venerdì 13 novembre 2015

Royal Affair (2012)



Venerdì scorso mi aspettavo di passare una serata molto più che tranquilla, senza particolari pretese od emozioni. I bimbi erano a casa dei nonni e la mamma in uscita serale con amiche e colleghe, quindi un po’ di musica e qualche pagina di un romanzo da poco iniziato mi sembravano il programma più adatto per poi andare a letto presto e svegliarmi, il mattino dopo, sufficientemente riposato per andare al lavoro.
Non avevo fatto i conti con la programmazione di Rai 3, che proprio poco dopo le 21, ora in cui avevo finito di riordinare la cucina dopo una piacevole cena, ha catturato la mia attenzione, con i titoli di testa di un film che stava per iniziare. Ammetto di essermi incuriosito al vedere lo schermo presentare brevi sovrimpressioni introduttive a quello che sembrava un film storico in costume.
Da pochi minuti, giusto per capire di cosa si trattasse, sono giunto a spegnere la TV dopo le 23, quando sfilavano i titoli di coda di “Royal Affair”, dramma ambientato alla corte di Danimarca nella seconda metà del ‘700.
Una sorpresa, perché a dire il vero poteva risolversi in un polpettone storico, dove nonostante un evidente rigore nel rappresentare, a livello di scenografie e costumi, un’epoca storica, lo spettatore avrebbe finito per annoiarsi o dedicarsi ad altro. Invece i tre attori principali riescono a mettere in scena, sorretti da una sceneggiatura attenta, un gran bel melodramma dove una storia d’amore incontra una ricostruzione storica fedele e coinvolgente, anche se magari è più il tratto estetico che la regia in senso stretto ad essere al centro del prodotto.

Si diceva degli attori: Alicia Wikander dopo una prima parte di film introduttiva e “di riscaldamento”, è all’altezza del personaggio e rende molto bene i sentimenti e le tribolazioni della regina Carolina Matilda di Hannover, sposa di Cristiano VII di Danimarca, carattere insidioso da impersonare, ma che Mikkel Boe Følsgaard presenta in modo magistrale, rappresentandone l’umoralità e l’alternarsi di capricci infantili e di momenti di lucidità da uomo di stato. 

Infine Mads Mikkelsen, attore fra i migliori in Europa, è al centro di una vicenda convincente e affascinante, gestendo anche solo con lo sguardo e la postura la vicenda storica di un uomo, il medico di corte illuminista Johann Friedrich Struensee, che fin dalle prime sequenze in cui appare sembra incamminarsi verso una fine tragica ed emblematica.

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