Il film di Michael Cimino "I Cancelli del Cielo" (Heaven's Gate il titolo originale) uscì 40 anni fa.
Spesso è stata raccontata la storia di quello che fu allo stesso tempo un disastro ed un capolavoro.
Un disastro all'epoca e poi, dopo diversi anni, rivalutato ed ora, giustamente, considerato un film bellissimo.
Probabilmente fra chi già allora intuì l'importanza dell'opera di Cimino ci fu Raymond Carver, o quantomeno ne fu stimolato, poiché nella sua raccolta "Racconti in forma di poesia" dedica uno scritto al regista e ad uno dei suoi personaggi.
Il Giocoliere de Le Porte del Paradiso
per Michael Cimino
Dietro il tavolino sporco dove Kristofferson sta facendo
colazione, c'è una finestra che si affaccia su una strada del secolo
scorso a Sweetwater, nel Wyoming. Un giocoliere
è alo lavoro, là fuori, in frac e cilindro,
un tipetto allampanato che tiene in aria
tre clave. Rifletteteci un attimo.
Su questo giocoliere. Sullo stupefacente atto mentale e manuale.
Uno che si guadagna da vivere facendo il giocoliere.
Tutti, una volta o l'altra, hanno incontrato un divo
o un pistolero. Ad ogni buon conto qualcuno un po'
prepotente. Ma un giocoliere! C'è fumo azzurrino nell'aria
di questo orribile locale e sopra quel tavolino sporco dove due
tipi grandi e grossi discutono del futuro di una donna. E di qualcosa
che ha a che fare con l'Associazione Allevatori.
Ma lo sguardo continua a tornare su quel giocoliere.
Quel minuscolo spettacolo. In questo istante, la condizione di Ella
o il fato degli emigranti
non sono così importanti quanto le acrobazie del giocoliere.
Ma come ha fatto a insinuarsi nell'azione? Che storia ha dietro?
È la sua storia che voglio conoscere. Tutti sono capaci
di portare una pistola e di fare gli spavaldi. Oppure di innamorarsi
di qualcuno che ama qualcun altro. Ma fare il giocoliere
per l'amor di Dio! Dedicare la vita a quell'arte.
Tirarci avanti. Facendo il giocoliere.
(trad. Riccardo Duranti)
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