sabato 29 agosto 2015

Giallo, Noir & Thriller/25


Titolo: Un Corpo nel Lago
Autore: Arnaldur Indriđason
Traduttore: Cosimini Silvia
Editore: Guanda – 2009

Si può definire un libro con due storie: una è quella ambientata nel presente dove l’ormai familiare Erlendur è nuovamente alle prese con un caso tanto strano quanto apparentemente irrisolvibile, l’altra si svolge negli anni 60 a Lipsia, ovvero in quello che era uno dei centri più importanti a livello scientifico, di studio e ricerca nella DDR.
Forse non propriamente e solamente un giallo, anche se in fondo gli ingredienti ci sono e messi al posto giusto. Un vecchio omicidio scoperto per caso, una storia d'amore con tratti dolorosi, elementi di spionaggio da guerra fredda, resi con una scrittura meditata, lenta e allo stesso tempo intensa, che rende gli avvenimenti narrati credibili e coinvolgenti.
I flashback in anni “pre caduta del Muro” mi hanno intrigato molto, dato che sono sensibile ed affascinato da quella porzione di storia recente che stiamo dimenticando, senza averla studiata seriamente, quindi “Un corpo nel lago” non ha potuto non conquistarmi.
Indriđason riesce a trasmettere il dolore della perdita, il tormento di cercare risposte e spiegazioni che si sa bene non saranno sufficienti a consolare chi resta. Inoltre, elemento non secondario per la mia sensibilità, l’utilizzo di protagonisti giovani e idealisti e di altri cinici e calcolatori cattura con maestria il lettore, portandolo anche a conoscere il ruolo, per lo più sottovalutato, che la lontana Islanda ricoprì all’interno del braccio di ferro fra Est ed Ovest in Europa nella seconda metà del secolo scorso.




Uno scheletro spunta dalle acque del lago Kleifarvatn, a sud di Reykjavík, nel punto in cui il bacino si sta prosciugando per cause non chiarite e la sabbia rivela i suoi segreti. A trovarlo è una giovane idrologa addetta ai rilevamenti: la polizia, al telefono, inizialmente pensa a uno scherzo. Si tratta dei resti di un uomo, databili intorno agli anni Sessanta del Novecento. Lo scheletro è legato a uno strano apparecchio di fabbricazione sovietica, in apparenza una ricetrasmittente. Nel cranio c'è un foro, grande come una scatola di fiammiferi. Omicidio o suicidio? Delle indagini è incaricato il solitario e spigoloso agente Erlendur Sveinsson, che per ragioni personali è ossessionato dai casi di persone scomparse, soprattutto se ignorati dai più e lontani dai clamori della stampa. Come sempre, Erlendur è affiancato dai colleghi Sigurður Óli ed Elínborg, mentre nell'ombra lo aiuta il suo ex capo, Marion Briem, ormai in pensione. Gli indizi sono scarsi, le tracce confuse, tuttavia un elemento decisivo emerge con forza: la scomparsa dell'uomo è collegata in qualche modo a una rete spionistica del Patto di Varsavia, che operava ai tempi della Guerra fredda, quando il territorio islandese era considerato strategico dal punto di vista militare e ospitava una grande base NATO americana. Ma lo spettro del comunismo si aggira ancora per l'Islanda? Per trovare la risposta, Erlendur dovrà disseppellire rancori mai sopiti, ideologie tradite e amori indimenticati. (da ibs.it)

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