mercoledì 22 aprile 2020

Giallo, Noir & Thriller/76

Titolo: Il Corpo di Ghiaccio
Autore: Kjell Ola Dahl
Traduttore: Giovanna Paterniti
Editore: Marsilio – 2014

Il romanzo, che scrivo subito mi ha conquistato, vede protagonista non tanto il già conosciuto Gunnarstranda, tantomeno Frølich che al momento risulta sospeso e fuori dai giochi in seguito a quanto accaduto in “False Apparenze”, bensì Lena Stigersand.
Proprio il suo personaggio, il nuovo ispettore che affianca Gunnarstranda nelle indagine raccontate, è a mio parere uno dei punti forti de “Il Corpo di Ghiaccio”.

Dopo una classica, ma sempre avvincente ed in questo caso indovinata apertura, ovvero l’inseguimento di una donna che cerca di sfuggire a chi la vuole uccidere confondendosi, prima tra la folla, e poi nelle gallerie della metropolitana di Oslo, il lettore non può fare a meno di fidarsi di Dahl, che lo conduce, pagina dopo pagina, in una doppia indagine, due omicidi i cui punti di contatto si fanno via via più evidenti.
Si diceva di Lena, appunto. Ebbene il suo è un personaggio femminile che non presenta elementi eroici o di straordinarietà. Anzi, è molto ordinaria e non esente da incertezze e timori, dubbi e moti dell'animo che le rendono più complicato vivere. Amante dello sci di fondo e del vino bianco, risulta schiacciata dal senso del dovere, una “classica” brava ragazza che vuole svolgere bene il proprio lavoro, che però si lascia coinvolgere da dinamiche avventurose che, probabilmente, un minimo di buon senso basterebbe ad allontanare.
L'autore ce la rende simpatica e alla fine si partecipa alle sue indagini, alle sue giornate, ricche di guai e pericoli non solo nelle strade di Oslo, ma persino all'interno delle mura domestiche. In questo modo, dopo le prime pagine a cui si accennava, il romanzo procede ad un buon ritmo, a volte accelerando altre rallentando un minimo, e continua a svilupparsi in modo sicuro e convincente. Gli eventi, le indagini, le opportune descrizioni (mai pedanti o noiose), tutti i personaggi hanno un proprio spazio, un loro ruolo, una loro ragione d'essere. La lettura è avvincente, anche grazie a questa cura, che fa sì che Dahl trovi la giusta misura, fra azione, pathos, adrenalina, gusto del dettaglio e caratterizzazione dei personaggi e delle situazioni.

Nel corso della lettura ci si districa fra segreti, complotti, interessi legati al mondo della Finanza, in particolare al petrolio norvegese, questioni politiche, intrighi, ambizione e manipolazione della verità che si mescolano insieme in questo romanzo che, come detto, sceglie di ruotare intorno ad una non banale figura femminile. Una donna ordinaria per certi versi, con i propri principi e le proprie angosce, che si ritroverà ad essere in pericolo in un “gioco più grande di lei”. Screditata in campo professionale, messa alla prova nella vita privata, ma che, scoprendo di essere meno sola di quanto pensi, riuscirà ad alzare la testa, scendere a patti con i propri i errori e debolezze e mettere in campo intelligenza ed integrità, per riuscire così a portare a termine l'incarico affidatole.

Personalmente una conferma delle capacità e del valore di Kjell Ola Dahl, uno degli autori di gialli nordici che preferisco, anzi forse non solo di quelli ambientati vicino al Circolo Polare Artico.

Mancano poche settimane a Natale, quando una donna cerca di fuggire a un misterioso inseguitore, infilandosi nelle gallerie della metropolitana di una Oslo buia e fredda. Quello stesso giorno, dalle gelide acque del porto viene ripescato il corpo senza vita di Sveinung Adeler, giovane funzionario ministeriale impiegato al dipartimento delle Finanze. Aveva trascorso la sera precedente a brindare in un locale, forse aveva bevuto troppo? Potrebbe essere scivolato dal pontile? (da giallosvezia.it)



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