Quando la incontra lui vorrebbe dirle “Ti amo” ma le labbra si aprono e chiudono senza che escano parole. Gli sembra del resto che quella prima persona singolare e quell'indicativo presente non corrisponderebbero alla realtà.
Com'è possibile che nel loro rapporto ci sia solo questo – lui che prova amore nei confronti di lei e lei nei confronti di lui?
Non era così anche all'inizio?
Proprio perché si riducono a pensieri e a sentimenti gli amori nuovi si disperdono facilmente. Gli amori che durano acquistano una concretezza e una tangibilità che li fanno assomigliare a cose.
“Ti amo” diventa debole e inadeguato.
Ma nessuno ha inventato altri modi per dire la cosa che c'è tra loro dopo una vita insieme.
(da “Musica nella casa accanto”, di Giovanni Mariotti – Mondadori 1999)
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