Ho
trovato me stesso.
Riflesso
nello specchio
Infinito,
scintillante,
sto,
curvo, ravvolto di fumo
e
non so neppure più
se
proprio quella è un’illusione
o
sono io invece
la
sua immagine vuota.
Tanto
brusio mi si muove intorno,
ma
le forme sprofondano
nell’atmosfera
di cristallo,
si
velano di tutta la sua luce
e
sono tanto lontane
che
non le sento più.
Sono
solo, ricurvo,
e
non soffro più nulla.
Laggiù
forse,
a
quel me stesso più pallido
l’anima
trema
di
non so che dolore.
Io
non soffro più nulla.
Vedo
me stesso e gli altri
contorcersi
febbrili,
dentro
quel cielo splendido.
(Cesare Pavese)
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