“Avevo
la pasta sul fuoco in cucina, quando squillò il telefono. Alla radio
davano la Gazza ladra
di Rossini, il
sottofondo musicale ideale per prepararsi un piatto di spaghetti, e
io l'accompagnavo fischiando. Fui tentato di non rispondere, gli
spaghetti erano quasi cotti, e Claudio abbado stava giusto per
portare l'orchestra filarmonica di Londra all'apice dell'intensità
drammatica. Pazienza, mi rassegnai ad abbassare il fuoco, andai nel
soggiorno e sollevai il ricevitore. Poteva anche essere un conoscente
con qualche nuova proposta di lavoro.”
(L'uccello che girava le
viti del mondo, di Murakami Haruki – trad. Antonietta Pastore)
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