venerdì 29 novembre 2019

Dampyr #236


















Diverse settimane, mesi, sono passati dall'ultimo post dedicato a Dampyr. Una benedizione per qualcuno degli sparuti lettori di questo blog, una casualità assolutamente non degna di nota per altri che incrociano queste pagine solo ogni tanto, quando non hanno nulla di meglio da fare o cose più interessanti da leggere.
Ma a me un po' dispiace, dal momento che la serie che vede protagonisti Harlan, Tesla e Kurjak è una delle mie preferite, nonché a mio parere una delle migliori della Sergio Bonelli, sia per trama orizzontale e verticale che per il comparto grafico.



 





Con l'albo numero 235 su Dampyr si è conclusa la emozionante, soddisfacente e splendida saga dedicata ai Grandi Antichi. Resa visivamente da artisti fra i più straordinari all'opera su albi editi in Italia, come Nicola Genzianella, Maurizio Rosenzweig, Corrado Roi e Luca Rossi, nel corso di ben sei episodi ha regalato ai lettori, anche grazie alle solide sceneggiature del co-creatore Mauro Boselli, sorprese, sensazioni varie e diverse nonchè grandi soddisfazioni C'è da consigliare di recuperare gli albi e tuffarsi nella lettura, interessante e coinvolgente anche per conoscitori occasionali del nostro eroe.


Non era facile mantenere alto il livello ed il tasso di emozioni, ma il soggetto, la sceneggiatura e i disegni sono ampiamente all'altezza in questo numero 236, "L'amica mortale".
Suggestioni e legami con il cinema, l'arte e la letteratura donano qualità e profondità ad una storia che vive di atmosfere e di sensazioni, come spesso accade nei migliori episodi della serie, senza far mancare azione e momenti splatter, come anche passaggi toccanti e commoventi.


Da un incipit coinvolgente prende avvio un episodio di eccezionale intensità, che conduce il lettore attraverso drammi e crudeltà ad un finale struggente e bellissimo.



Il tutto è ulteriormente impreziosito dal lavoro di Alessio Fortunato ai disegni, che con la sua penna biro, alternata ad una evocativa mezzatinta, rende benissimo le ombre, la nebbia e le atmosfere, quasi fossero più vere del vero. Analogo discorso per la resa dei personaggi, la loro grazia e bellezza così come la loro crudeltà e orrorifica presenza, rese con efficacia tale da giungere dirette al lettore.



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