sabato 18 agosto 2018

Dampyr #221 - Pianeta di Sangue



Un albo da cinefili e per cinefili questo “Pianeta di Sangue”, numero 221 della serie, dove il nostro Dampyr preferito deve vedersela con più di un vecchio nemico, per l'occasione di stanza a Parigi, fra la Belle époque ed i giorni nostri.

Il tutto parte dalla ricostruzione, fantasiosa e suggestiva, della scomparsa di Louis Le Prince, pioniere dell'arte cinematografica. La serie è solita poggiarsi su fatti reali per poi dare spazio alle sceneggiature ed alla fantasia dei suoi curatori e creatori. Non fa eccezione il bel lavoro compiuto da Giorgio Giusfredi, che pur creando un soggetto ed una sceneggiatura che da soli fanno la loro figura, riesce ad inserirsi nella continuity dampyriana, con vari richiami, collegamenti a personaggi già conosciuti, tra gli altri, negli albi 219 (Tutto per Amore), 218 (Danse Macabre), 193 (I Misteri di Cagliari). Tra l'altro mi ha fatto molto piacere rivedere la succuba Meridiana, sempre bellissima, e Ljuba che cresce e credo che presto potrebbe meritarsi nuovamente spazio nel corso delle pubblicazioni.


Ovviamente c'è molto altro in “Pianeta di Sangue”, con la componente cinefila a farla da padrone e da linea centrale, grazie al ricordo del già citato Le Prince e di Georges Méliès, regista, attore e illusionista francese, inventore del cinema fantastico e horror. 

 
Evidente e gradito l'omaggio al cinema di genere, con vari riferimenti ai “cattivi” ed ai mostri più noti (divertente trovarli e riconoscerli tutti, tra cui Alien ed una creatura di Myazaki), ma anche a Truffaut, che funge da legame tra l'ambientazione parigina e l'horror, tra gli stili registici e la biografia di Harlan e Ljuba.



Un elemento da me molto apprezzato della sceneggiatura di Giusfredi è la non comune abilità e cura nel tratteggiare anche dal punto di vista psicologico i suoi personaggi, più o meno protagonisti, che riescono a fungere non da mero contorno per i caratteri principali. Per cui fra Maestri della Notte, Dampyr e creature infernali, il lettore si gusta tutto il “cast”, compresi i critici cinematografici ed i blogger, figure molto concrete e vicine alla realtà, pur con la loro lievissima componente caricaturale.

 




















Il lavoro di Alessio Fortunato è sempre più apprezzabile, per la cura e la maestria nel disegnare e inchiostrare storie oscure, con abbondanza di creature mostruose, nebbie goticheggianti, sguardi truci e crudeli, posture di sfida e di battaglia nella cornice di decadenti ville aristocratiche. Il suo stile rende al meglio l'atmosfera e le ombre da lui create sembrano tanto tangibili da riuscire a circondare ed inghiottire non solo i personaggi sulla carta ma il lettore stesso (insomma mi è piaciuto il suo lavoro!).
Come purtroppo accade in altri albi della serie, l'unico difetto che posso trovare è che la storia risulta, ad una lettura maggiormente meditata e “obiettiva”, un tantino lievemente sbilanciata, dove l'ottima costruzione della trama, del contesto e delle ambientazioni porta ad un finale che risolve il tutto con modalità forse troppo rapide (rimane sempre il limite del numero di pagine degli albi Bonelli).

Sul treno Digione/Parigi, il 16 settembre 1890 scomparve il primo inventore della cinepresa a lente unica, Louis Le Prince. In che modo questo misterioso avvenimento ha a che fare con l'inventore del Cinema Fantastico e Horror, Georges Méliès?
Nella Parigi della Belle Époque nasce una pellicola maledetta di cui sopravvive ancor oggi una terribile copia che viene conservata da una società segreta di cinefili... Chi trama nell'ombra per uccidere Dampyr con "Pianeta di sangue", il film che rende folli?
(da sergiobonelli.it)





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