martedì 4 gennaio 2022

Giallo, Noir & Thriller/84

 


Titolo: I demoni di Berlino

Autore: Fabiano Massimi

Editore: Longanesi- 2020

I demoni di Berlino” riprende protagonisti, situazione storica e ritmo del precedente “L'angelo di Monaco”.

Un noir a sfondo storico, quindi, anzi più che sfondo ci si trova di fronte alla Storia, quella dai tratti più tragici del '900, o quantomeno ad una possibile versione di uno degli avvenimenti che hanno segnato lo scorso secolo. I giorni immediatamente precedenti l'incendio del Reichstag, il parlamento dell'allora Repubblica di Weimar, con il successivo inevitabile (?) processo di nazificazione della Germania anni 30.


Fabiano Massimi dopo averci portato in giro per Monaco, ora ci fa viaggiare da Vienna a Berlino, mettendoci nella condizione di fare la conoscenza oltre che della città anche dell'inizio del nazionalsocialismo al potere.


Ritmo e risvolti da spy story tinta di noir contraddistinguono questo romanzo, elementi che faranno felici più gli estimatori del genere che quelli appassionati di Storia e Società.

A mio parere spendere tre quarti del libro alla ricerca di una donna scomparsa, per quanto importante per il protagonista, il commissario Sauer che abbiamo già conosciuto nel precedente libro a lui dedicato, rende un po' pesante la lettura e la gestione del tutto.

Se si decide di optare per questa soluzione, da lettore mi aspetto che ne valga la pena e che tutte le complicazioni e le svolte che il protagonista deve affrontare alla fine vengano ben valorizzate e la donna in questione risulti interessante e magari che ci si trovi a provare un po' di empatia nei suoi confronti. Purtroppo alla lunga ho preso in antipatia Rosa, la ragazza di cui Sauer si è innamorato e che lo ha abbandonato a Vienna. Lo ha fatto per una causa in cui credeva, unirsi alla Resistenza per l'urgenza di arginare la marcia dei nazionalsocialisti verso le massime cariche politiche, ma lo svolgersi del romanzo, pur intricato, avvincente e pieno di sorprese, me l'ha fatta detestare.

Probabilmente rientra nei miei limiti caratteriali, ma fra tutti i personaggi, ben delineati ed accattivanti, quello di Rosa inficia il risultato, che sarebbe potuto essere a mio avviso migliore e farmi propendere per un giudizio al limite dell'entusiastico.


Berlino, 27 febbraio 1933. Alle nove di sera le strade della città sono deserte per colpa del freddo pungente. Fino a quel momento, la serata è identica a tante altre che segnano la fine dell’inverno tedesco. Ma in un attimo cambia tutto: i pompieri della città ricevono una chiamata concitata. Devono accorrere al Reichstag, il parlamento, perché qualcuno ha appiccato il fuoco. Sulla scena, in un tempo troppo breve, giungono anche Adolf Hitler e Hermann Göring, che non perdono tempo a indicare i colpevoli dell’attentato: i comunisti. Nell’arco di poche ore, il segretario del sempre più potente partito nazionalsocialista chiede e ottiene lo stato di emergenza. E, nell’arco di pochi mesi, vince le elezioni con il 44 per cento delle preferenze. Ma chi ha ordito davvero la trama dell’attentato che ha innescato la concatenazione di eventi più tragica della storia dell’umanità? Chi era a conoscenza di questi piani? E chi, pur sapendo, non è intervenuto? O forse qualcuno ci ha provato? Qualcuno che ora vive a Vienna e si guadagna da vivere come custode; qualcuno che ogni volta che esce di casa deve lasciare un capello tra lo stipite e la maniglia della porta d’ingresso; qualcuno che nasconde una pistola sotto al cappotto. Qualcuno che era noto come commissario Sigfried Sauer della polizia di Monaco.(da ibs.it)




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