezza un mondo e le diverse modalità in cui viverci.
Ruth Lillegraven ci regala un romanzo che ha il pregio di contenere e proporre più generi, ben amalgamati e mescolati, che se pur distinguibili tra loro riescono a comporne uno nuovo e intrigante.
Un thriller un po' anomalo in fondo, il suo, che entra nella politica e nel legale, nei corridoi di un ospedale, nella natura incontaminata e stupefacente dei fiordi. Attraverso ed in virtù di violenza e delitti efferati offre l’amore in diversi aspetti e più sfaccettature, da quello fraterno a quello coniugale, dal legame genitori-figli a quello tra amici.
Fiordo profondo è tensione, un pizzico di adrenalina, mistero ma anche narrazione, tra le più immediate e coinvolgenti nel genere, degli ultimi anni. Aiuta in questo la scelta di proporre uno schema narrativo-espositivo, che sa anche di costruzione, che si basa su personaggi che si alternano, raccontando in prima persona gli eventi che li coinvolgono, sia nel presente, sia nei flashback.
Vinta la prima impressione e messa da parte una pur comprensibile diffidenza iniziale, il lettore si fa prendere dalle scorrere delle pagine e della vicenda, anche perdonando qualche inevitabile leggera forzatura. Soprattutto si accetta che l’indagine propriamente detta risulti marginale, dal momento che ciò che interessa alla Lillegraven non è tanto il lavoro poliziesco quanto la componente psicologica, le menti e l'intimo dei vari personaggi, così che si va alla ricerca della radice, dell'origine del fare e del subire del male. Così l'autrice giunge anche raccontare il lato oscuro di una Norvegia cupa, percorsa da sentimenti nazionalisti e xenofobi, dove le vittime, spesso ignorate, sono i bambini.
L'alternarsi delle voci, dei punti di vista, delle prospettive cattura sia per come vengono letti, vissuti ed esposti i fatti, sia per come si dispieghino le diverse psicologie dei narratori. Una carta vincente a mio avviso, che dona ritmo e modernità ad un genere che deve fare spazio ed accogliere questa nuova scrittrice, conoscitrice di meccanismi narrativi, padrona di una struttura letteraria di invidiabile solidità e sinceramente interessata alla psiche.
Nella tranquilla e ordinata Oslo, Clara e Haavard conducono una vita agiata insieme ai loro due figli. Lui medico, lei funzionario al ministero della Giustizia, sono una coppia di successo, impegnati in una brillante carriera. L’idillio termina, però, sulla soglia di casa, riconsegnandoli ogni sera a una routine fatta di solitudine e di parole non dette, di rancore e insofferenza. Un muro di silenzio e segreti si innalza tra di loro: chi era Clara prima di incontrare il marito? E che cosa si agita sotto la superficie dell’esistenza apparentemente piatta di Haavard? Quando un torbido caso di omicidio sconvolgerà la città fino a infiammare i palazzi del potere, entrambi si ritroveranno ad affrontare il proprio passato e i ricordi che non avrebbero mai voluto veder riaffiorare. (da carbonioeditore.it)
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