“Uuuuh! Guardatemi sto morendo. La bufera mi ulula il de profundis nel portone e io ululo con lei. È fatta, sono fregato. Un delinquente col berretto sporco, il cuoco della mensa impiegati al Consiglio Centrale dell'Economia Nazionale, mi ha rovesciato addosso dell'acqua bollente e m'ha bruciato il fianco sinistro. Che mascalzone! E sì che è anche un proletario! Oh signore, come mi fa male! Quella maledetta acqua bollente m'ha pelato fino all'osso! Adesso urlo, ma a che mi serve urlare?”
(Cuore di cane, di Michail Afanas'evič Bulgàkov – trad. Viveka Melander)
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