I PROTAGONISTI
PAUL L.
VON HINDERBURG
Nato nel cuore della Prussia, a Posen, nel 1846, da
una famiglia le cui origini militari risalgono al XIII secolo. Nel 1866
si guadagna l’Ordine dell’Aquila Rossa a Königgrätz (Sadowa), contro gli
austriaci, e nel 1870 la Croce di ferro a Saint-Privat contro i
francesi. Nonostante tali riconoscimenti la sua carriera militare non decolla,
probabilmente perché non abbastanza ricco e privo dei giusti appoggi a corte,
dove comunque non gode di particolari simpatie.
Nel 1911 decide di ritirarsi dall’esercito, ma
l’Impero ha bisogno di lui nel 1914, anno in cui assume la guida della
VIII armata sul fronte orientale. Le vittorie di Tannenberg e dei laghi
Masuri sono la nuova occasione: nominato feldmaresciallo ottiene il comando
di tutto il fronte orientale, per poi, nel 1916, divenirne il comandante
supremo.
Il capo di stato maggiore è Erich Ludendorff,
considerato dai soldati e dalla nazione un eroe, ma, di fatto, è von
Hinderburg a tracciare i piani d’azione e a condurre la guerra. Essenziale
è il suo contributo a consolidare il fronte occidentale, grazie alla
costruzione di un vasto complesso di fortificazioni (linea Hinderburg
appunto), che permette brillanti offensive.
Nel 1918, comunque, non può evitare la sconfitta
per la Germania, accollandosi, inoltre, l’onere dell’armistizio, poiché
Ludendorff nel frattempo si era dimesso dall’esercito.
La Germania di Weimar si affiderà a lui, l’eroe di
Tannenberg, affidandogli nel 1925 la presidenza della fragile Repubblica, nel
vano tentativo di neutralizzare il Nazismo.
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