La storia è pressoché conosciuta. Nell'Orlando Furioso, di Ludovico Ariosto, la bella Angelica viene rapita dai pirati dell'isola di Ebuda e legata ad uno scoglio completamente nuda (“così ignuda come la Natura prima la compose”), così da divenire pasto per un orrendo mostro marino, solito cibarsi di carne umana. Ruggiero, trafitto da “pietade e amore”, ingaggia una lotta contro il mostro, descritta nei dettagli da Ariosto, riuscendo infine a sconfiggerlo e a liberare Angelica.
Con qualche libertà nella rappresentazione e distanziandosi dal testo, l'artista svizzero Arnold Bőcklin trae spunto dall'episodio contenuto nel poema di epoca rinascimentale per mostrare un topos medievale (l'eroe che salva la bella dal mostro), tra i più cari ed utilizzati durante il Romanticismo in pittura, così come in altri ambiti.
Il risultato, datato 1873 come l'artista stesso scrive accanto alla sua firma, è molto raffinato e caratteristico dei pittori che aderivano alla corrente del Simbolismo, come Bőcklin stesso.
L'opera è conservata presso la Alte Nationalgalerie di Berlino e fa parte di un ciclo interamente dedicato al poema ariosteo.
Nessun commento:
Posta un commento