domenica 22 dicembre 2013

Le Storie # 15 I Fiori del Massacro


Tra i migliori albi di questa serie, senza dubbio.
Non lo definisco il migliore perché anche il precedente curato dalla stessa coppia sceneggiatore-disegnatore, “La Redenzione del Samurai”, ha motivo di concorrere per il primato, ma la lettura di questo albo n.15 de “Le Storie” è qualcosa che dona soddisfazione, piacere e godimento per gli occhi ed il cuore.

Roberto Recchioni ai testi e Andrea Accardi ai disegni propongono una vera e propria gemma che risplende in quest’ultimo mese dell’anno. “I Fiori del Massacro” è allo stesso tempo una storia d’avventura, un romanzo di formazione per immagini ed una lezione di stile grafico e di composizione.


Una sceneggiatura che conquista e non teme di sorprendere il lettore, tanto bella e ben orchestrata da fare quasi rabbia, che si integra al meglio con le tavole di un immenso Accardi, che ci presenta tanti particolari, interni ed esterni, volti e paesaggi in modo minuzioso e con rara maestria. La sceneggiatura è tanto solida, trascinante e divertente, quanto la componente grafica si esprime a grandi livelli. Una fascinosa protagonista, che ci offre una storia di vendetta tramite un continuo susseguirsi di eventi, tra momenti di contemplazione e riflessione e folgoranti passaggi di pura azione.


Da apprezzare come in casa Bonelli si stia dando la possibilità a sceneggiatori e disegnatori di esprimersi con grande libertà e fantasia, andando anche oltre il classico ed il consueto. Recchioni, in particolare, si prende diverso spazio, puntando decisamente verso dialoghi asciutti, scarni ma dannatamente efficaci, con evidenti richiami ad un dinamismo ed a tempi drammaturgici di stampo cinematografico. In questo è ottimamente supportato da Accardi che si concede parecchi lussi grafici e nella costruzione delle tavole. Personalmente trovo la protagonista veramente convincente e degna di una “miniserie”, anche grazie alla figura del vecchio samurai cieco, già proposto ne “La Redenzione del Samurai”, carattere che ormai anche da noi è conosciuto tramite “Zatoichi” di Takeshi Kitano.



“La nobile Jun ha visto il padre morire suicida per il proprio onore, denunciando la corruzione della corte. Di fronte al suo sangue, i dignitari e il Daimyo hanno, però, riversato solo scherno e disprezzo… Prima che lei stessa soccomba alla vergogna e all’autodistruzione, la voce del samurai errante Ichi si alza per consigliarla: chi ride davanti all’altrui sacrificio non merita il trionfo, ma piuttosto di assaggiare la spada della vendetta!” (immagini e sinossi da Sergiobonellieditore.it)


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