Titolo: L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome
Autore: Alice Basso
Editore: Garzanti - 2015
Ero molto incuriosito dal successo della serie dedicata a Vani (Silvana) Sarca, a firma di Alice Basso, per cui ne ho letto il primo romanzo.
Mi sono divertito, molto, ed allo stesso tempo ho anche apprezzato la scelta dell'autrice di coniugare in modo brillante e funzionale una trama “rosa” ed una “gialla”, entrambe presenti in “L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome”.
Il romanzo quindi, a conti fatti, non è propriamente un giallo-thriller, almeno non interamente, poiché dedica molte pagine ad altro che poco attiene al genere. Questo risulta ad una prima valutazione, con l'elemento rosa (come definirlo meglio non saprei) che risulta un po' fastidioso se non stucchevole. Rimane comunque parecchio da godere, dal momento che all'interno di questa parte del romanzo il lettore ha la possibilità di conoscere ed entrare in confidenza con la protagonista, con la sua audacia e sfrontatezza, con la sua arguzia ed anche i suoi lati più deboli, nascosti da una forza interiore che viene esaltata dalla scelta di indumenti di colore nero e da un trucco marcato.
Facevo riferimento ad una trama “gialla”. Questa viene introdotta dal caso della sparizione di una scrittrice che dice di parlare con gli angeli e che di questi sostiene di trascrivere i messaggi. Ebbene Vani viene coinvolta in tale vicenda, porgendo quindi a chi legge una storia dove umorismo, caratteri coinvolgenti, acutezza intellettuale ed altro ancora si incontrano e si mescolano per un stile brillante che non lascia indifferenti. La storia ha qualche passaggio che può sembrare sottotono o addirittura noioso, ma una volta entrati in empatia con Vani ed il commissario Berganza (condensato di una serie di commissari entrati nell'immaginario) la lettura non può che essere più che piacevole.
Dietro un ciuffo di capelli neri e vestiti altrettanto scuri, Vani nasconde un viso da ragazzina e una innata antipatia verso il resto del mondo. Eppure proprio la vita degli altri è il suo pane quotidiano. Perché Vani ha un dono speciale: da piccoli indizi che sembrano insignificanti, coglie l'essenza di una persona, riesce a mettersi nei suoi panni, pensare e reagire come avrebbe fatto lei. Un'empatia profonda, un intuito raffinato, uno spirito di osservazione fuori dal comune, sono le sue caratteristiche. E di queste caratteristiche ne ha fatto il suo mestiere: Vani è una ghostwriter per un'importante casa editrice. Scrive libri per altri. L'autore le consegna la sua idea, il materiale su cui documentarsi e lei riempie le pagine delle stesse identiche parole che avrebbe utilizzato lui. Un lavoro svolto nell'ombra. E a Vani sta bene così. Anzi, preferisce non incontrare di persona gli scrittori per cui lavora. (da illibraio.it)
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