In ogni caso, era da un bel po' che non leggevo un libro solo e unicamente per il mio piacere, soprattutto un libro di letteratura. Le mie letture degli ultimi anni avevano tutte più o meno a che fare con la legge, o erano cosette poco impegnative che si potevano sfogliare in treno andando al lavoro. Senza che nessuno ne avesse mai fatto una regola, nello studio legale il fatto di prendere in mano un'opera letteraria di una certa consistenza in qualche modo non sembrava venire apprezzato. Nessuno era mai arrivato a sostenere che fosse qualcosa di disdicevole, ma se avessero scoperto libri di tal fatta nella mia borsa o nei cassetti della scrivania, mi avrebbero sicuramente guardato come si guarda un cane con la scabbia. “Ah, così lei ama la letteratura! - mi avrebbero detto, - anch'io. Da giovane ho letto parecchio”. Per loro la letteratura era qualcosa che si leggeva da giovani. Come in primavera si colgono le fragole, e in autunno si vendemmia.
(da “L'uccello che girava le viti del mondo”, di Murakami Haruki – trad. Antonietta Pastore)
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