martedì 2 marzo 2021

Lady Bird (2017), di Greta Gerwig

Il legame turbolento tra una madre e la figlia adolescente. Christine “Lady Bird” McPherson combatte, ma è esattamente come sua madre: selvaggia, profondamente supponente e determinata. Ambientato a Sacramento, in California nel 2002, in un panorama economico americano che cambia rapidamente, Lady Bird è uno sguardo commovente sulle relazioni che ci formano, le credenze che ci definiscono e l’ineguagliabile bellezza di un luogo chiamato casa…

In diversi momenti ho inserito in queste pagine riferimenti a film in cui Saoirse Ronan fosse protagonista. Torno a scrivere qualche riga su un'opera cinematografica in cui la giovane attrice dimostra il suo talento, ben valorizzato da una sceneggiatura indovinata e da una regia che merita attenzione ed apprezzamento.

Lady Bird”, a firma dell'allora esordiente Greta Gerwig, è stato a mio avviso ingiustamente ritenuto poco più di un onesto teen-movie, da una parte sottolineandone solo gli aspetti più evidenti e dall'altra concentrandosi eccessivamente sui pur presenti limiti. Per esempio qualche settimana fa il film è stato trasmesso su una rete televisiva mediaset notoriamemte conosciuta per “passare” opere nel migliore dei casi mediocri, quando non pessime o irritanti, all'interno di una programmazione dedicata all'amore e all'adolescenza. Questo a mio parere segnala quanto “Lady Bird” sia stato frainteso, almeno da una parte di pubblico e per lo più sottovalutato anche da chi è più informato sul Cinema (i Golden Globes vinti lo confermano o non fanno testo, a seconda di come li si valuti).

Pur non volendo attribuirmi meriti o qualità maggiori di quanto possa effettivamente dimostrare, ritengo che la coppia Gerwig (regia e sceneggiatura) e Ronan, a cui si aggiunge l'eccellente Laurie Metcalf, ci abbia regalato un bel film. Forse, anzi sicuramente non ottimo e con qualche carenza, specie nei momenti in cui vorrebbe farci gustare quel tanto di disillusione ed amarezza che intende mettere in scena, ma ben più di una commedia indie con canzoni annesse.

Si riscontra un certo equilibrio fra i sentieri narrativi percorsi, ovvero fra quel tanto di teen indie comedy che ha ormai i meccanismi ben oliati, ma qui senza gratuite volgarità, e gli elementi (semi)autobiografici. Il tutto regala momenti di originalità e offre spunti rivitalizzanti all'interno di più di una semplice opera di genere.

Insomma, accanto al racconto di formazione, sufficientemente classico e lineare, si vedono ben scritti, filmati e recitati elementi più originali, come il contesto proletario, cinematograficamente fuori luogo in California, a cui si aggiunge l’ambiente scolastico cattolico, che offre l'occasione per mettere in scena suore, sacerdoti e farli vittime di nuove situazioni e scherzi goliardici. In più, come raramente si vede in certe opere, mirabilmente vera e sentita è la rappresentazione del rapporto madre-figlia, con le già citate Ronan e Metcalf che si esprimono su più livelli e con grande bravura. Il rapporto fra le due donne è difficile e contrastato, come da prassi, ma il merito della Gerwig e delle attrici è di renderlo vero, sentito e toccante senza ricorrere a fastidiosi ed abusati cliché, facendo sì che questo permetta al film di raggiungere le sue vette, narrative, visive e cinematografiche.


 

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