martedì 7 aprile 2020

Dreamworks: i 10 titoli che preferisco


Vado dritto all'obiettivo. I 10 film della Dreamworks che mi piacciono di più.
Non proprio in ordine di preferenza partendo dall'ultimo, non una vera classifica, ma la posizione tra di loro è vagamente indicativa. In merito alle saghe ho preferito accorparle in una unica voce. 
 

Z la formica
Primissimo film d’animazione DreamWorks, con un risultato più che apprezzabile. Mi ha conquistato alla prima visione: mini-dimensioni per una “grande” storia, o quantomeno dal cuore grande e con un bel messaggio. In sintesi: Z diventa l’eroe del formicaio quando riesce a sventare un attentato orchestrato dal generale delle formiche guerriere e salva la sua principessa. Il protagonista con la voce di Oreste Vianello, storico doppiatore di Woody Allen (lui nella versione originale) è un valore aggiunto. “Bala e io incidentalmente stiamo pensando di mettere su famiglia. Insomma, solo qualche figlio, forse un milione o due, tanto per cominciare. E io, io sono in cura da un nuovo analista, favoloso, assolutamente favoloso; mi sta mettendo in contatto con la mia larva interiore, il che mi aiuta moltissimo. Insomma, finalmente sento di aver trovato il mio posto. E sapete una cosa? È proprio dove ho cominciato, ma la differenza è che questa volta l’ho scelto io.


I pinguini di Madagascar
Te la sei presa con gli uccelli sbagliati!”. Uno spin-off, va bene, ma valido anche più dell’originale. Dalla trilogia di Madagascar abbiamo imparato a conoscerli, con le loro missioni che potrebbero rendere il mondo un posto migliore, o quantomeno più organizzato, sicuramente più divertente. Skipper, Kowalski, Rico e Soldato protagonisti per salvare il mondo dai progetti di un classico “villain”, senza risparmiarsi e senza fermarsi di fronte ad ostacoli e pericoli. In un misto di efficienza, sbadataggine e humor.

Dragon Trainer
Tu non sei niente senza il tuo drago”. Si parte con un action movie con tantissimo cuore (e tantissimi draghi) e con altri due film per la storia di Hiccup e del suo Sdentato. I draghi sono creature da temere e la convivenza con gli umani è impossibile, o forse no? La trilogia inizia bene, ma poi si sgonfia un po' nella trama e nelle trovate non all'altezza. Ad eccezione dei disegni, i tre film scendono di qualità nell'insieme, nonostante candidature varie ad una serie di premi, probabilmente adagiandosi sul già conosciuto e sul sicuro. Rimane il messaggio sull’integrazione e la diversità, sulla convivenza ed il rispetto. Non è poco di questi tempi, soprattutto come stimolo ed invito per gli spettatori più piccoli, e magari anche se non soprattutto per i loro genitori.

Il Principe d'Egitto
Con questo bastone tu compirai i miei prodigi”. Oscar nel 1999 per la Miglior Canzone Originale e grandi incassi. Remake animato de “I Dieci Comandamenti” (quello con Charlton Heston e Yul Brynner) offre toni epico-avventurosi, per una storia che pesca dai miti e dalla Bibbia. Si va sul sicuro attraverso lo scontro fra due fratelli, uno di sangue reale (Ramses) e l’altro adottato (Mosè), ognuno con il proprio destino. La storia è nota, ma canzoni e disegni fanno la loro parte nella classicità ben interpretata, senza necessariamente volere osare e andare oltre.


Le 5 Leggende
Ingiustamente sottovalutato dal pubblico e poco proposto, è un valido prodotto, che oltre ad offrire piacevole intrattenimento riesce ad essere di qualità, anche grazie alla capacità di dosare azione e comicità, mistero e buoni sentimenti, validi caratteri e, non ultime, interessanti soluzioni grafiche. Notevole la scelta degli eroi protagonisti, con un mix riuscito di realismo e senso del fantastico e dell'immaginario, a cui si affianca una elevata qualità tecnica. Quest'ultima, da sola, non basterebbe ma in questo caso ad essa corrisponde la evidente voglia di raccontare una storia, di non nascondersi dietro a una serie di gag trite e ritrite, di citazioni a pioggia, ammiccamenti vari e stratagemmi simili. L'importanza della scrittura e la centralità della narrazione risultano i dati più confortanti di questo film, che forse avrebbe potuto osare di più nella sua parte oscura al limite dell'horror, ma è pur sempre un prodotto destinato ad un pubblico di ragazzini.


I Croods
I nostri antenati, con qualche concessione e una dose accettabile di ammiccamenti ben realizzati. Il gusto di un’avventura familiare, senza farsi mancare situazioni al limite, creature fantastiche e decine di pericoli. Si ride e ci si diverte, a dimostrazione che anche se la trama può essere fin troppo semplice e lineare, il risultato è più che buono quando ci si mette felice ironia, accelerazioni improvvise ben studiate, intuizioni narrative e un ritmo trascinante.


Kung Fu Panda
La leggenda narra di un guerriero leggendario la cui abilità nel kung fu era materia di leggenda.” Una fortunata ed apprezzabile trilogia (finora) che si concentra, meglio e più di altre, su cosa voglia dire scoprire la propria identità, perseguire un sogno rispettando se stessi e gli altri, su quanto l’abito non faccia il monaco ed anche una riflessione sul tema della paternità. Po è un giovane panda che fa il cameriere nel ristorante del padre adottivo, che è un oca, ma intanto sogna di poter essere un eroe del kung fu. Da lì si va avanti per tre film, senza momenti di noia o irritanti ripetizioni

Galline in fuga
Realizzato in collaborazione con la Aardman Animation, dato questo che lo distingue, nettamente in meglio, da altre produzioni. Lo stop-motion in grande stile, con un lungometraggio raffinato e divertente. Qualità e buon ritmo fanno sì che il film sia molto più che godibile, infatti riesce ad unire la semplicità della storia ad una ricchezza di contenuti e a spunti di riflessione importanti. Etica ed intrattenimento, un messaggio di e per la libertà, oltre gli egoismi e gli opportunismi individuali o di microgruppi. Fuga, prigionia, recinti e condizione individuale al servizio ed a completamento di quella collettiva. Una occasione per gli occhi e la mente, il cuore ed il cervello. “Non c'è niente di più risoluto di una gallina con un piano.

Wallace & Gromit: La maledizione del coniglio mannaro
I due personaggi forgiati in plastilina e animati in stop motion dalla Aardman nel loro esordio sul grande schermo, con relativo Oscar vinto. Un film che ha inevitabilmente conquistato adulti e bambini grazie ad umorismo surreale, intelligenti citazioni cinematografiche (praticamente tutto l'horror classico viene richiamato ed omaggiato) e forza dello script. Oltre il valore tecnico, ovvero la mirabile fluidità dei movimenti, l’uso della macchina da presa, la capacità espressiva dei protagonisti, questo rimane uno dei capisaldi dell’animazione contemporanea anche per la possibilità di più livelli di lettura, a seconda dell'età e della prospettiva dello spettatore.
Shrek
L'immaginario favolistico e Disneyano nello specifico riscritto quando non direttamente ribaltato. Un tono di dissacrante, che da solo non basterebbe, aggiunge valore e qualità alla narrazione ed all'immagine alternativa dotata di un certo spessore. Una quadrilogia che purtroppo dal terzo episodio comincia a mostrare qualche limite e nel quarto giunge probabilmente ad esaurire le frecce al proprio arco. Rimane una bella galleria di personaggi, di situazioni limite e di trovate originali per una pagina favolistica che si fa forza delle proprie qualità e dei limiti della concorrenza.



A questo punto qualcuno potrebbe dirmi: e Madagascar? Di seguito qualche parola al riguardo:
Madagascar
Mi piace se ti muovi! Mi piace quel che muovi! E allora: MUOVI!”. Se il primo film riusciva quantomeno a ribaltare come pochi altri il ruolo fra animali e umani, a creare interrogativi sul loro posto nel mondo ed a scompigliare i topoi dei coraggiosi animali della savana, divertendo al punto giusto, nel prosieguo la trilogia arranca e non riesce a conquistare. La narrazione è poco sviluppata, si adagia su situazioni e gag arcinote e utilizza anche quel poco di buono che c'è in modo non efficace. Sembra quasi tutto al servizio della computer grafica e del 3D, ma se ci si trova in una giornata senza pretese si può gustare anche il susseguirsi vagamente sterile di colori, la lezioncina sull'amicizia e la sovrabbondanza di buoni sentimenti.


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