Blog su Cinema, Letteratura, Arte, Cultura, Tempo libero, Esperienze. Post su Film, Libri, Mostre, Esperienze di vita, Fumetti, Cartoni Animati e quello che mi piace ed anche che mi piace di meno.
domenica 31 marzo 2013
venerdì 29 marzo 2013
Noi non siamo la Grecia!
Tutto
il 2012 a sentirci dire “Noi non siamo la Grecia!”.
E
grazie al c…o! se fossimo la Grecia
scriverei questo post con caratteri buffi, mi chiamerei Karagounis (tra l’altro gioco meglio di lui) e mangerei insalata di
feta e olive, ma senza cetrioli
che poi mi vengono su.
Se
fossimo la Grecia a pranzo ci
sarebbe moussakà, berrei ouzo tutto il giorno e mi laverei i
denti con quello schifo di vino Retsina.
Se
fossimo la Grecia andrei alle
partite del Panathinaikos, avrei un grasso grosso matrimonio e passerei l’estate a vendere souvenir del Partenone.
Facezie e minchiate varie a parte, ora che di mezzo
c’è Cipro, che un po’ greca lo è,
com’è che non si sente più dire che la culla della nostra Cultura è la Grecia, che
da lì viene tutto (la democrazia, la filosofia, le basi della letteratura e
così via…)?
Alle superiori (Liceo Classico, mica pizza e fichi
intendiamoci), a me ed ai miei compagni ce l’hanno menata tanto con la storia che è da là che veniamo.
2013: È tempo di fare le valigie per il
viaggio di ritorno?
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giovedì 28 marzo 2013
Le stelle in streaming!
Per
fortuna i due Capigruppo del Movimento 5
Stelle hanno ottenuto la diretta
streaming del loro incontro con Bersani.
Così
ci siamo tolti anche gli ultimi dubbi:
non
solo sono entrambi digiuni di politica, dotati di scarsa dialettica,
sprovveduti sul piano della diplomazia (elementi comunque che rivendicano con
orgoglio), ma sono anche arroganti e
spocchiosi, oltre che incapaci di
distinguere chi hanno di fronte.
Su
quali basi si definiscono i soli ad essere “credibili”?
Come
riesce Roberta Lombardi a
pronunciare frasi come “Noi non incontriamo le parti sociali, noi siamo le
parti sociali”?
Con
quale coraggio Vito Crimi proferisce
periodi infarciti di supponenza e sprezzo degli interlocutori, per poi,
successivamente chiarire, spiegare, smentire, integrare e così incasinare
ancora di più le fregnacce slogan che produce il suo grande timoniere genovese.
Si
rendono conto dell’assurda contraddizione
che risiede nella dichiarazione di non volere dare
fiducia ad alcun governo, ma essere disposti
a votare su singoli provvedimenti? Pensavo fosse un calcolo, ovvero
costringere la formazione di un Governo
di larghe intese per poi fare la parte dei “duri e puri”, dell’opposizione
intransigente, dei paladini dei “cittadini”, e successivamente capitalizzare alle prossime elezioni.
Ora
penso invece che siano incapaci di comprendere che non sono nella casa del Grande Fratello, bensì nel Parlamento della Repubblica Italiana.
Magari qualcuno li ha votati perché facessero i deputati ed i senatori e si
occupassero della “cosa pubblica”.
Invece
loro si preoccupano solo di recitare, peraltro in diretta streaming!
A
quale punto del loro programma corrisponde?
Subito
prima le macerie su cui il loro leader vuol ballare e lanciare insulti,
probabilmente.
Vedi anche:
mercoledì 27 marzo 2013
Dove ci siamo già visti?
Ci pensavo da qualche giorno.
Dove ci siamo già visti?
Ieri sera l’ho finalmente capito.
Era in frigo da tanto tempo…
Mi sembrava un volto
conosciuto!
martedì 26 marzo 2013
All Whites
Come è possibile notare, anche nel calcio, notoriamente conservatore, da
lungo tempo ci si adopera per ottenere una certa differenziazione cromatica. Quanto
meno per distinguere una squadra dall’altra.
Qui è bianco anche l’elicottero!
Oppure vogliono dirci che giocano nella
stessa squadra? Una squadra con due capitani!! Ma andiamo…
Ci sono! è il momento della sostituzione, infatti quello che esce si è messo la giacca a vento...
Diavolo di un ufficio stampa del Vaticano!
Ci sono! è il momento della sostituzione, infatti quello che esce si è messo la giacca a vento...
Diavolo di un ufficio stampa del Vaticano!
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Quando non vogliono fare la nanna... la femminuccia
La secondogenita a volte si sveglia durante
la notte...
Non è così facile comprendere di cosa abbia bisogno, o cosa desideri...
Vedi anche:
Quando non vogliono fare la nanna... il maschietto
Quando non vogliono fare la nanna
Non è così facile comprendere di cosa abbia bisogno, o cosa desideri...
Vedi anche:
Quando non vogliono fare la nanna... il maschietto
Quando non vogliono fare la nanna
sabato 23 marzo 2013
Lisbeth nella società degli uomini
Come
parecchie decine di migliaia di lettori italiani, qualche anno fa ho letto la Millenium Trilogy di Stieg Larsson. Mi ha impegnato un
discreto numero di ore e fatto perdere porzioni non indifferenti di sonno, ma
nel complesso mi sono divertito. Forse un giorno ci scriverò un post dedicato.
Ma per il momento propongo una riflessione ed un parallelo, parziale, su un
aspetto della trilogia, meglio ancora su uno dei protagonisti. Forse l’unica vera
protagonista: Lisbeth Salander.
Stieg Larsson |
Nella
sua trilogia, Larsson descrive
abbastanza accuratamente e con studiato “mestiere” operazioni compiute dai
servizi segreti, traffici di prostituzione, le ombre della società svedese ed
europea in generale, mette in luce intrighi tra magistrati, politici e medici
e, di romanzo in romanzo, racconta sempre più dettagliatamente la realtà.
Lisbeth
viene maltrattata dal padre e da Peter
Teleborian, psichiatra della clinica in cui viene internata da bambina, da
adulta viene ad essere emarginata dalle istituzioni, che la ritengono incapace
di intendere e di volere e le assegnano un tutore, Holger Palmgren, l’unico che pare interessarsi alle sorti della
ragazza. Purtroppo a questo tutore, ridotto in fin di vita da un ictus, ne
subentra un secondo, Nils Bjurman,
che le userà una terribile violenza e di fatto la ricatterà, comunque
scatenando la sua vendetta. Lisbeth è
una giovane donna arrabbiata, chiusa in se stessa, ferita dagli uomini con cui
è entrata in contatto, prova risentimento e rancore e non lo nasconde.
Nel primo romanzo, “Uomini che odiano le donne”, lei
accetta di affiancare il giornalista Mikael
Blomkvist in un’indagine: il potente industriale Henrik Vanger vuole scoprire se la nipote Harriet, scomparsa quarant’anni prima, sia ancora viva. E così
nell’arco della narrazione non solo i due scopriranno verità davvero
inquietanti, ma il loro legame si consoliderà, fino a trasformarsi in una
singolare amicizia. Mikael è l’unica
persona che riesce a fare allentare le difese a Lisbeth, è l’unico che merita la sua fiducia. Nonostante quindi
l’atroce episodio di violenza che
subisce da Bjurman e nonostante i
soprusi passati, la protagonista comincia a capire che tra uomo e uomo c’è
differenza. Non si chiude nuovamente in se stessa, non rinuncia al rapporto con
Mikael, ma vi si lega sempre di più.
Perché Lisbeth accetta di coadiuvare
Blomkvist nell’indagine? Perché
nella sua mente suona un campanello d’allarme: un’altra donna è stata vittima
di violenza, una donna che non è in grado di difendersi. Lisbeth è determinata a scoprire se i carnefici di Harriet siano ancora in vita e di quale
crimine si siano macchiati esattamente, per poterli “giustiziare”. Ne fa una
questione personale. Di fatto si
promuove paladina di donne impotenti e maltrattate, che è decisa a tutelare.
Per questo vuole scoprire a tutti i costi se Harriet sia ancora in vita: per darle eventualmente la chance di
rifarsi una vita, quella chance che nessuno ha mai dato a lei. Lisbeth, vittima dello stato, si
immedesima in Harriet, probabilmente
vittima invece della famiglia, e la vuole riscattare.
L’astuzia, il “mestiere” di hacker e la determinazione
nel punire i colpevoli sono le armi con cui Lisbeth attacca gli Uomini che
odiano le donne.
Lisbeth Salander/Noomi Rapace |
“Uomini che odiano le donne” racconta innanzi tutta la violenza che gli uomini,
esseri di potere, esercitano sulle donne, esseri oggetto di offesa. Dietro il
parallelismo delle storie di Harriet
e Lisbeth si nasconde l’amara presa
di coscienza di quanto facilmente le donne diventino vittime non solo della
famiglia, che invece dovrebbe essere garante della loro incolumità, ma anche
della società.
Dopo qualche tempo la
lettura del romanzo, e la visione del discreto film trattone (quello svedese con Noomi Rapace), mi è tornato alla
mente un altro film uscito sul finire degli anni 90: “Nella Società degli Uomini”.
In quel film due amici e
colleghi vivono un momento difficile e problematico, sia sul lavoro che nella
vita privata, dove sono stati lasciati dalle fidanzate o mogli che siano.
Decidono allora di prendersi una rivincita
e fanno un piano d'azione: individuare una ragazza
un po' sprovveduta e vulnerabile da corteggiare e sedurre, a poco a poco, da
parte di tutti e due, per poi lasciarla improvvisamente. Dopo qualche tempo,
individuano la loro vittima: una
ragazza che lavora per la loro stessa azienda, riservata e solitaria. Dopo aver
scoperto che è sorda il loro
divertimento cresce, anche se uno dei due ha qualche scrupolo. Il più deciso dei
due amici persegue l'obiettivo prefisso, seduce la ragazza, e, di punto in
bianco le dice che deve lasciarla. L’altro le rivela l’inganno ed il gioco di
cui è caduta vittima, provando invece affetto per lei. Ma la ragazza non
capisce, o non vuole capire e lo allontana, ferita ed umiliata. Nonostante un
po’ di piattezza drammaturgica ed una non eccelsa confezione e recitazione, il
film mostra uomini che odiano le donne,
che si vendicano del mondo mirando al cuore
delle donne, ma odiando in realtà tutto il genere umano, cominciando probabilmente
da loro stessi, anche se mai lo ammetterebbero, impegnati come sono a proporsi
e “vendersi” con abiti, orologi e gadget da migliaia di euro.
giovedì 21 marzo 2013
Per chi vuole un cambiamento
Alcuni
neo eletti pentastellati si
riempiono la bocca di parole ed espressioni come “cambiamento”, “inversione
di rotta”, “modifica dell’esistente”, “liberiamoci della casta”, “gesto di
rottura (di p…e!)” e via così, senza peraltro curarsi del chip che da qualche
parte gli deve essere stato inserito.
Ora,
invece di sbraitare e pronunciare frasi
e slogan a caso, perché non
riflettono su chi ricopre la seconda e la terza carica di questa bistrattata
Repubblica?
Camera: dall’autore della xenofoba legge Bossi-Fini, all’ex
portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati.
Senato: da un indagato per connessioni con una famiglia
mafiosa al superprocuratore antimafia.
Non vi sembra già un bel cambiamento?
Perché
allora i parlamentari a cinque stelle vogliono continuare a fare “i duri e puri” a scapito degli altri? Di chi non li ha votati, ma
anche di chi ha voluto dar loro fiducia?
Non
vi parlo di responsabilità, bensì di
onestà intellettuale, o forse
quell’onestà che ritengono debba andare di moda si risolve solo nel rendicontare
quante caramelle acquistano?
Vedi anche:
Sai chi è Emma Bovary?
In
merito al post di qualche giorno fa, dove sinteticamente ricordavo un episodio
e quindi una ragazza che anni fa mi fu causa ed oggetto di un certo travaglio
emotivo, non credo che in quell’occasione avrei potuto rivolgerle le parole
pronunciate da Rodolphe ad Emma Bovary:
“Sì,
penso a lei senza posa… Il suo ricordo mi fa impazzire! Ah, mi perdoni! … È
meglio che me ne vada… Addio! … Andrò lontano… così lontano che non sentirà più
parlare di me! Eppure, ancora adesso, non so quale forza mi abbia spinto verso
di lei. Non si può lottare contro il cielo, non si può resistere al sorriso
degli angeli! Ci si lascia trascinare perché è bello, affascinante, adorabile!”
Sarebbe
stato troppo “teatrale” e fuori luogo, una forzatura insomma.
Probabilmente
lei non sapeva neanche chi fosse Emma Bovary, ma questo è il male minore!
martedì 19 marzo 2013
Eroi, Superstar ed i Cartoni Animati
Principi e Valori nelle serie animate.
Riprendo
un discorso già affrontato (clicca qui), per sottolineare quella che, a mio giudizio, è una disarmante differenza
fra i cartoni animati che un tempo venivano
proposti a me ed i miei coetanei e quelli rivolti agli under 14 che ora vengono prodotti e trasmessi.
In
questi anni, grazie alla frequentazione di nipoti
ed altri bambini e bambine, per i più svariati motivi, ovvero i lavori svolti e
le “avventure” vissute, ho avuto la possibilità di visionare le proposte in
tema di programmi televisivi per chi
non ha ancora l’età per guidare uno scooter.
La
fanno da padrone molti cartoni non
giapponesi (e questa è una differenza non da poco con gli anni 80!), tipo
il semiritardato, svagato ed un po’ irritante “Spongebob”, oppure le serie (per ora quattro) di “A tutto reality!”, con protagonisti al
limite fra lo stupido, il volgare, l’ignobile od il trascurabile (diretta
consonanza con chi partecipa ai reality “in carne ed ossa”). Ci sono inoltre
alcuni supereroi un po’ vecchio
stampo, riveduti e corretti come nel caso di “Ben Ten”, e serie che potremmo definire “ibride”, con protagonisti
personaggi di fantasia impegnati in faccende più o meno ordinarie, tipo “Due Fantagenitori”, animali domestici
antropomorfi o altre bestie non facilmente identificabili, ad esempio “Iggy Piggy Ranger”, “Polli Kung Fu” o “Lo straordinario mondo di Gumball”. Ok ci sono anche cartoni più
carini e godibili, ma, disgraziatamente, vengono definiti e bollati, anche
impropriamente, come “da piccoli”,
perciò i ragazzini oltre i 6 anni li
evitano come farebbero con le iniezioni
od il minestrone.
A
tutto ciò si aggiunge una “emozionante” lista di telefilm e programmi con protagoniste/i teenager-superstar!
E
questa cosa mi piega sulle ginocchia! Ci ho pensato su. Teenager-superstar!
Negli
anni 80, fase storico-sociale
assunta a simbolo della mia fanciullezza
anagrafica (poiché Pascoli un po’ deve averci preso con la storia del
fanciullino che permane dentro di noi) le “Hannah
Montana”, gli “High School Musical”,
i Mondi di Patty e gli “Amici
di…” non esistevano ancora. Gli
unici esempi di superstar per
ragazzi erano, a mia memoria, “Jem &
le Holograms”, “l'Incantevole Creamy” e simili, tipo “Magica Magica Emi” e “Sandy dai mille colori”, ed il celebre
telefilm “Saranno Famosi”.
Oltre
questo c'era una popolazione intera di piloti
(terrestri o di altri pianeti), guerrieri,
lottatori, alieni (dal cuore nobile), individui
variamente mascherati, capitani
coraggiosi, esploratori, sportivi e sportive (che giocavano per la squadra), personaggi storici impavidi e valorosi, perfino ladri (però buoni e con un proprio
codice morale) e veri e propri supereroi.
Ovvero gli eroi per chi era bambino in quegli
anni, e si sciroppava ore di cartoni ogni giorno (dopo i dannati compiti!), non erano cantanti o ballerini di
grido o adolescenti che si spacciavano come tali. Erano "eroi" nel vero senso della parola: coraggiosi,
altruisti, virtuosi, con un’etica e valori saldi, simpatici e dotati di
grande spirito di sacrificio.
Venivano ammirati in quanto tali, non dovevano per forza essere popolari.
Se dovevano cantare o recitare (Maya), combattere contro il male (Uomo Tigre), difendere
la razza umana (Goldrake), ritrovare il proprio amore (Ken), vincere partite
(Mila e Shiro) o pescare in giro per l’orbe terracqueo (Sampei) erano consapevoli
delle loro qualità ma umili,
generosi, disposti a privazioni, ad affrontare difficoltà ed imprevisti. Anche personaggi “normali” assumevano
un’aura di onore e rispettabilità, guadagnandosi la nostra
ammirazione per il percorso di crescita e di vita che stavano, con grande
dignità, compiendo, come ad esempio in "Galaxy
Express 999" (cartone animato che vantava inoltre una delle sigle più
belle).
La "superstar", invece, è un
concetto ben differente. La superstar ha i riflettori puntati addosso,
è al centro del palco e mostra il suo eventuale talento per un
fine che non è la salvezza del mondo o degli amici, la
difesa di un principio etico o
legato a sentimenti sani. La superstar è autocentrata, egotica, disposta a
sminuire colleghi e rivali, vuol esser famosa ed idolatrata,
lo desidera nel profondo. Vuole essere ammirata, adulata,
presa a modello, protagonista
assoluta della vita e si compiace del proprio successo, all’evenienza anche dispensando “perle” di relativa ed
opinabile saggezza.
Mica tutti e mica
sempre, ci mancherebbe. Però la sottile, ma profonda, distanza e diversità
tra i due archetipi mi sembra degna di rilievo.
domenica 17 marzo 2013
Ho visto il film... e ho letto il libro!
Recentemente
(cliccare qui) ho scritto di film
tratti da libri e delle mie riflessioni al
riguardo.
Ora
intendo presentare quello che ritengo un virtuoso esempio di due opere, un romanzo ed un film, che ognuno per proprio conto meritano un giudizio positivo ed un chiaro riconoscimento di valore. Sono il
libro di Karin Fossum, “Lo
sguardo di uno sconosciuto”, ed il film trattone nel 2007 da Andrea Molaioli, “La Ragazza del Lago”.
Definisco
virtuoso questo caso perché, indipendentemente da cosa si faccia per prima, leggere
il lavoro della Fossum, o vedere il
film con un bravo Toni Servillo, si
può godere di prodotti molto ben fatti e lasciarsi conquistare dalle storie ed
i suoi protagonisti.
Il
regista italiano trasferisce una
vicenda che ha tutte le caratteristiche di un giallo-noir, ambientata in una
pressoché irriconoscibile Norvegia
(a parte nomi e qualche descrizione delle location), in un italiano Nord-est drammaticamente riconoscibile e per questo ancora
più angosciante.
La
trama centrale è pressoché la stessa
e le dinamiche si assomigliano veramente tanto, ma il film ha una sua intrinseca forza, così come il romanzo
si ritaglia un suo personale spazio nel panorama dei prodotti che giungono
nelle nostre librerie.
Toni Servillo e Anna Bonaiuto in "La Ragazza del Lago" |
“La Ragazza del Lago” si
impone nell’ambito del thriller con
un incedere felpato. Questa pare essere la chiave della sua riuscita, un
continuo scivolare a fianco dei fatti, senza forzature ma anche senza cedimenti
all’effetto facile, al colpo di scena cercato a tutti i costi, consapevole che
basterebbe un nulla per compromettere l’equilibrio raggiunto. Ottime interpretazioni degli attori coinvolti,
pur con qualche perdonabile eccezione, e capacità di parlare non solo di un’attività investigativa, ma anche di umane faccende e quotidiane questioni, con garbo e astuzia narrativa, unita ad una
discreta capacità di analisi e studio psicosociale.
Da
parte sua “Lo sguardo di uno
sconosciuto” tralascia stereotipi ed immagini oleografiche per narrarci una
vicenda che effettivamente potrebbe accadere ovunque. Uomini, donne, ragazze e
ragazzi molto simili a quelli che potremmo incontrare, che incontriamo ogni
giorno, per una storia dove l’abile attività investigativa esalta un impegno di
osservazione e studio dei caratteri
umani. Volutamente non c’è un finale completamente positivo, tantomeno
consolatorio, con dubbi e domande che permangono nella mente del lettore.
L’ispettore
Sejer ed il Commissario Sanzio sono personaggi molto ben
delineati, che si fanno apprezzare sotto ogni punto di vista. Servillo ha il merito di costruire un
proprio personaggio, che si ritrova in quello letterario ma che allo stesso
tempo se ne distanzia con opportuna caratterizzazione. La Fossum ci propone un buon romanzo che testimonia della bontà della scuola scandinava, a saper scegliere bene,
anche al di là di autori maggiormente noti e venduti (non sempre con effettivo
merito).
Titolo: “Lo sguardo di uno sconosciuto”
Autore: Fossum
Karin
Traduttore: Marocco P. M.
Editore: Sperling & Kupfer - 2007
La Ragazza del Lago
Italia, 2007 - regia di Regia Andrea Molaioli
sabato 16 marzo 2013
Cosa volevo dirle?
Una
sera estiva, in occasione di una cena con amici e colleghi, ho incontrato una
ragazza che due anni prima mi aveva catturato a sé e poi fatto soffrire.
Qualche
scambio di convenevoli, un mio sorriso un po’ tirato e poi più sciolto, frasi
leggere ed una cortesia non nuova, sincera, una sensazione che sfiorava le mie
guance e rendeva inquieto lo sgabello su cui sedevo.
A
conclusione di battute e frasi rivolte l’una all’altro, come commiato a lei che
si volgeva verso altri luoghi, in cerca di abbracci e baci non più miei, ho
preso a prestito alcune parole del CHE e le ho detto: “vedi … (nome della suddetta ragazza) io andrò
così lontano che il ricordo muoia disperso tra le pietre della strada. Ma sappi
che continuerò ad essere lo stesso pellegrino, con dentro la pena e fuori il
sorriso”.
Chissà
se si ricorda. Chissà se ha capito cosa le ho detto.
Ma
poi, io cosa volevo dirle? (alla stronza!)
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venerdì 15 marzo 2013
Tweet, Apriscatole, Messaggi e Foto per i “Cittadini”
Il
Movimento pentastellato oggi è entrato
in Parlamento con i suoi “Cittadini”.
Cittadini nel senso dato nell’Impero Romano (essenzialmente un privilegio e garanzia di una certa
immunità), o di quello riferibile alla Rivoluzione
Francese, magari nella versione giacobina, con relativo “diritto/dovere
alla rivoluzione”?
Magari,
considerata l’alta percentuale di laureati presenti fra i suoi eletti, nel Movimento ci sarà qualcuno con un
titolo di studio universitario in Storia
o Diritto Costituzionale, così che
potrà illustrarci la natura e le ragioni della scelta di questo appellativo e
toglierci eventuali dubbi (il termine è stato inoltre usato in vari momenti
storici ed all’interno di diverse proposte socio-politiche, non tutte felici).
Ebbene i neo parlamentari si presentano
con Tweet (da non confondere con tweed, scelta da casta!), Apriscatole, Foto e
Slogan, come è documentato di seguito (da Repubblica.it ).
In
merito agli slogan e pagliacciate
varie, li avvertiamo che la campagna
elettorale è finita? Oppure hanno già deciso di bruciarsi la prima
legislatura (delle due) concessagli dal loro Leader e pensano alla seconda? E
conseguente ritorno nelle piazze per gridare contro il Complotto, la Cospirazione e la Congiura del Silenzio, la
Malainformazione, la Casta e via con il repertorio e palline per lavare il
bucato!
Per
ora non sono poi tanto diversi da chi, a metà degli anni 90, esibiva fazzoletti verdi o tricolori riportanti slogan arbitrariamente
sottratti alla maggioranza degli italiani, brandiva attrezzi da falegname o corde. Ed il grido “Arrendetevi! siete circondati” non
riporta, a chi ha memoria, un passato sereno e positivo per il nostro Paese.
A
ben guardare qualcun altro annunciò un parlamento
al 100% composto di suoi deputati, dicendo “Potevo fare di quest'aula sorda
e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un
Governo esclusivamente di […]. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo,
voluto”.
Vedremo
cosa accadrà o cosa non accadrà, anche grazie a questi “cittadini” giunti in Parlamento
grazie al voto, espresso da un quarto degli elettori, non per il Movimento, bensì per un Leader (si badi, la differenza non è
affatto sottile), uno beninteso che lì non entrerà e che fungerà da
“ispiratore”.
Intanto
riporto un aneddoto, con protagonista Kurt
Freiherr von Hammerstein-Equord.
"Un
giorno, quando gli chiesero da quale punto di vista valutasse i suoi ufficiali,
disse: «Li divido in quattro tipi. Ci sono ufficiali intelligenti, laboriosi,
stupidi e pigri. Il più delle volte due di queste caratteristiche coincidono.
Se sono intelligenti e laboriosi, devono entrare nello Stato maggiore generale.
Poi ci sono gli stupidi e pigri che costituiscono il 90 per cento di ogni
esercito e sono adatti per compiti di routine. Chi è intelligente e insieme
pigro si qualifica per gli incarichi di comando più elevati, perché dispone
della chiarezza mentale e della stabilità emotiva per prendere decisioni
difficili. Bisogna guardarsi da chi è stupido e laborioso e non affidargli
responsabilità, perché combinerà solo disastri»" (da Enzensberger, Hans Magnus. Hammerstein o dell’ostinazione. Una
storia tedesca. Einaudi - 2008).
Il medesimo
aneddoto è ripreso da Gianrico
Carofiglio nel suo romanzo Le perfezioni
provvisorie (Sellerio - 2010). Credo meriti di essere letto in questa
versione per le scelte lessicali che
ritengo adatte ad essere da monito per gli odierni e prossimi eventi:
“Ha detto qualcuno
che gli uomini si dividono nelle categorie degli intelligenti o dei cretini, e
dei pigri o degli intraprendenti. Ci sono i cretini pigri, normalmente
irrilevanti e innocui, e ci sono gli intelligenti ambiziosi, cui possono essere
assegnati compiti importanti, anche se le più grandi imprese, in tutti i campi,
vengono quasi sempre realizzate dagli intelligenti pigri. Una cosa però va
tenuta a mente: la categoria più pericolosa, da cui ci si possono aspettare i
più gravi disastri e da cui bisogna guardarsi con la massima circospezione, è
quella dei cretini intraprendenti”.
Vedi anche:
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