Titolo:
La donna del lagoAutore:
Laura LippmanTraduttore:
Benedetta GalloEditore:
Bollati Boringhieri - 2021
“La donna del lago” si propone come un giallo noir, ne rispetta le caratteristiche e alcuni schemi, ma intende e riesce ad andare oltre gli inevitabili, a tratti costrittivi, limiti del genere, facendosi romanzo pienamente letterario con scelte narrative e stilistiche che catturano il lettore e rendono al meglio atmosfere e spirito dei tempi narrati.
Fondamentali risultano le coordinate temporali e geografiche, Baltimora anni sessanta, poiché Laura Lippman già con questa scelta ci racconta molto dell’ambiente sociale in cui si svolge il romanzo e in effetti il punto focale narrativo è quello che mette in evidenza la componente sociale, razziale, politica e di genere in cui i vari personaggi si muovono.
“La donna del lago” riesce soprattutto, come accennato, ad allargare i confini del genere, pur restando fedele ai suoi elementi fondamentali, anche grazie alla scelta di comporre un romanzo “con più voci”, dove ne risulta una più presente delle altre, connotando in modo chiaro e distintivo la struttura stessa del romanzo.
Molti capitoli riportano il punto di vista di personaggi, anche marginali, che incontrano la protagonista, questo meccanismo permette a Lippman di ampliare la visione e la descrizione dell’ambiente e di delineare la psicologia delle vittime e degli altri protagonisti.
Raccontato, così, da una pluralità di punti vista, “La donna del lago”, diviene report sociale, specchio di un momento degli Stati Uniti anni 60, storia del rapporto tra i generi, tra status sociali, tra minoranze e testimonianza di come vivere, gestire o affrontare il proprio destino e le proprie aspirazioni e desideri.
Baltimora, 1966. Dopo diciotto anni di matrimonio, Maddie Schwartz, consapevole che nella sua dedizione alla vita di moglie e madre una parte importante di sé è andata perduta, decide di lasciare il marito e le giornate da casalinga per riprendere in mano la sua esistenza. Negli stessi giorni scompare da casa una ragazzina di undici anni. Maddie si unisce alle ricerche, e seguendo il suo istinto, scopre qualcosa che, dopo breve, le frutterà un lavoro nella redazione di un quotidiano locale. Maddie ama il suo nuovo lavoro, ci tiene a distinguersi e presto si appassiona al caso di Cleo Sherwood, una donna afroamericana trovata morta in un lago cittadino. Se si fosse trattato di una donna bianca, i giornalisti di Baltimora avrebbero fatto a gara per occuparsi della storia, che invece ottiene solo un breve trafiletto relegato nelle ultime pagine di cronaca. Maddie, sola contro tutti, comincia a indagare.(da bollatiboringhieri.it)
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