“Dublino.
Un giovane cantautore irlandese in cerca di successo, che si mantiene riparando
aspirapolveri e suonando per le strade, incontra una ragazza emigrata dalla
Repubblica Ceca che mantiene se stessa, sua madre e sua figlia facendo vari
mestieri. In realtà lei è una pianista di talento e deciderà di aiutarlo nella
realizzazione di un disco da presentare ad una casa discografica di Londra.
Insieme, i due ragazzi incideranno una serie di canzoni in cui raccontano le
loro vite e i loro amori passati.” (da cinematografo.it)
Un pizzico di vita
privata “influenza” il mio entusiasmo per questo film. Lo vidi poche settimane
dopo la nascita di mio figlio, che quella sera decise di dormire più a lungo e
tranquillamente di quanto fosse solito fare, permettendo a sua madre e me di
poterci far incantare dalle immagini e dalla musica. L’ho rivisto, anche se non
interamente, di recente, a conclusione di una giornata “difficile”, regalando
al mio animo un po’ provato una delicata carezza, capace, allo stesso tempo, di
rallegrarmi e commuovermi.
Un musical basato su una storia
d’amore, raccontata attraverso le canzoni,
dove i testi delle stesse, i versi accompagnati dalla musica si sostituiscono
ai dialoghi ed alle parole che caratterizzano questo intenso, quanto pudico
rapporto sentimentale. Non c’è spazio per volgarità, ammiccamenti, melensaggini
o gesti affettati. Lo spettatore è rapito dai due protagonisti, che si
incontrano e sentono nascere dentro loro un sentimento puro, che la macchina da presa, con piglio
documentaristico, ritrae e rispetta nella sua pienezza.
Un’esperienza
uditiva, ancora più che visiva, perché le parole e le
canzoni sembrano dotate di forza propria. Allora le immagini, curate in modo
sincero e attento, assecondano un ragazzo ed una ragazza che grazie ed
attraverso la musica scoprono l’altro ed anche una parte di sé.
Un’occasione rara e
preziosa, da vivere intimamente. Si evitano luoghi comuni e banalità, riuscendo
con gusto e stile ad inserire musica e canzoni senza forzature, anzi
richiedendone la presenza per godere totalmente di quanto viene raccontato.
Interpreti “familiari”
e mai sopra le righe, Oscar per la migliore canzone per “Falling Slowly”.
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