sabato 21 febbraio 2015

Tramonto di un cuore


Titolo: Tramonto di un cuore
Autore: Stefan Zweig
Traduttore: Berta Burgio Ahrens
Editore: Garzanti - 2015


L’immagine scelta per la copertina (un particolare di “Signora con ventaglio” di Gustav Klimt) potrebbe risultare fuorviante, ma l’ambientazione della storia raccontata (anni 20 del 900) e la comprensibile necessità di attrarre potenziali lettori mi fanno pensare che si riveli adeguata.

La definisco fuorviante perché questo racconto ci mostra e ci descrive, in modo implacabile, duro, ma al medesimo tempo scorrevole e coinvolgente, quanto di più lontano dalla leggerezza e serenità ispirata dalla figura femminile ritratta possa essere vissuto da un uomo.

“Tramonto di un cuore” fin dal suo incipit, che considero uno dei migliori, dei più incisivi che ricordo di aver letto, ci fa entrare nel vortice di pensieri e sensazioni del protagonista, il tarchiato agente di commercio signor Salomonsohn, e del suo autore, l’austriaco Stefan Zweig.

Attenzione alla resa della psicologia del protagonista, sia all’interno della riflessione su sé stesso, sia nella rappresentazione del suo rapporto con gli altri, la moglie e l’adorata figlia in particolare. È proprio la figlia ad innescare l’irreversibile processo di auto annullamento e “abbruttimento” del padre, sconvolto dallo scoprire che la sua “bambina”, quella che gli aveva donato un’altra vita, ha segreti da nascondere e, cresciuta, non rientra più nella sua visione di genitore dedito alla felicità filiale.

Una prova di sintesi drammaturgica che giunge direttamente al lettore ed ai suoi piccoli e grandi “drammi”.



“Una notte, il vecchio Salomonsohn, ricco borghese austriaco in villeggiatura a Gardone, sorprende la figlia mentre esce dalla stanza d'albergo di uno sconosciuto. Padre amorevole, egli ha consacrato ogni sforzo, ogni momento della propria vita ad assicurarle un futuro agiato. Ma ora, ossessionato da immagini di grottesca promiscuità, è incapace di accettare ciò che la sua mente, in un furioso ritornello, continua a ripetergli: sua figlia è cresciuta, è ormai una donna. E più Salomonsohn rifiuta di parlarne, più, dentro di lui, si fa strada un violento senso di rivalsa. Solo, abbrutito, preda di un'avarizia dei sentimenti ancor prima che dei beni materiali, il vecchio padre precipita in un baratro di livida impotenza, incapace sia di recuperare il rapporto con la figlia, sia di chiedere ragione a chi gliel'ha rapita.” (da garzantilibri.it)

1 commento:

  1. Hai letto Rachele litiga con Dio, sempre di Zweig? E' pubblicato insieme a Gli occhi dell'eterno fratello nel libro omonimo, pubblicato parecchi anni fa da quella piccola casa editrice di Pordenone, la Est se non sbaglio. E' splendido! :-D (Questo invece mi sembra troppo pieno d'angoscia per poter rientrare tra le mie prossime letture, ma grazie per la segnalazione...)

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